Ogni uomo ha il suo "doppio"

Andrej, scienziato,decide di andare a riposarsi in campagna da Pessotski che ha dedicato la propria esistenza ad edificare il suo frutteto.Lo aiuta la figlia Tanja.La campagna inebria lo studioso,che non si preoccupa quando comincia ad avere le visioni di un monaco nero che vaga per la campagna,e chiede Tanja in moglie.Presto si palesano i segni dello squilibrio mentale di Andrej.Egli maltratta il vecchio che muore.Andrej è vittima della follia.

Recensione
classica
Opernhaus Lipsia
Philippe Hersant
06 Maggio 2006
In prima mondiale il frutto del lavoro compositivo del francese Philippe Hersant: nei momenti importanti della sua vita al giovane Andrej appare il monaco nero che lo influenza nelle sue decisioni. E' questo un personaggio reale o una visione di Andrej, un alter ego che lo invita al dialogo? Ogni personaggio risulta essere ambiguo, e a livello scenico ognuno di essi ha il suo "doppio"; sulla scena appaiono Andrej e Taja e altre tre comparse che impersonano i loro stessi ruoli. Ogni figura esprime la propria interiorità, il proprio Io. La difficoltà della regista sta nel rappresentare i diversi livelli dei personaggi, di esprimere la loro interiorità. Andrej è l'intellettuale, rappresentato come un male assoluto, crudele e sprezzante, un folle criminale che si ciba delle proprie allucinazioni. Disprezzerà tutto ma rimpiangerà fino all'ultimo il profumo della campagna, che è la vita e che lui ha distrutto. Tanja è un personaggio non ben definito, il suo futuro è ancora un'incognita. Figura chiave dell'opera è quella di Mönch: non esiste realmente, è un'allucinazione che rappresenta l'ambizione smisurata di un megalomane egoista che si crede un genio destinato alla gloria e disprezza tutto il resto. L'opera, ad atto unico, in otto scene, ha un'ambientazione unica: il frutteto di proprietà di Pessotski. Il giardino e la natura con le sue stagioni sono simbolo sia dello scorrere del tempo che della libertà. Non si tratta tuttavia di un giardino realistico, la regista sceglie di rappresentarlo in modo stilizzato: gli alberi sembrano essere fusti con palle di neve, tutto è bianco, non ci sono colori né giochi di luce. L'orchestrazione è quella classica, la linea del canto non ha una melodia, sembra essere un recitativo dall'inizio alla fine. Buona l'interpretazione di cantanti, orchestra e direttore.

Interpreti: Marika Schönberg (Tanja), Tuomas Pursio (Andrej Kowrin), Martin Petzold (Pessotski), Ulrich Dünnebach (Der Mönch)

Regia: Tatjana Gürbaca

Scene: Klaus Grünberg

Costumi: Florence von Gerkan

Orchestra: Orchestra della Gewandhaus

Direttore: Axel Kober 

Coro: Coro maschile della Opernhaus Leipzig

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