Johnny Cash, alba del rock

Proiezione in anteprima assoluta al Torino Film Festival del film biografico "Walk the line", che il regista James Mangold ha dedicato a Johnny Cash, cantautore degli albori del rock

Recensione
classica
Torino Film Festival Torino
James Mangold
12 Novembre 2005
Negli Stati Uniti il film "Walk the line" esce il 18 novembre. Ma in Italia, al TorinoFilmFestival diretto da Giulia D'Agnolo Vallan e Roberto Turigliatto, si è già visto in anteprima il 12 e 13 scorsi: c'era lo staff della 20th Century Fox, a presentare la biografia che il regista James Mangold ha dedicato al cantautore americano Johnny Cash, star della Sun Record di Sam Phillips di fine Cinquanta e primi Sessanta (girava nello stesso furgone dello stesso show con Jerry Lee Lewis ed Elvis Presley): in Italia uscirà doppiato nelle sale cinematografiche il 10 febbraio 2006. Johnny Cash, "the Man in black", se lo andate a rivedere e risentire sul suo sito ufficiale www.johnnycash.com aveva una faccina più perbene e un po' meno distimica di quella torbida e torva di Joaquin Phoenix (il Commodo del "Gladiator" di Ridley Scott), perfetto nel rappresentarci il Cash disperato e incattivito in preda alle pasticche di droga, bravo a cantare dal vivo tutte le canzoni di Cash, e a suonare quei due o tre accordi essenziali di chitarra, impugnata come un fucile handicappato dalla star dell'America country e blues. Mangold ci spiega che Cash aveva un grande talento musicale naturale, coltivato ascoltando le country sorelle Carter alla radio; l'infanzia era piantagioni di cotone nell'Arkansas, miseria contadina; il padre era uno psicocastratore violento (sino a che un Cash felice in famiglia non impara a maneggiarlo); il fratello muore in un tragico incidente mentre sega la legna per 5 dollari; Johnny tutta la vita cerca nell'amore e nella musica che racconta l'amore e il dolore veritieri il riscatto da quella colpa, e cerca stima di sé: troverà tutto quando finalmente l'adorata compagna di canzoni June Carter accetterà di sposarlo, dopo che lui è stato piantato dalla moglie perbenista, che si è portata via le bambine. Di musicale in questo film c'è l'era insorgente del rock 'n' roll, c'è un inflessibile Sam Phillips, che in una botteguccia di Memphis fa le audizioni a questi ragazzacci, e li trasforma in star storiche della Sun, ci sono i primi colossi della discografia, come i ciccioni manager della Columbia, che pensano a vendere e se ne fottono della creatività dei loro artisti. Johnny Cash, morto nel 2003 dopo decenni di paciosa carriera nella sterminata provincia country americana (sul suo sito, spassose le autoironiche apparizioni televisive – vecchio e bolso - al Muppets Show), aveva nella sua voce scura e triste (imballata in canzoncine divertenti) la Grande Depressione, ed era l'innocente cantore dell'America vera, dei poveri e dei carcerati (memorabile la sequenza che apre e chiude il film, il concerto del '68 – non a caso – nella prigione di Folsom davanti a una scatenata violentissima platea di detenuti) ed è il ponticello che collega Woodie Guthrie a Bob Dylan, cui Martin Scorsese ha dedicato il suo "No direction home" film che sempre al TorinoFilmFestival avrà la sua anteprima, il 19 novembre.

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