Il ritratto di Gaetano Braga, autore appartenente alla civiltà dell'800 musicale napoletano, è andato in scena in prima moderna ad Atri (TE) con un positivo allestimento, che ha rivelato una partitura pienamente inserita in quella tradizione nell'ambito del semiserio, e caratterizzata da una personale vena cameristica.

Due Dulcamara nell'"Elisir d'amore" proposto ieris era dall'Opera Giocosa al teatro Astor di Savona. Domenico Colaianni, colpito nel primo tempo da una improvvisa afonia ha dovuto lasciare la parte ad Andrea Porta. Efficace la direzione di Giovanni Di Stefano, ricca di citazioni felliniane la regia di Davide Livermore. Fra gli interpreti in evidenza Linda Campanella e Francesco Meli.

Powder her Face, opera da camera di Thomas Adès su libretto di Philip Hensher, è andata in scena con successo al Teatro Olimpico di Roma, grazie anche ad un allestimento musicalmente ben riuscito: la partitura del giovane compositore inglese disegna, in una sorta di moralità allegorica (Tempus transit), una centrifuga sonora di stili, citazioni e figure sonore, ben tenute assieme da una scrittuta debitrice di Stravinskij e Britten.

Debutti tempestosi: fischi e applausi per la prima regia lirica di Nekrosius che esordisce nell'opera con una severa ma intensa messinscena del "Macbeth" al Comunale di Firenze. La lineare direzione di Julia Jones e un cast non tutto all'altezza delle ambizioni dello spettacolo.

Sacro e profano sono i due poli su cui si gioca l'opera di Massenet/Gallet, la direzione di Viotti ha saputo restituire la grande varietà di toni della partitura. L'allestimento scenico poteva evitare l'eccessiva insistenza su un simbolismo alla fine pesante.

Nell'esotico Egitto immaginato da Alessandro Scarlatti ritorna, dopo trecento anni, La Principessa Fedele diretta da Fabio Biondi, con qualche ragnatela rimasta impigliata tra le antiche fioriture barocche.

Felice avvio della nuova stagione, all'insegna dell'opera che qui introdusse Wagner in Italia

La nuovissima opera di Rendine segna l'ingresso da trionfatrice della televisione anche nei teatri d'opera

Allestimento nel complesso mediocre, buona dirazione d'orchestra, compagnia di canto dignitosa ma non esaltante, regia ostentatamente tradizionalista con uno spostamento temporale della vicenda nell'800.

Perplessità sull'allestimento scenografico, ma sostanziale apprezzamento del cast vocale e dell'orchestra del Teatro Verdi di Trieste, in un Elisir donizettiano guidato con maestria dalla bacchetta di Bruno Aprea.

Il Racconto di Natale di Galante ha saputo evitare le manfrine tipiche del "è natale, siamo tutti più buoni". Anzi, la musica non era di certo "orecchiabile", tanto che qualche bambino chiedeva continuamente "ma quando finisce?" Comunque ben strutturata, l'opera ha scontato una tessitura vocale un tantino ostica che ha criptato un poco il testo del libretto di Dario e Lia Del Corno. Boccadoro ha fatto il suo dovere. Libera da stereotipi natalizi e efficace la regia di Esposito. Teatro gremito, tanti bambini e moltissimi applausi alla fine.

inserite qui il testo in breve

Scelta coraggiosa, con un testo difficile e una compagnia vocale di prim'ordine

"Si", l'operetta di Mascagni è tornata a Vienna in una bella esecuzione musicale ed in una velleitaria messinscena

"Confessions of Zeno" è un lavoro teatral/musicale firmato dal regista sudafricano William Kentridge e dal compositore (sudafricano/irlandese) Kevin Volans, il cui testo è un'estratto da "La coscienza di Zeno" di Italo Svevo.

Buon cast per un "Don Giovanni" dai ritmi alquanto allentati. Il direttore Julian Kovatchev ha puntato essenzialmente su una lettura lirica mentre il regista Francesco Esposito ha dovuto lavorare bsu un impianto scenico fisso rinunciando a momenti di grande coralità.

Prima esecuzione mondiale de "La memoria perduta" di Scogna: ma è una novità di dieci anni fa.

È andata in scena la tragedia contemporanea dell'identità divisa, rappresentata dalla Medea "dai tre volti" di Euripide. Il teatro di Guarnieri è estremamente scarno, fatto esclusivamente di simboli evocatori. L'impervia parituta è stata ben eseguita da orchestra, coro e voci soliste.

Il grande Seiji Ozawa, per la prima volta sul podio di un'opera a Firenze, trascina cast, coro e orchestra in un'esecuzione memorabile del "Peter Grimes" di Benjamin Britten, con Philip Langridge nel ruolo del titolo e la maiuscola Christine Goerke come Ellen

Nicola Luisotti ha firmato una eccellente edizione di "Oberto conte di San Bonifacio". L'opera d'esordio di Verdi ha inaugurato la stagione lirica del Carlo Felice all'insegna dei giovani. I protagonisti arrivavano infatti dall'Accademia di Perfezionamento per cantanti lirici della Scala. In evidenza Anja Kampe (Leonora) e Giovanni Battista Parodi (Oberto). Più discutibile la regia di Pier'Alli.

Antonio Pappano continua la sua prima stagione al Covent Garden con una nuova produzione di Wozzeck, accolta trionfalmente da un pubblico entusiasta.

A Trieste, "Big Bang Circus" di Ambrosini porta una storia della creazione del mondo affrontata con profondità e ironia, giocando sulle potenzialità di un originale linguaggio musicale.