Prospero, esempio di opera italiana

Grande successo a Norimberga per la nuova opera di Luca Lombardi, di grande efficacia teatrale. L'allestimento di Andrea Raabe sottolineava la dimensione favolistica della vicenda. Ottima la prova del baritono Hans-Christoph Begemann nel ruolo di Prospero.

Recensione
classica
Staatstheater Norimberga
Luca Lombardi
15 Aprile 2006
"Dunque l'opera italiana vive ancora!" Era la compiaciuta constatazione che circolava tra il pubblico della prima di Prospero, opera di Luca Lombardi messa in scena allo Staatstheater di Norimberga. Entusiasmo e applausi a scena aperta suscitati da una musica che enfatizzava la dimensione favolistica della Tempesta di Shakespeare, e ne sottolineava in maniera esplicita, senza astrazioni e intellettualismi, i grandi sentimenti che la pervadono, dall'amore alla brama di potere. Come un'opera di Verdi. La scrittura musicale, duttilissima e molto teatrale (che evocava anche Busoni e Dallapiccola), sfruttava la spazializzazione delle percussioni dislocate nei palchetti laterali e sosteneva il canto toccando diversi registri espressivi: da quello nobile e riflessivo di Porspero (parte impegnativa affrontata magistralmente dal baritono Hans-Christoph Begemann), accompagnato da un violoncello solista sul proscenio; a quello lirico, con venature vagamente esotiche, che accompagnava i duetti di Miranda e Ferdinando; da quello magico che accompagnava i sortilegi e le immagini meravigliose create da Ariel; a quello grottesco e graffiante associato a Caliban (grande voce e bravo attore il baritono Wolfgang Newerla) e ai dei due marinai ubriachi. Efficace l'idea di motliplicare Ariel con quattro voci femminili, che si intrecciavano al flauto solista di Roberto Fabbriciani, deambulante in scena. La regia di Andrea Raabe mirava a creare una dimensione irreale e animata, giocando sul trucco, gli abiti, le posture clownesche dei personaggi (a parte Prospero in frac), sul continuo movimento dei quattro bianchissimi Ariel che sembravano mossi dai gesti di Prospero, sui colori cangianti del cielo, in un fondale che proiettava anche le tempeste, i voli, i miraggi dell'isola magica.

Interpreti: Hans-Christoph Begemann, Wolfgang Newerla; flauto solista: Roberto Fabbriciani

Regia: Andrea Raabe

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