Tra le grinfie del "Console"

"Il Console" di Gian Carlo Menotti va in scena a Torino in una rilettura metafisica e inquietante di Walter Le Moli. Ottima prova dell'orchestra diretta da Mark Stringer e del cast, su cui spicca un'accorata Raffaella Angeletti.

Recensione
classica
Teatro Regio Torino
Gian Carlo Menotti
11 Aprile 2006
Introdotto da un messaggio affettuoso del presidente Ciampi letto a sipario chiuso dal sovrintendente, è andata in scena ieri sera al Teatro Regio di Torino la prima del "Console" di Gian Carlo Menotti, alla presenza dell'autore. Un'opera del 1950, accolta all'epoca della sua prima esecuzione da un travolgente successo internazionale, e soprattutto americano: si era in epoca di guerra fredda, e la vicenda claustrofobica e disperata della giovane Magda Sorel, imprigionata al di qua di una frontiera burocraticamente invalicabile, braccata dalla polizia, consegnata a una solitudine crudele e infine spinta al suicidio nel tentativo estremo – e inutile – di salvare il marito, unico affetto che le rimane, parve allora una metafora neanche troppo sottile della vita oltrecortina. Nel frattempo il mondo è cambiato, e il pregevole libretto del "Console", anziché invecchiare, pare essersi tristemente attualizzato. Nella rivendicazione di "terra e libertà", nel pianto sul destino dell'uomo, è facile leggere un'eco delle tragedie che affliggono il mondo oggi. Pure la musica, che cinquant'anni fa, quando più virulente fiorivano le avanguardie, doveva sembrare quasi eretica (tanto da meritarsi gli anatemi di Nono e Stravinskij), nei nostri anni neoromantici può godersi una seconda giovinezza – e peccato se, di tanto in tanto, il Menotti compositore sembra troppo arrendevole nei confronti del Menotti librettista, e non rinuncia a musicare con agio e larghezza scene e situazioni che si avvantaggerebbero di una maggiore concisione drammatica. Bel cast e ottima direzione di Mark Stringer, a capo di un'orchestra sempre più in forma nel repertorio novecentesco. Raffaella Angeletti dà vita a un bellissimo personaggio, accorato e trattenuto, e con l'aria del II atto strappa un applauso a scena aperta. Spettacolo rigoroso e implacabile di Walter Le Moli, che mantiene il controllo assoluto sulla temperatura emotiva del racconto, assecondato anche dalle scene livide e inquietanti nella loro semplicità di Tiziano Santi, nonché dai costumi di Vera Marzot. Platea non gremita, calorosissimo successo al termine.

Note: Nuovo allestimento Teatro Regio

Interpreti: Magda Sorel soprano: Raffaella Angeletti, John Sorel baritono: Vladimir Stoyanov, La madre contralto: Ursula Ferri, La segretaria mezzosoprano: Stefanie Irányi, Agente della polizia segreta basso: Panajotis Iconomou, Kofner baritono: Marcello Lippi, La straniera mezzosoprano: Patrizia Porzio, Anna Gomez soprano: Elena Berera, Vera Boronel contralto: Monica Minarelli, L'illusionista (Nika Magadoff) tenore: Mark Milhofer, Assan baritono: Enrico Marabelli, Primo poliziotto in borghese attore: Nanni Tormen, Secondo poliziotto in borghese attore: Paolo Paolini, Terzo poliziotto in borghese attore: Patrizio Trivellini

Regia: Walter Le Moli, Luci Claudio Coloretti

Scene: Tiziano Santi

Costumi: Vera Marzot

Coreografo: Sara Venturino

Orchestra: Orchestra del Teatro Regio

Direttore: Mark Stringer

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