Al Valle d'Itria la riproposta della versione del Werther che Massenet approntò per il baritono Battistini: altra operazione culturale dagli esiti controversi. Bella la regia di Bernard.

Convincente la riproposta della Proserpine di Paisiello, nel bicentenario della data di stesura, al Festival della Valle d'Itria, che nel progetto del suo direttore artistico Sergio Segalini resta sempre teso a restituire al pubblico i misconosciuti capolavori frutto dell'asse culturale Parigi-Puglia (alias i maestri 'napoletani-emigranti')

L'opera di Mozart ha inaugurato il Cantiere di Montepulciano in un'edizione che puntava sulla comicità, sui ritmi veloci, sulla spontaneità giovanile.

Ai Münchner Opern-Festspiele è stato riproposto l'allestimento di Rinaldo firmato da David Alden, Paul Steinberg e Buki Shiff. Le vicende della Gerusalemme liberata sono state lette come una commedia sexy, un delirio visivo fatto di ambienti coloratissimi, forti contrasti stilistici, un trascinante ritmo di immagini. Ben assecondato dalla direzione di Ivor Bolton.

Dopo 10 anni l'opera torna a Caracalla con una Carmen dall'impostazione sorprendentemente cameristica per un teatro all'aperto

I Münchener Opern-Festspiele hanno riproposto l'allestimento del Ritorno di Ulisse in patria del 2001, con Rodney Gilfry e Vivica Genaux nei ruoli dei protagonisti. La regia di David Alden si muoveva sul confine malcerto tra la amara rappresentazione delle umane fragilità e la vacua ironia.

Trionfano a Bastille Les vêpres siciliennes in versione francese. Tornano all'Opéra national de Paris dopo un secolo e mezzo.

Con l'Otello, trionfa Enelino Pidò alle Chorégies di Oranges. Uno spettacolo musicalmente riusciuto, fino all'ultimo messo in dubbio dagli scioperi.

Dopo trent'anni e 167 repliche vengono ritirate definitivamente Le nozze di Figaro nella regia firmata da Giorgio Strehler. Per la recita d'addio, purtroppo è stato scelto un cast assai fiacco

Opera Barga prosegue la sua esplorazione del repertorio operistico del Prete Rosso riproponendo un emozionante Tito Manlio diretto da Federico Maria Sardelli

Il regista Martin Duncan ha ambientato la Entführung di Monaco in uno spazio attraversato da divani colorati, sospesi per aria come tappeti volanti, e ha sostuito i dialoghi con una narratrice. Intensa e stilisticamente appropriata la resa musicale, affidata alla bacchetta di Daniel Harding e alle voci di Malin Hartelius e Roberto Saccà.

Successo della 'burletta per musica' del giovane Rossini, nella prima giornata di un Festival ricco di appuntamenti dedicati alla musica, danza, teatro e cinema dell'Europa centro orientale.

El Cimarrón, recital per quattro musicisti (esecuzione in forma scenica) di Henze, è stato realizzato presso Macerata nella programmazione congiunta dello Sferisterio e del Festival Terra dei Teatri, in un ottimo ed incisivo allestimento: curato da Brockhaus, puntava tutto sull'elemento naturale della pietra e su un efficacissimo uso delle luci, oltreché su una componente interpretativo-musicale di ottimo livello. Successo pieno.

Il nuovo allestimento della rara opera di Bloch ha convinto per l'approccio visionario ed espressionistico che ha accompagnato il pubblico durante tutta la rappresentazione.

Prosegue con due operine da camera in un atto la serie dedicata da Rocco Mortelliti e Marco Betta al personaggio creato da Andrea Camilleri

A Cagliari è andata in scena un'Aida ambientata dal regista Stephen Medcalf nel periodo delle guerre di fine Ottocento. Il tema della guerra è diventato la chiave di lettura di tutto l'allestimento, con la marcia trionfale trasformata in una esibizione di armi. Scorrevole e brillante la direzione di Maazel. Piena di sfumature espressive l'interpretazione di Norma Fantini.

Prima assoluta del titolo di Amedeo Vives, più legato alla tradizione viennese che al folclore iberico, in uno spettacolo che ha riscosso pieno successo di pubblico al Festival dell'Operetta 2003.

Coraggioso e impegnativo il progetto (di Emilio Sala, così come la revisione musicale) di allestire la pièce di d'Annunzio - nella traduzione di Ettore Janni - accompagnata dalle musiche di scena di Pizzetti, riascoltate per la prima volta dopo la première parigina del 1913. L'esito è stato dei più felici, complice l'intelligente regia di Roberto Recchia, la correttezza del direttore Manlio Benzi e la preparazione degli otto attori, tutti convinti della validità di questa operazione culturale.

Gli scioperi agitano i festival estivi in Francia. A Beaune si comincia con un lungo ritardo. Ma René Jacobs, l'orchestra Il fondamento e il coro Collegium vocale regalano un magico momento al pubblico paziente. E "Belshazzar" assicura il taglio del nastro della XXI edizione del festival borgognone.

La Susanna di Sarah Fox ed il Conte di Mariusz Kwieicen esaltano un ottimo cast nel riallestimento delle Nozze di Figaro a Glyndebourne

L'atto unico di Zemlinsky, annunciato in forma semiscenica, si riduce a un concerto con un minimo di azione, e anche l'esecuzione musicale non è completamente adeguata.

Gian Carlo Menotti torna alla regia e, nonostante i molti ostacoli e imprevisti, riesce a darci un Lohengrin di semplice e toccante bellezza.

Stefania Bonfadelli e Marcelo Alvarez sono stati gli splendidi protagonisti di "Lucia di Lammermoor" di Donizetti, ultimo appuntamento con la stagione lirica genovese. Lo spettacolo è stato diretto con rigore da Patrick Fournillier, mentre la regia, allusiva e alquanto ricca di soluzioni originali, era di Graham Vick. Lo spettacolo è stato ripreso dalla Rai.

La Tosca di James Robert Carson ad Holland Park, con una eccellente Christine Bunning nel ruolo principale, accende l'estate operistica londinese.

"Trovatore" visionario a Ravenna, impostato su una drammaturgia astratta e costruita su proiezioni fotografiche di luoghi tra lo storico e l'industriale. Elementi esterni al dramma verdiano erano gli interventi narrativi che illustravano passo passo la vicenda e la spazializzazione del suono. Ben equilibrata la compagnia di canto, misurato il coro e un poco in ombra l'orchestra.

A quarant'anni dall'esordio scaligero torna a Roma, dove già la si era vista varie volte, la Bohème di Franco Zeffirelli. Ma gli anni passati hanno deposto un denso strato di polvere su uno spettacolo che allora era sembrato giovane e nuovo.

Spettacolo caratterizzato da intenzioni registiche e scenografiche costellate di elementi simbolici. Ma prevale in definitiva una spettacolarità tipicamente areniana, molto colorata e popolata. Direzione d'orchestra non particolarmente incisiva. Convincenti le prestazioni di Cura (Calaf) e della Carosi (Liù), tenuta vocale non sempre controllata della Casolla in Turandot. Buona la resa del coro.

Il baritono Placido Domingo infiamma il pubblico degli Arcimboldi in una zarzuela degli anni Trenta profumata di rosolio d'antan.

Applausi per la direzione di Zubin Mehta e per la Desdemona di Barbara Frittoli, molte contestazioni per il protagonista e per la messinscena, firmata dal pur reputatissimo Lev Dodin, del capolavoro di Verdi da Shakespeare, andato su al Maggio Musicale Fiorentino.