La defezione di una parte degli abbonati non ha tolto intensità e calore al successo del ritorno dell'Olandese Volante al Teatro Verdi di Trieste.

Ospitato alla Sala Tripcovich nell'ambito della seconda rassegna "Salotto cameristico", il magnifico concerto, che è stato registrato live per un cd di prossima uscita, si è avvalso di una acoustic shell (una struttura modulare lignea in multistrato ignifugo) installata sul palcoscenico per ottimizzare al meglio timbri e dinamiche del solista e dell'ensemble, e progettata grazie alla collaborazione tra Studio Musica, Salv.a.ti e Suono Vivo. Ad aprire la soirée le mirabili virtù poetiche e amoureux del "Concerto K. 414" di Mozart: la dizione levigata, l'elegante tornitura del discorso e la trasparente qualità del timbro di Andaloro paiono nascere da una miracolosa coincidenza tra controllo manuale e controllo mentale.

Una produzione fresca e ben allestita per "I quatro rusteghi" di Wolf-Ferrari alla Fenice.

Il regista Carsen ha attualizzato in maniera efficacissima un dramma mitologico in cui si tratta di potere, di ricerca di potere, con Wotan che ha dei progetti costruiti su basi false e vuote, perché parte da un crimine rubando l'anello, ed è quindi condannato sin dall'inizio. Tate è un raffinato cesellatore e dirige analiticamente, ottenendo dall'orchestra suoni puliti, esatti (a parte qualche cedimento degli ottoni). I cantanti, bravissimi, erano tutti sensibilmente consonanti con la linea direttoriale.

digitare o copiare qui il testo in breve della recensione

digitare o copiare qui il testo in breve della recensione

digitare o copiare qui il testo in breve della recensione

Inizia da Venezia la tournée italiana dei Berliner Philharmoniker, un evento straordinario se si pensa che per sole otto volte la leggendaria compagine ha onorato con la propria presenza la città lagunare.

digitare o copiare qui il testo in breve della recensione

su il sipario per una ancestrale meditazione parsifalica, essenziale, epigrammatica, che inclina a est dell'Oriente, all'India, al buddhismo, e che innesta quanto di più totale, dopo Wagner, aveva progettato Skrjabin con il suo incompiuto "Mysterium": quei corpi ignudi, femminili e maschili, cosparsi di terra secca griagiastra, colti in atti velatamente orgiastici nel castello di Klingsor, che fanno corolla al gruppo di fanciulle in un lussureggiante, quanto immaginario giardino del pensiero indiano, rammentano la totalità sensoriale skrjabiniana.

L'opera più luminosa e nobile di Wagner ha trovato in Neuhold un fine concertatore, tant'è che l'esecuzione orchestrale triestina di ieri sera ci è parsa più che notevole e fin dalle prime battute si è compreso che ben poco dell'argenteo colore dell'opera sarebbe andato perduto.

digitare o copiare qui il testo in breve della recensione