Ritorno al teatro

Glyndebourne inaugura la nuova stagione con una splendida nuova produzione di Cenerentola, continuando così la sua grande tradizione rossiniana.

Recensione
classica
Glyndebourne Festival Glyndebourne
Gioachino Rossini
19 Maggio 2005
A prima vista la nuova produzione di Peter Hall della Cenerentola può sembrare semplicemente un lavoro tradizionale: ambientata ad inizio Ottocento, letterale nei costumi e nelle scene, senza chiavi di lettura concettuali o astruse. Ma a ben guardare, ci si accorge che porta l'impronta del vero uomo di teatro: lo spazio scenico definito dalle splendide scene di Hildegard Bechtler - in particolare il palazzo di Don Magnifico, dominato da un finestrone che proietta il mondo esterno - è costantemente usato in maniera tridimensionale, anche grazie alle luci di Peter Mumford, quasi musicali nella loro attenzione al momento sonoro; le relazioni tra i caratteri, definiti ben al di là della maschera buffa che portano, non sono necessariamente quelle previste - Don Magnifico si prende delle libertà con le figlie, che a ragione mostrano tratti di nevrosi, le tre sorelle vengono alle mani, Angelina non è un ritratto di passiva umiltà, ma conserva un temperamento orgoglioso e ribelle, che il marito probabilmente non tarderà a scoprire. Soprattutto, il ricco testo di Ferretti è posto in primo piano, ogni frase sottolineata e scolpita dall'azione scenica, al punto che a tratti ci si dimentica di essere in un teatro lirico piuttosto che in un teatro di prosa. Forse la maggiore virtù di Hall è quella di lasciare spazio ai personaggi: le sorellastre di Raqueel Sheeran e Lucia Cirillo, il dirompente Don Magnifico di Luciano Di Pasquale, il filosofico e misurato Dandini di Simone Alberghini. Maxim Mironov è un Don Ramiro dall'aspetto angelico e dagli acuti elettrizzanti, e Ruxandra Donose è una splendida Angelina, vivace, divertente, e vocalmente ineccepibile, ogni frase disegnata con grande musicalità e intelligenza drammatica. La lettura di Vladimir Jurowski è attenta e ben definita, anche se a tratti un po' seriosa, e dopo un inizio incerto riesce ad infondere la London Philharmonic Orchestra della necessaria scintilla, grazie ad una felice scelta di tempi e ad una grande attenzione ai contrasti dinamici.

Interpreti: Don Ramiro: Maxim Mironov, Dandini: Simone Alberghini, Don Magnifico: Luciano Di Pasquale, Clorinda: Raquela Sheeran, Tisbe: Lucia Cirillo, Angelina: Ruxandra Donose, Alidoro: Nathan Berg

Regia: Peter Hall

Scene: Hildegard Bechtler

Costumi: Moritz Junge

Coreografo: Lynne Hockney

Orchestra: London Philharmonic Orchestra

Direttore: Vladimir Jurowski/Roberto Polastri (9 e 13 luglio)

Coro: The Glyndebourne Chorus

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