Metti un mito nella belle époque

Paride ed Elena, la meno nota e fortunata collaborazione tra Gluck e Calzabigi (non a caso, vista la compresenza di vette di scavo psicologico-musicale e debolezze drammaturgico-compositive), è andata in scena in un allestimento assai elegante e calibrato, ambientato nella belle-époque, e realizzato da giovani interpreti di un laboratorio dei teatri di Pisa Lucca e Livorno. Pubblico inizialmente poco reattivo, ma infine calorosamente plaudente.

Recensione
classica
Teatro Verdi Pisa
Christoph Willibald Gluck
05 Febbraio 2008
In un sontuoso spazio neoclassico, allusivo di diverse fins-de-siècle, Amore entra in scena come un dispettoso Gianburrasca, e dà il via alle azioni scenico-coreografiche con personaggi sempre in costume belle époque. Così Venere diventa una gran dama in abito da passeggio, mentre gli atleti spartani indossano tenute da prima olimpiade di Atene. Certo, di vera azione drammatico-musicale, nella meno nota e fortunata collaborazione tra Gluck e Calzabigi, non ce n'è almeno fino al terzo atto, quando Paride inizia le schermaglie e gli assalti alla virtù di Elena. Fino ad allora, c'è il sottile corpo a corpo di Gluck con le forme e gli stilemi (prosodico-musicali) dell'opera italiana; torsione che ingrana solo quando lo spessore psicologico dei personaggi inizia ad acquisire consistenza, e che ha una vetta nell'a solo di Elena nel IV atto, dove il rovello interiore tra amore e fedeltà genera soluzioni di valore assoluto. E' storicamente ed esteticamente ingiusto, ma inevitabile, comparare quest'opera ai raggiungimenti mozartiani, che le devono moltissimo fino al Don Giovanni e a Così fan tutte (guarda caso ancora sul tema della virtù in periglio), ma che hanno superato ormai i tratti anfibi o irrisolti di questo importante modello; tuttavia le gemme non si fermano qui, e nell'integrazione e sublimazione delle volute belcantistiche entro il declamato puntano perfino a Bellini. Lode dunque agli enti del Laboratorio Toscano per la Lirica per l'aver riproposto il titolo, perdipiù facendone un'opera-studio per giovani che si sono onorevolmente disimpegnati in un allestimento assai elegante e segnato da una precisa cifra espressiva, guidato musicalmente da un Filippo M. Bressan sempre attento alla morbidezza di suono dell'orchestra e alla misura interpretativa delle voci.

Note: nuovo allestimento del Teatro di Pisa in coproduzione con Teatro Goldoni di Livorno, Teatro del Giglio di Lucca, Opera Royal de Wallonie di Liegi NOTE: da aggiungere alla locandina gli interpreti principali: Elena, Esther Andaloro Paride, Carlos Natale Amore, Chiara Pieretti Pallade, Stefania Campicelli Soli dal coro, Giorgia Cinciripi, Matteo Pavlica, Louisa Petasi, Marco Rencinai, Antonella Schiazza Coreografie di Ilaria Moretti danzate dal Gruppo Icaro

Interpreti: La scelta degli interpreti è il risultato del Laboratorio LTL Opera Studio 2007

Regia: Andrea Cigni

Scene: Lorenzo Cutùli

Costumi: Lorenzo Cutùli

Orchestra: Orchestra per la Lirica Toscana

Direttore: Filippo Maria Bressan

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