L'Antieroe mozartiano

La seconda nuova produzione della Neue Oper Wien nell'ambito dell'anno mozartiano si costruisce come interazione di testo, musica, danza e canto e solo nel corso del suo sviluppo si definisce come opera. Il riferimento a Mozart è minimale.

Recensione
classica
Halle E im Museumsquartier Vienna Wien
Dieter Kaufmann
01 Aprile 2006
Se Mozart è l'eroe assoluto del 2006, Piccoletto - protagonista della nuova opera di Kaufmann - ne è l'antieroe, l'uomo comune che muore e viene dimenticato. Tranne l'uso estraniato di frammenti di Requiem e del Flauto magico, questa è l'unica relazione a legittimare la presenza del lavoro nel calendario delle commissioni dell'Anno Mozartiano. Sviluppata su un testo dell'austriaco Winkler, che per lungo tempo ha vissuto a Roma, la storia è ambientata tra i banchi del mercato di Piazza Vittorio e davanti a San Pietro. Se il primo scenario dà la possibilità di interpretare le vicende umane come natura morta trasbordante sensualità e ambivalenze, il secondo diviene il pretesto per una violenta critica all'essenza della doppia morale ecclesiastica. La partitura nasce interagendo con il testo, e si sviluppa in una commistione di parola, canto, danza e musica. Non a caso il compositore parla di Parola/Gioco/Danza/Immagine. Kaufmann ripropone il modello dell'opera d'arte totale in divenire, intersecando gli elementi fino a raggiungere l'ambita "Opera". La König come voce narrante, ricca della sua esperienza, porta avanti il flusso narrativo e drammatico con piacevole chiarezza. La Sip è spesso insicura nell'intonazione, aspra nel cambio dei registri, monotona la sua gamma espressiva. L'ottetto vocale non sa imporsi nei volumi. Il violino solista della Denisova merita una lode speciale. Alla fine si ha l'impressione che poco sia rimasto. Non ci sono momenti salienti, così che l'allestimento risulta insipido, troppo lungo e a tratti pesante. C'è però la particolare ricezione dell'Italia di due artisti stranieri. Un'immagine, in via eccezionale, povera di cliché, ma piena di marcio e doppi significati. E questo dice molto, soprattutto in tempo di elezioni.

Note: Commissione WIENER MOZARTJAHR 2006. Prima esecuzione assoluta

Interpreti: Voce recitante Gunda König; Soprano Jowita Sip; Voce recitante Manuel Rubey; Violino solista Elena Denisova Ensemble vocale: Tamara Gallo, Elisabeth Lang, Agnes Scheibelreiter, Elena Suvorova, Gernot Heinrich, Roman Payer, Michael Schwendinger, Thomas Weinhappel Danzatori Peter Beil, Udo Kawasser, Julio Cesar Lepe Hermandez, Ina Rager

Regia: Alexander Kubelka

Scene: Alexander Kubelka; Luci Norbert Chmel

Costumi: Devi Saha

Coreografo: Bert Gstettner

Orchestra: Amadeus Ensemble Wien

Direttore: Walter Kobéra

Maestro Coro: Michael Grohotolsky

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica