Un Ratto politically correct

Un regista di classe, un direttore mozartiano di lungo corso, un cast di livello complessivamente elevato: ma il risultato è un "Ratto dal serragglio" un po' spento.

Recensione
classica
Teatro delle Muse Ancona
Wolfgang Amadeus Mozart
04 Novembre 2005
Il regista Stephen Medcalf scrive che "le donne non sono intrappolate in un inferno ma in una specie di paradiso" e questo giustifica che i loro uomini sospettino che "possano trarre un segreto piacere dalla loro prigionia e dalle attenzioni dei loro pretendenti": intuizione in sintonia con l'ambiguità mozartiana. Ma, come al solito, quel che il regista scrive è il contrario di quel che fa. Dov'è il "paradiso"? Spariscono il mare, l'arrivo di Selim e Konstanze su "una barca di piacere", il giardino e tutto il resto, sostituiti da una scena unica, un tristissimo sotterraneo dalle alte volte, che andrebbe benissimo come prigione di Florestano o di Posa. Quanto alle "attenzioni dei pretendenti", è vero che Osmin è meno esageratamente e ridicolmente feroce del solito (anche per evitare una politically uncorrect presa in giro dei mussulmani, coi tempi che corrono!) ma solo per trasformarsi in un noioso burocrate seduto a una scrivania a mettere timbri. E così svanisce anche la comicità. Il risultato è che il colorito esotico, la solarità mediterranea, la briosa leggerezza di Mozart restano senza un corrispettivo visivo. Invece sono ben realizzati i personaggi seri, Konstanze e Selim, la cui nobiltà d'animo contiene forse il "messaggio" dell'opera, ma che hanno anche un fondo di convenzionalità. Theodor Guschlbauer, mozartiano di lungo corso, regge il timone con sicurezza, ottiene trasparenza e leggerezza ma è un po' lento e uniforme. Nel cast spicca l'ottimo Belmonte di José Bros, che recupera l'aria del terzo atto spesso tagliata: calda voce latina, morbida tecnica belcantistica, stile mozartiano non surgelato. Sine Bundgaard ha l'aspetto nobile e distaccato di Konstanze, è sublime nel malinconico patetismo di "Traurigkeit" e fatica alquanto tra acuti e agilità di "Martern aller Arten". Loic Felix (Pedrillo) canta bene ed è un attore spigliatissimo e Magali Léger (Blonde) non è da meno. Reinhard Dorn (Osmin) ha conosciuto tempi migliori ma ormai è sfiatato.

Note: Coproduzione Fondazione Teatro delle Muse e Fondazione Teatro Lirico di Cagliari

Interpreti: Sine Bundgaard, Magali Léger, José Bros, Reinhard Dorn, Loïc Felix, Markus John

Regia: Stephen Medcalf

Scene: Isabella Bywater

Costumi: Isabella Bywater

Orchestra: Orchestra Filarmonica Marchigiana

Direttore: Theodor Guschlbauer

Coro: Coro Lirico Marchigiano "V. Bellini"

Maestro Coro: Matteo Salvemini

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