Una prima esecuzione assoluta di Verdi!

Un ottimo cast, una regia originale e interessante e una condotta esemplare dell'orchestra accompagnano il pubblico viennese attraverso la versione in lingua francese del Don Carlos di Verdi. Una maratona di 5 ore con reazioni contrastanti del pubblico: un allestimento di altissimo livello che non si dimenticherà con tanta facilità.

Recensione
classica
Staatsoper Vienna
Giuseppe Verdi
07 Novembre 2004
Il Don Carlos in questa versione non era mai stato presentato. Non a torto, quindi, si può parlare di una prima esecuzione mondiale, per quanto assurdo possa sembrare. L'eccessiva lunghezza dell'opera, 5 ore, non ha spaventato il pubblico e il teatro è tutto esaurito. Una soluzione discutibile – ma geniale – della regia aiuta a superare la durata. La scena dell'auto da fé, infatti, si svolge nei foyer ed è presentata come se fosse un evento di cronaca rosa. I cantanti e una miriade di comparse (tra cui cronisti, fotografi, guardie del corpo ed eretici in catene) giungono in piena pausa in platea. L'atto è già cominciato! L'opera viennese, in genere ligia alle tradizioni, vive un momento di anarchia. Il pubblico è in piedi, alcuni reclamano i propri posti temporaneamente occupati. Volantini con scene di guerra che alludono alla società spettacolo e alla politica mondiale volano dal loggione: per un attimo la vicenda dell'opera è trasportata nel presente. Differenti le reazioni del pubblico. L'orchestra sotto de Billy approccia Verdi in maniera totalmente nuova. Come banco di prova di sperimentazione timbrica, come repertorio delle infinite ed estreme possibilità dinamiche ed espressive. Un Verdi modernissimo, quindi, che fuoriesce dai cliché a cui ci hanno abituato alcune mediocri esecuzioni. Interessanti le voci femminili: la Tamar non è così incisiva, ma sempre solenne; la Michael è la rivelazione della serata, virtuosa, esuberante e sensuale. Miles ha una voce chiara e rotonda anche nei registri più bassi; Vargas è sempre espressivo, sebbene il personaggio non gli si addica al cento per cento; Skovhus approccia la sua parte con spirito analitico e slancio razionalista. Nelle scene d'insieme, infine, i cantantri riescono al meglio. Un allestimento sicuramente fuori dal comune che rimarrà nella storia e che non si dimenticherà con tanta facilità.

Note: nuovo all.

Interpreti: Philippe II. Alastair Miles; Don Carlos Ramón Vargas; Rodrigue Bo Skovhus; Elisabeth de Valois Iano Tamar; Eboli Nadja Michael

Regia: Peter Konwitschny

Scene: Johannes Leiacker

Costumi: Johannes Leiacker

Direttore: Bertrand de Billy

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo