E Joshua Bell incanta nel Concerto di Dvorak. Poi tutti in tournée con l’Orchestra di Santa Cecilia

classica

Heineken Jammin' Festival è nato nel 1998, e l'ha battezzato il più rock e smodato dei cantautori italiani, Vasco Rossi. Ora è un festival gigantesco, piazzato nella comunque suggestiva e comunque bene attrezzata realtà dell'autodromo di Imola, una tre giorni in cui sul palco si sono alternati lo scorso week-end tra gli altri Fatboy Slim, Massive Attack, The Cure, Ben Harper, Pixies, PJ Harvey, Lenny Kravitz, Articolo 31 e Caparezza.

Nelle tre ore luminosamente perfette, gestualmente sacrali firmate da Robert Wilson non vediamo un complicato e "politically boaring" collage di Oriente e Occidente, ma siamo di fronte ad un vero magistrale riuscito rito spirituale "mondiale", che traduce sulla scena, un perché siamo nati alla vita accoppiati, facendo bambini nella rabbia e nella gioia, nel sublime abbraccio e nell'ira sanguinaria.

Una drammaturgia del non-dicibile, dell'assenza, fatta di implosioni abbaglianti, contraddistingue il "Macbeth" di Salvatore Sciarrino, "tre atti senza nome" in prima italiana a Roma grazie ad una realizzazione di ottima qualità (sia interpretativamente, sia scenicamente).

È probabilmente una delle partiture operistiche più ardue del Settecento. Il virtuosismo richiesto all'orchestra de "Les Boréades" è notevole, e l'innegabile influsso musicale italiano esige che anche i cantanti - cosa eccezionale per una tragédie lyrique - dispongano di una padronanza del canto di bravura paragonabile a quella di un virtuoso händeliano. Non è da escludere che proprio le difficoltà esecutive siano state la causa della mancata esecuzione dell'opera nel 1763 (al di là dell'ipotesi di un intrigo). Fatto sta che l'esecuzione da parte dell'orchestra "La scintilla" dell'opera di Zurigo non ha certo brillato per esattezza. Se da una parte è vero che i corni naturali sono sempre un terno al lotto per le orchestre barocche (ed infatti l'ouverture dell'opera è stata piuttosto compromessa da cornisti in difficoltà), d'altra parte, a giudicare dalla spesso imbarazzante 'performance' di flauti, ottavino e oboi, si aveva quasi l'impressione che il numero di prove non fosse stato sufficiente.
Peccato, perché l'infuocata direzione di Marc Minkowski, favorendo i contrasti dinamici e il movimento anche nei momenti più estatici dell'opera, necessitava di uno strumentario ineccepibile. Più fortunato è stato in questo senso sul fronte vocale. Richard Croft ha padroneggato l'ardua tessitura acuta del ruolo di Abaris con bravura e raffinatezza interpretativa (da notare soprattutto i suoi pianissimo), mentre Annick Massis, all'inizio un po' incerta, ha dato vita ad una Alphise di struggente lirismo. Bravi anche gli interpreti degli ardui ruoli di contorno, con una menzione particolare per il Calisis di Tom Allen e per la breve, ma stupefacente apparizione del giovane basso François Lis nel ruolo di Borée.
La regia di Laurent Pelly ha cercato di evitare una simbologia troppo carica ed ha ambientato il tutto in una dimensione astratta, strutturando con fantasia lo spazio scenico grazie ad una serie di pareti poste su pedane girevoli concentriche che si muovevano in diverse direzioni. Efficaci le coreografie di Lionel Hoche e davvero bravi i giovanissimi ballerini dello Junior Ballett.

"Der Rattenfänger" di Friedrich Cerha nel nuovo allestimento dell'Opera di Darmstadt e delle Festwochen Wien convince soprattutto per coerenza drammatica, con slanci che rendono sempre stimolante la rappresentazione, nonostante le sue tre ore abbondanti di durata.

Il Maggio Musicale Fiorentino rende omaggio a Dallapiccola nel centenario della nascita con il dittico "Volo di Notte" e "Il Prigioniero": l'accostamento dei due atti unici rende conto di un percorso compositivo sofferto e personale verso la modernità. Sul podio Bruno Bartoletti, regia di Daniele Abbado, nel cast spicca soprattutto Rosalind Plowright, ottimo successo.

Il Ravenna Festival ha aperto la propria quindicesima edizione affidandosi alla costellazione musicale di Philip Glass, un caleidoscopio di suoni e di timbri che hanno rappresentato l'idea di "musica del mondo" del compositore di Baltimora. Soddisfatto il pubblico.

Un allestimento che non riesce né innovativo né illustrativo, con una compagnia di canto volenterosa ma non troppo elegante, e un direttore più intento a smorzare che a sostenere.

Secondo e ultimo allestimento operistico del Festival Verdi 2004, "Il corsaro" del Regio di Parma ha presentato uno spettacolo piacevole, riuscendo a sottolineare l'interesse per un Verdi "minore".

L'allestimento della Neuköllner Oper di Berlino rinuncia del tutto a interpreti femminili, rivisitando la partitura mozartiana alla ricerca del senso dell'amore.

Come già successo più volte in conclusione della stagione dell'Orchestra della Toscana, Ort e Orchestra Giovanile Italiana hanno mescolato i propri ranghi per Mahler: una Sesta portata al miglior successo dalla direzione salda e serrata di Roberto Abbado

Trionfale ritorno di Claudio Abbado a Berlino, con l'orchestra di cui è stato per dodici anni direttore musicale. Una serata di emozioni indimenticabili, vissute dal pubblico e dai musicisti con commossa partecipazione, a confronto con le visioni siderali di Frank Martin e con le tragiche epifanie di Gustav Mahler.

Dialogo teatrale con 9 canti, Banjaminovo, su un debole testo di Franco Marcoaldi, convince la musica di Vacchi, ben diretta da Fabio Maestri alla testa di un quintetto d'archi del S. Carlo di Napoli.

Madama Butterfly al Gran Teatro all'aperto di Torre del Lago a cento anni dalla prima a Brescia con Placido Domingo sul podio

La messinscena proposta questa sera, ha completamente ignorato la sostanza della "romantiche oper" di von Weber/Kind. La musica nel frattempo fluiva proponendo la sua "scenografia sonora" (indubbiamente dissonante con quella realizzata sul palco, da ascoltare ad occhi chiusi) efficacissima grazie anche agli interpreti.

La prima esecuzione austriaca della Berenice di Staud non convince del tutto, ma lascia intravedere interessanti temi per lo sviluppo futuro del lavoro del giovane compositore austriaco.

Molto successo per l'Idomeneo del Maggio Musicale Fiorentino, con il pubblico conquistato dalla visualità elegante ed astratta dello spettacolo firmato da Graham Vick e dalla conduzione musicale vibrante e seducente di Ivor Bolton. Spicca per intensità ed eleganza Monica Bacelli, Idamante; più affaticato Bruce Ford nel disbrigare le agilità del ruolo del titolo.

L'elegante Arabella di Karita Mattila seduce il pubblico londinese con un'interpretazione delicatamente calibrata.

Bach, Szymanowsky e Chopin per lo straordinario recital del pianista polacco al Bologna Festival

Una produzione incantata apre la stagione dei settant'anni di
Glyndebourne, ma lo spettacolo non va al di la' del letterale.

Liberovici e Nove firmano la soap opera musical ispirata a Voltaire, inventando un viaggio virtuale nel mondo del marketing odierno, in cui la guerra serve a mantenere la pace e a sviluppare il mercato.

Lele Luzzati, Aquiles Machado e Svetla Vassileva sono stati i brillanti protagonisti dell'"Elisir d'amore" messo in scena dal Carlo Felice. Di Luzzati è stata riproposta la ormai storia scenografia dalle atmosfere fiabesche. Brillanti i due giovani artisti rispettivamente nelle parti di Nemorino e della vivace Adina.

Una "Carmen" tradizionale, che abbondava di una ben nota couche veristica ispirata all'eterna Spagna, tinta di colori, costumi ed elementi da cartolina.

Omaggio ad un'Europa allargata attraverso una coproduzione che coinvolge Polonia, Olanda e Italia per questo allestimento de "Les Indes Galantes" diretta con esperienza e gusto da Frans Brüggen a Ferrara. Scene funzionali e musica in primo piano per un successo ampiamente meritato.

Al Comunale la prima in edizione critica del Singspiel schubertiano con i dialoghi reinventati da Vincenzo Cerami

Alexander Lonquich e l'Orchestra da Camera di Mantova hanno iniziato per l'Accademia Filarmonica Romana il ciclo degli ultimi quattordici concerti per pianoforte di Mozart, che tra il 2005 e il 2007 replicheranno in altre istituzioni concertistiche italiane.

Eduardo Notrica e l'Ensemble Musica della Corte, insieme a sei voci soliste di vario assortimento qualitativo, hanno proposto con discreto successo in prima italiana l'opera di soggetto allegorico Los Elementos, di Antonio de Lliteres. Responsabile degli spettacoli della corte borbonica a Madrid, Lliteres sintetizza le diverse tradizioni musicali nazionali, con un occhio di riguardo verso quella italiana.

Cecila Bartoli non si risparmia: diciotto pezzi che abracciano tutta l'età del barocco, per una dimostrazione impressionante di padronanza tecnica e sensibilità interpretativa.

Perfezionismo ed estrema attenzione al suono nel primo concerto di sir Simon Rattle in Italia con i Berliner Philharmoniker

Il Festival Verdi 2004 si è aperto con una nuova produzione del "Simon Boccanegra" che, all'imponenza dell'impianto scenico, ha saputo unire un dato musicale dall'adeguata intensità. Il regista Hugo De Ana ha offerto una lettura efficace e Bruno Bartoletti che ha messo tutta la sua esperienza alla guida del coro e dell'Orchestra del Teatro Regio. Applausi alla fine.