Un "Gran Macabre" fisico, tonico e vivace

La Fura dels Baus e la sua versione dell'opera di Ligeti

Recensione
classica
Théâtre Royal de la Monnaie Bruxelles
Ligeti
05 Aprile 2009
I due ideatori e registi di questo allestimento provengono dal gruppo catalano La Fura dels Baus e chi ha seguito questo gruppo nelle sue varie realizzazioni riconosce immediatamente questa traccia che si condensa nella grande fisicità e nel pieno sfruttamento degli spunti grotteschi della partitura di Ligeti e del libretto tratto da La balade du Grand Macabre di Michel de Ghelderode. La fisicità e la corporeità sono presenti con grande evidenza in una sapiente regia dei cantanti e dei mimi, ma anche, fin dall’inizio, nell’enorme corpo femminile di Claudia, che non fa parte della scena, ma è la scena stessa. Dall’enorme corpo che si apre nei modi più impensabili, sino a mostrarci le sue viscere, oppure si frammenta separando piedi o torace, escono e rientrano i personaggi, mentre tale corpo-scena si trasfigura continuamente anche dal punto di vista cromatico, grazie alle immagini e ai colori che vi sono proiettati. Questo progetto trova una bella risposta nella tonica esecuzione dell’Orchestra della Monnaie, diretta da Leo Hussain, che, nelle scelte timbriche e dinamiche, mette in luce, soprattutto nella scena finale, certi riferimenti a Bartòk (in particolare a Musica per archi, percussioni e celesta). In questa messa in scena originale e brillante si inquadra una buona prestazione dei cantanti tra i quali vogliamo segnalare la performance del soprano Barbara Hannigan, nelle due parti di Venus e di Prince Go-Go, in cui dimostra di saper combinare le sue capacità canore a una presenza scenica e di danzatrice e di grande vitalità. Un po' modesto, invece, Pavlo Hunka nel ruolo di Nekrotzar.

Interpreti: Alaxandre Kravests (Piet the Pot), Frances Bourne (Armando), Ilse Eerens (Amanda), Pavlo Hunka (Nekrotzar), Frode Olsen ((Astradamors), Ning Liang (Maesalina) Barabara Hannigan (Venus-Gepopo), Brian Asawa (Prince Go.Go)ì, Eberhard Francesco Lorenz (White Minister), Martin Winkler (Black Minister), Berbard Villiers (Ruffiak), Gerard Lavalle (Schobiack), Jacques Does (Sharbenack)

Regia: Alex Ollé in collaborazione con Valentina Carrasco

Scene: Alfons Flores

Costumi: Lluc Castells

Orchestra: della Monnaie/Munt

Direttore: Leo Hussain

Coro: della Monnaie/Munt

Maestro Coro: Piers Maxim

Luci: Peter Van Praet-video di Fanc Aleu

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo