La forte teatralità di Amadigi, opera dei primi e più fortunati anni londinesi di Haendel, si attenua ma non svanisce in un'esecuzione in forma di concerto.

Luca Ronconi e Margherita Palli trasformano Alfonso und Estrella di Schubert in uno spettacolare teatro dove interagiscono cantanti e marionette, in mezzo a montagne di strumenti musicali. Cast di voci raffinate, dominato dall'Alfonso di Rainer Trost.

Al Municipale di Piacenza raffinata ed intesa direzione della "Messa da Requiem" di Verdi da parte di Rostropovich, alla guida di un'affidabile Filarmonica Toscanini. Esecuzione arricchita dal progetto visivo di Pier'Alli, realizzato attraverso videoproiezioni cariche di simboli "cosmici" e pittorici. Caloroso il successo di pubblico.

Il debutto romano di Angela Gheorghiu in una "Traviata" natalizia al Teatro Argentina.

Riproposta in apertura di stagione al Regio la Traviata in "poltrona Frau" del Verdi Festival 2001. Nuovo il cast, con una Devia efficace, un Alvarez misurato e una direzione di Palumbo eccessivamente morbida. Il pubblico di Parma ha comunque apprezzato (a parte qualche dissenso rivolto al direttore).

L'austera e antiretorica musica di Pizzetti trova in Raimondi un validissimo interprete, ben sorretto da Bartoletti, ma il resto non è allo stesso livello.

Thomas Allen e Felicity Palmer guidano il trionfo di Sondheim al Covent Garden

"Signor Presidente il Gran Teatro La Fenice è restituito al mondo..." sono queste le parole con cui il Sindaco di Venezia ha presentato al Presidente Ciampi e all'Italia intera la Fenice ricostruita dopo l'incendio del gennaio 1996. Apparentemente eclettico, il programma concertistico, che ha salutato questa rinascita, è in realtà legato da due temi: la celebrazione e la spiritualità. Riccardo Muti ha saputo ottenere il massimo dai musicisti il cui coinvolgimento emotivo era palpabile. La risposta acustica della nuova Fenice è stata buona.

Allestimento "noir" di Giancarlo Cobelli per "Un Ballo in maschera". Cast discreto e buona direzione.

Il "Moïse et Pharaon" diretto da Muti con la regia di Ronconi è una produzione che esprime pienamente lo stile delle due firme

Uno spettacolo coerente e intenso, nato sotto il segno determinante di Anselm Kiefer, e governato dalla regia intelligente di Michael Gruber. Gabrielle Schnaut nella parte di Elektra sfodera una vocalità impressionante.

Andrea Rost, Marcelo Alvarez e un'armonica a bicchieri emergono tra le star della nuova produzione di "Lucia di Lammermoor" al Covent Garden

Le immagini speculari di convergenze e antitesi, di collimazioni e di estraneità, senza soluzioni di continuità, in quadri vagamente espressionisti, in cui si affolla una convulsa animazione pantomimica, si diramano in uno spazio sonoro intrecciato, avido di tutti i generi

Si conclude con un allestimento assai positivo, sotto tutti gli aspetti (vocale, registico, strumentale), il ciclo triennale dedicato dalla Stagione Lirica Teramana / Fondazione Tercas al teatro musicale comico italiano, con la realizzazione di due atti unici del Novecento: Agenzia matrimoniale di Hazon e Una domanda di matrimonio di Chailly hanno mostrato due aspetti (leggero e metateatrale il primo, graffiante e grottesco il secondo) di questo registro drammaturgico.

Nigel Lowery mette in scena l'opera monteverdiana sintetizzando i miti della cultura pop americana. Bella prova dei cantanti e dell'orchestra.

La conduzione della regia da parte di Saverio Marconi, agile e ben calibrata nei movimenti, si è venuta caratterizzando per un certo suo certo garbo e come rispettosa ripresa di uno spirito equilibrato e lontano da eccessi che era proprio di Wolf-Ferrari. Uno spettacolo che tuttavia ci è parso debole, nel rispetto di questo gusto...

Produzione da non perdere di quest'opera negletta, che una lettura musicalmente azzeccata ha fatto sembrare più pregevole di quanto forse non sia

Il momento cuminante del secondo Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra è una magnifica esecuzione della "Creazione" di Haydn con i Wiener Philharmoniker diretti da Nikolaus Harnoncourt.

Robert Wilson mette la sua camicia di forza ad Aida, e tutti ne soffrono: i cantanti, la direzione di Antonio Pappano, ma soprattutto il pubblico.

Zandonai sfoggia un'orchestrazione ancora oggi sorprendente per la sua raffinatezza, ma fine a se stessa, perché messa al servizio d'un testo estraneo alle grandi correnti culturali europee del tempo.

Al Verdi di Trieste "Così fan tutte" si giova di una agile ed equilibrata regia ma manca l'appuntamento con la magia musicale pensata da Mozart.

L'inaugurazione della nuova stagione ha visto la ripresa di un titolo caduto nell'oblio, secondo una versione in cui le parti dialogate sono state trasformate da Minkowski e dal suo assistente Rhorer in recitativi secondo una traccia lasciata da Cajkovskij.

Un baritono verdiano, finalmente: la straordinaria prova di Carlos Alvarez, il suo grandioso, tormentato, mostruoso Rigoletto rimette il canto e la vocalità verdiana autentica al centro della scena, con lui, sicuri e seducenti, Ramon Vargas e Svetla Vassileva. Graham Vick firma una messinscena di segno deciso e conturbante ma con qualche sottolineatura di troppo. Bene sul podio Fabio Luisi.

Un cast vocale d'estrema omogeneità restituisce verve ad un Matrimonio diretto senza troppo amore da Ottavio Dantone.

"Safety Last", film muto con Harold Lloyd del 1923, accompagnato dalle musiche dal vivo della Zeorchestra, ha aperto il festival cinematografico di Torino, che proietta fino al 21 novembre anche alcuni eccezionali titoli di soggetto musicale.

Nell'ambito del festival di musica contemporanea Wien Modern è stata eseguita in prima assoluta la versione integrale dell''opera' "XXXLive Nude Girls" della giovane compositrice irlandese Jennifer Walshe, e per la prima volta le famose bambole per bambini barbie sono salite sul palco di una sala concertistica.

Spettacolo sobrio ma di grande efficacia teatrale, la nuova produzione di "Onegin" presentata al Teatro Verdi di Sassari. Con un ottimo cast nel quale spiccacvano Katia Pellegrino, Arnold Kocharyan, Sergey Drobishevskij, Varduhi Khachatryan e Mikhail Petrenko. E scene di grande suggestione costruite con pochi oggetti e fondali come ologrammi.

Un approccio belcantistico ai Quatto ultimi Lieder: fascino timbrico e morbidezza d'emissione

Il soggetto di "Katia Kabanova", tratto dalla pièce ottocentesca del drammaturgo russo Alexandre Ostrovski, possiede, grazie al suo forte realismo psicologico, ancora oggi una certa attualità: la storia di una donna infelicemente sposata ad un uomo succube di una madre castratrice appartiene in fondo anche alla narrativa (e al quotidiano) nel Novecento.