Iphigénie con intimo sentimento

Muti torna dopo 3 mesi all'Opera per Iphigénie en Aulide di Gluck (col finale di Wagner)

Recensione
classica
Teatro dell'Opera di Roma
Gluck
21 Marzo 2009
La grandiosa ouverture ha passaggi possenti e veloci come un vento di tempesta, realizzati con incisività e nettezza irreprensibili dall'orchestra: speriamo che questo stato di grazia generato dall'amore (corrisposto) per Muti non sia passeggero e porti risultati duraturi. Si direbbe che anche Muti sia cambiato e ora si atteggi meno a "Maestro" (ha perfino accettato i sopratitoli, da lui sempre cipigliosamente proibiti alla Scala). Ma torniamo alla musica. Il Gluck di Muti è neoclassicamente elegante e levigato e questo non significa freddezza marmorea ma sublimata commozione e nobile malinconia. Le passioni messe in moto da questa tragedia non sono infatti epiche ma private: teneri e dolenti amori di figlia, di madre, di padre e di amante, trattenuti ma talmente intensi da commuovere profondamente. Raggiungere questo risultato presuppone un lavoro capillare con orchestra, coro e solisti. Krassimira Stojanova crea con voce purissima ed emissione perfettamente controllata un'Ifigenia virginale, dolce, intensa. Al suo confronto ha qualche durezza la voce di Ekaterina Gubanova, ma questo non disdice a Clitennestra, l'unica ad avere momenti di più tesa drammaticità, nella magnifica aria del terzo atto. Alexey Tikhomirov ha messo al servizio di Agamennone una voce profonda ma morbida e ottime qualità d'interprete. Leggermente più esile vocalmente ma stilisticamente irreprensibile Avi Klember (Achille). Autorevole il Calcante di Riccardo Zanellato. Yannis Kokkos riprende e varia la sua messa in scena del 2002 a Milano. Sotto un cielo basso e opprimente che si confonde con l'azzurro cupo del mare, tra polene di navi che sembrano chiedere che si compia il sacrificio per poter partire, i personaggi recitano in modo misurato e stilizzato, ma le passioni non sono eluse.

Note: Nuovo allestimento

Interpreti: Krassimira Stoyanova / Sophie Marin Degor (Iphigénie), Ekaterina Gubanova / Barbara Di Castri (Clytemnestre), Beatriz Diaz / Giacinta Nicotra (Diane), Avi Klemberg / Piero Pretti (Achille), Alexey Tikhomirov / Luca Dall'Amico (Agamennon), Vittorio Prato/ Mario Cassi (Patrocle), Riccardo Zanellato / Maxim Kuzmin-Karavaev (Calchas)

Regia: Yannis Kokkos

Scene: Yannis Kokkos

Costumi: Yannis Kokkos

Corpo di Ballo: Corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma

Coreografo: Marco Berriel

Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma

Direttore: Riccardo Muti

Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma

Maestro Coro: Andrea Giorgi

Luci: Gianni Manovanini

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