Il pasticcio ideato nel 1789 a Vienna da Lorenzo Da Ponte ha oggi un interesse prevalentemente musicologico

Il rischio, a leggere la trama, è che un regista "alla tedesca" la trasformi nel primo caso di truffa sportiva raccontata in un' opera lirica (Licida chiede a Megacle di gareggiare al suo posto alle Olimpiadi, così se Megacle/Licida vincerà, Licida potrà sposare Aristea) ambientandola in tempi moderni con moviole, antidoping e interviste agli atleti.

Teatro Comunale di Bologna, Conservatorio, Università e Accademia di Belle Arti riesumano con begli esiti Malombra, opera nel cassetto di Marco Enrico Bossi

Anteprima a scopo benefico, davanti a una piccola platea di trecento persone, della nuova "opera" di Riccardo Cocciante e Pasquale Panella: ha poco di originale ma è facile predirle un grande successo.

Al festival Settembre Musica di Torino una tre giorni per "Qatsi" (1983-2002) l'integrale del ciclo di tre documentari di Godfrey Reggio con le colonne sonore di Philip Glass eseguite dal vivo dallo stesso compositore.

La classe esecutiva di Irvine Arditti ha tenuto a battesimo la XV edizione della rassegna "Traiettorie" di Parma con un programma per violino solo in cui sono emerse le composizioni di Berio, Kurtag e Sciarrino. Numeroso il pubblico presente al teatro Farnese.

A fine 1798, Spontini presenta a Palermo, la commedia per musica in due atti "Li finti filosofi", che deriva dalla farsa "L'erosimo ridicolo", con l'aggiunta di sette nuovi numeri, il rifacimento totale di un altro, la sostituzione del dialetto patenopeo con la lingua italiana: ma l'opera comica non è fatta per lui.

Una giovane compagnia viennese propone un progetto innovativo e originale presentando un oratorio di Händel in un cinema e accompagnando la rappresentazione scenica con delle immagini cinematografiche. Ma il tutto è ancora molto immaturo, grezzo, e in definitiva l'allestimento risulta monotono e poco accattivante.

In prima mondiale a Erfurt, in Germania, la nuova opera di Philip Glass, tratta dal romanzo "Waiting for the Barbarians" dello scrittore sudafricano John M. Coetzee

Più che un concerto-spettacolo, quella che il gruppo belga Ictus Ensemble ha portato ieri sera a Torino per Settembre Musica è un'opera da camera per due voci e piccola orchestra, in cui i songs di Kurt Weill si sposano a quelli di Tom Waits in un gioco di rimandi e contrapposizioni che dà vita a un'idea narrativa, più che drammaturgica.

Nel concerto-spettacolo "Lontano dagli occhi" i Canti polacchi di Chopin, accostati a brani delle lettere, rivelano di non essere affatto trascurabili e di rappresentare un angolo piccolo ma non tracurabile del mondo del compositore.

Raccontare delle ovazioni, dei fiori e del pubblico festante in piedi per tanti minuti sembrerebbe quasi scontato e superfluo, ma non lo è riferendosi alla serata che ha chiuso l'attività estiva dell'Orchestra di Lucerna, in cui la suite dal "Prometeo" di Luigi Nono ha tenuto la sala di Jean Nouvel col fiato sospeso per tutta la sua durata fino al successo grandissimo che tutti i suoi artefici hanno ricevuto in conclusione.

Una realizzazione scenicamente sbagliata e musicalmente non travolgente di una delle opere serie di Rossini più rare e meno fortunate presso pubblico e critica

Scene mobili e bravissimi cantanti-attori per un Barbiere di Siviglia fancamente comico ma anche acido e cattivo.

Il Decebalo, festa teatrale tra le ultime partiture di Leo, è stato proposto nell'ambito del Festival Mezza Estate in un'edizione non-scenica guidata dal musicologo Lorenzo Tozzi: molto interessante la partitura, e bella in molte Arie, anche se non realizzata con alta qualità interpretativa, sia nelle voci che nella guida strumentale, tuttavia molto applaudite.

La prima esecuzione austriaca del Knot Garden di Michael Tippett si è rivelata un allestimento soporifero e privo di idee pregnanti in cui anche l'ensemble e i cantanti hanno reso la partitura in maniera piatta e monotona.

Martha Argerich è fedele all'impegno preso e arriva alla XXV edizione del Festival pianistico della Roque d'Anthéron. regala un concero fiume in compagnia dei giovanissimi Renaud (violino) e Gauthier (vioncello) Capuçon. Manco a dirlo: è un trionfo.

Una ri-scrittura musicale e scenica del Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi da parte di Battistelli e Martone ha riscosso un successo pieno nel Ravello Festival: lo spazio pensato in modo significativo per i Giardini di Villa Rufolo, sospesi tra oriente e occidente, è il luogo di un processo insieme umano e alchemico, cui la partitura di Battistelli, rispettosa dell'originale e insieme personale e ben strutturata nella re-invenzione timbrica, contribuisce con un proprio livello di senso.

Dopo quella di Vinci, i Turchini sotto la guida di Antonio Florio affrontano la "Partenope" di Haendel, proposta al Festival di Beaune. Per il pubblico, un'occasione per confrontare le due opere e per scoprire il complesso napoletano alle prese con un grande capolavoro.

Va in scena al Festival di Montpellier e di Radio France una vera novità, attesissima da musicologi e da appassionati: "La Festa cinese" su libretto di Metastasio e musica di Nicola Conforto. Fabio Biondi e l'Europa galante offrono un'interpretazione piena di gusto.

Successo trionfale a Erl, in Tirolo, per il "Ring" wagneriano diretto da Kuhn

Placido Domingo dirige "Aida" in modo solidamente tradizionale, ma con scarso approfondimento, accompagnamenti di routine e qualche difetto tecnico.

Dopo l'esito impeccabile del Knot Garden di Michael Tippett al Teatro Poliziano, fallisce nella Piazza Grande di Montepulciano l'operazione Don Chisciotte di Paisiello/Henze, che veniva riproposto dalla trentesima edizione del Cantiere Internazionale fondato da Hans Werner Henze, in ricordo della prima assoluta del 1976.

Al Cantiere Internazionale di Montepulciano la prima italiana, efficacemente diretta da Jan Latham – Koenig, di The Knot Garden di sir Michael Tippett (Londra 1970), una rilettura della Tempesta shakespeariana in cui il novello Prospero è uno psicanalista, Mangus, alle prese con le sindromi del mondo contemporaneo.

Ancora un ottimo spettacolo, il secondo presentato dall'Opera North al Ravenna Festival: la "Julietta" di Martinu (1938), presentata in prima italiana in una versione in lingua inglese, si è dimostrata - attraverso l'organico allestimento di David Pountney e l'ottima resa attoriale degli interpreti vocali - opera non secondaria nel teatro musicale del Novecento, occupandovi una posizione in linea con tematiche e tendenze letterarie internazionali e lontano dall'eclettismo con cui spesso si bolla l'autore.

One Touch of Venus, seconda musical comedy di Weill per Broadway, è stata assai applaudita al Ravenna Festival: l'eleganza del lavoro e insieme la sua efficacia satirica del lavoro, diretta soprattutto verso la morale sessuale e coniugale maschio-centrica e l'onnipotenza del denaro, hanno avuto pregevoli realizzatori (ottima la regia nel ritmo e preparatissimi gli interpreti) nei complessi dell'Opera North di Leeds.

L'opera più lunga di Verdi, nonché una delle più complesse, messa in scena con scarsi mezzi, per aggirare i limiti di budget che quest'anno affliggono lo Sferisterio come e più delle altre istituzioni musicali italiane. L'esperimento è fallito, ma resta la voglia di riporovarci un'altra volta, magari con maggiore avvedutezza.

Nella chiesa senese di Sant'Agostino per la Settimana Musicale Senese prima assoluta per la Ville Morte di Nadia Boulanger e Raoul Pugno, fascinoso documento di un'epoca letteraria e musicale, fra suggestione simbolista, brivido decadente, echi del Pélleas.

Due celebri scrittori francesi all'origine dei due atti unici di Poulenc e Tutino, diversissimi ma collegati da varie affinità sotterranee.

Due appuntamenti del ciclo "Il viaggio", ideato e realizzato da David Riondino a Città Castello attorno a un'idea di narrazione recitata con musica, hanno evidenziato una propensione a rivivere in chiave concertistica la forma del radiodramma, finalizzando in questa direzione gli essenziali elementi sonori a disposizione. Ottima la prova degli interpreti, e di Riondino in particolare nella veste di narratore.