Coraggioso e impegnativo il progetto (di Emilio Sala, così come la revisione musicale) di allestire la pièce di d'Annunzio - nella traduzione di Ettore Janni - accompagnata dalle musiche di scena di Pizzetti, riascoltate per la prima volta dopo la première parigina del 1913. L'esito è stato dei più felici, complice l'intelligente regia di Roberto Recchia, la correttezza del direttore Manlio Benzi e la preparazione degli otto attori, tutti convinti della validità di questa operazione culturale.

La Susanna di Sarah Fox ed il Conte di Mariusz Kwieicen esaltano un ottimo cast nel riallestimento delle Nozze di Figaro a Glyndebourne

L'atto unico di Zemlinsky, annunciato in forma semiscenica, si riduce a un concerto con un minimo di azione, e anche l'esecuzione musicale non è completamente adeguata.

Gian Carlo Menotti torna alla regia e, nonostante i molti ostacoli e imprevisti, riesce a darci un Lohengrin di semplice e toccante bellezza.

Stefania Bonfadelli e Marcelo Alvarez sono stati gli splendidi protagonisti di "Lucia di Lammermoor" di Donizetti, ultimo appuntamento con la stagione lirica genovese. Lo spettacolo è stato diretto con rigore da Patrick Fournillier, mentre la regia, allusiva e alquanto ricca di soluzioni originali, era di Graham Vick. Lo spettacolo è stato ripreso dalla Rai.

"Trovatore" visionario a Ravenna, impostato su una drammaturgia astratta e costruita su proiezioni fotografiche di luoghi tra lo storico e l'industriale. Elementi esterni al dramma verdiano erano gli interventi narrativi che illustravano passo passo la vicenda e la spazializzazione del suono. Ben equilibrata la compagnia di canto, misurato il coro e un poco in ombra l'orchestra.

A quarant'anni dall'esordio scaligero torna a Roma, dove già la si era vista varie volte, la Bohème di Franco Zeffirelli. Ma gli anni passati hanno deposto un denso strato di polvere su uno spettacolo che allora era sembrato giovane e nuovo.

Spettacolo caratterizzato da intenzioni registiche e scenografiche costellate di elementi simbolici. Ma prevale in definitiva una spettacolarità tipicamente areniana, molto colorata e popolata. Direzione d'orchestra non particolarmente incisiva. Convincenti le prestazioni di Cura (Calaf) e della Carosi (Liù), tenuta vocale non sempre controllata della Casolla in Turandot. Buona la resa del coro.

La Tosca di James Robert Carson ad Holland Park, con una eccellente Christine Bunning nel ruolo principale, accende l'estate operistica londinese.

Il baritono Placido Domingo infiamma il pubblico degli Arcimboldi in una zarzuela degli anni Trenta profumata di rosolio d'antan.

Applausi per la direzione di Zubin Mehta e per la Desdemona di Barbara Frittoli, molte contestazioni per il protagonista e per la messinscena, firmata dal pur reputatissimo Lev Dodin, del capolavoro di Verdi da Shakespeare, andato su al Maggio Musicale Fiorentino.

Ultima opera del Festival Verdi 2003, questo "Nabucco" si presenta scenicamente speculare. Inizio e fine nel marmo scuro del tempio ebaico, mentre la parte centrale nel vivace rosso di Babilonia. Equilibrata la regia di Charles Roubaud. Leo Nucci (Nabucco) e Ferruccio Furlanetto (Zaccaria) emergono per classe ed esperienza, Susan Neves (Abigaille) punta all'effetto e Gloria Scalchi tratteggia in maniera adeguata la sua Fenena. Di navigato carattere ed efficacia la direzione di Bartoletti. Protagonista sopra tutti il coro. Succeso di pubblico finale.

Spettacolo di grande raffinatezza e vivacità, leggermente in contrasto con una interpretazione musicale che privilegia l'aspetto malinconico e lirico della partitura.

Un ensemble di virtuosi sul palcoscenico e nella buca d'orchestra contribuiscono all'eccellente risultato della nuova produzione di Idomeneo a Glyndebourne.

Spettacolo spoglio, essenziale, molto applaudito il Flauto Magico messo in scena a Cagliari da Stephen Medcalf. Pochi oggetti di scena e il resto giocato sulle luci, i costumi le coreografie dei Pilobolus. Ottimo il cast, con Giuseppe Filianoti nei panni di Tamino e Sandrine Piau in quelli di Pamina.

Dominio assoluto della tastiera, calibratura del suono e un pensiero musicale del tutto inusuale. Un po' virtuoso, un po' asceta, Pogorelich fa discutere.

Un tuffo nello humor inglese con un allestimento efficace della comic opera "The Mikado", con un affiatatissimo cast. Ovazioni da parte del numerosissimo pubblico.

L'opera di Lachenmann in un nuovo allestimento e con nuove soluzioni spaziali ha convinto per intensità, ma soprattutto, per immediatezza.

In omaggio a Giuseppe Patané, un Barbiere di Siviglia all'antica, con Gianluigi Gelmetti direttore e capocomico. Il risultato è superficialmente divertente ma non rende giustizia alla vera natura della comicità rossiniana.

Delude la "Jenufa" dello Châtelet. Stéphane Braunschweig non sa ripetere il miracolo che si produsse nel '96. Le principali debolezze si rintracciano nella fossa da cui l'Orchestre de Paris sotto la bacchetta di Sylvain Cambreling dà una lettura sbiadita della partitura di Janacek. Anche Karita Mattila non pare all'altezza della sua reputazione. Invece, estremamente convincente è stato il cast maschile.

Tiepido successo per un Don Pasquale "ammodernato" da una regia indovinata ma poco aiutata dagli interpreti

Va in scena al Théâtre des Champs Elysées "La Cenerentola" rossiniana. Un successo accolto calorosamente dal pubblico. Irina Brook approfitta dell'estetica dell'opera buffa per giocare sulle citazioni e gli ammiccamenti. Un cast travolgente conquista il pubblico. Evelino Pidò guida a meraviglia il virtuoso Concerto Köln spingendolo a tempi assai rapidi.

La Roma ideale è servita: stilizzazioni neoclassiche per la Clemenza di Tito andata su al Maggio Musicale con la regia di Federico Tiezzi. Dopo Monteverdi e Haendel, Ivor Bolton dirige con calore e felicità il suo primo Mozart fiorentino. Nel cast spicca sopra tutti un indimenticabile Sesto: Monica Bacelli.

Grande successo per il debutto wagneriano del festival di Glyndebourne, con la nuova produzione di Nikolaus Lehnoff che riconferma il suo tocco di Mida ed una eccezionale Nina Stemme nel ruolo di Isolde.

Sezioni musicali composte e stabilite fin nel più piccolo dettaglio; improvvisazione collettiva – determinazione e indeterminazione -; prestiti stilistici, citazioni e melodie dal sapore etinico; live eletronic, jazz, tonalità e avanguardia: questo e molto altro nella prima opera del compositore austriaco Wolfgang Mitterer. Eppure sarebbe un grave errore parlare di "postmoderno".

"Werther" torna in scena all'Opéra di Lione. La regia di Willy Decker sceglie la via dell'evocazione, evitando i toni positivisti. Musicalmente questa produzione consacra il talento del giovane tenore Gwyn Hugues Jones. Buona anche la prestazione dell'orchestra stabile del teatro.

In un piccolo teatro restaurato alla maniera dei Bibiena, è andata in scena nell'omonima cittadina aretina la prima ripresa moderna della Semiramide Riconosciuta di Porpora su libretto del Metastasio: attraverso una realizzazione non sempre musicalmente impeccabile, è stato possibile testare la qualità della scrittura vocale e strumentale del suo autore, rinomata soprattutto per la prima componente, ma rilevante pure per la seconda.

Passati 10 anni dalla prima di questo allestimento della Calisto, la regia di Herbert Wernicke è più attuale che mai e sembra volerci ricordare che la sola esecuzione leggittima per le opere del Seicento è quella in forma scenica, differentemente dall'uso instauratosi di presentare al pubblico noiose e scialbe esecuzioni concertanti.

Prima opera del Festival verdi 2003, questi "Lombardi" hanno vissuto le proprie vicende all'ombra del Muro del Pianto, ribadendo a più riprese – grazie alla peraltro efficace lettura del regista Lamberto Puggelli – che la guerra è una brutta cosa. Tra le proiezioni scenografiche realizzate su di un palcoscenico libero da inutili orpelli, hanno raccolto gli applausi, tra gli altri, Michele Pertusi, Alessandra Rezza e Vincenzo La Scola. Vigorosa la direzione di Renato Palumbo. Rinato entusiasmo del Teatro Regio di Parma

Una cornice visiva e un impianto registico tradizionali per un allestimento che ha il suo punto di forza nella direzione di Yves Abel.