Inizia da Venezia la tournée italiana dei Berliner Philharmoniker, un evento straordinario se si pensa che per sole otto volte la leggendaria compagine ha onorato con la propria presenza la città lagunare.

La Volksoper di Vienna propone un allestimento di La sposa venduta di Smetana che cerca nuove soluzioni di regia senza però abbandonare i cliscée che non possono mancare quando ci si trova di fronte alla cosiddetta opera nazionale. Buono il cast dei cantanti, poco differenziata la resa orchestrale.

Giacomo Puccini inaugura per la prima volta il Maggio Musicale Fiorentino con Tosca sotto la direzione di Zubin Mehta. Grande prova vocale di Violeta Urmana al suo debutto nel ruolo, affiancata da Marcus Haddock e dal veterano Ruggero Raimondi, contestata la messinscena in chiave novecentesca di Giorgio Barberio Corsetti.

La Neue Oper Wien esegue in prima assoluta l'Orfeo di Christoph Cech, un lavoro per la scena costruito partendo dall'ononimo modello monteverdiano. Nonostante la regia problematica e la dizione incomprensibile dei cantanti, un'interessante riflessione sulle attuali possibilità del teatro musicale.

Per Alberto Colla un'eroina della vocalità: la tragica Else di Arthur Schnitzler rivive nel monodramma per soprano (Elena Bakanova) e orchestra, novità assoluta per l'Orchestra della Toscana del compositore di Alessandria, dedicata alla memoria di Sergio Sablich che l'aveva commissionata.

Ogni ritorno di Claudio Abbado sul podio rappresenta un evento culturale e mediatico senza paragoni

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Una grande luna bianca domina la scena, su di essa si erge la figura di Salome, è un istante in cui il silenzio è rotto dal fruscio di delicati veli: ha inizio il dramma.

Nella sua quinta opera teatrale Marcello Panni si misura con un'icona sacra della storia nazionale come Garibaldi, recuperando la prospettiva assunta da Alexandre Dumas nel suo feuilletton "Les Garibaldiens"

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Il Mefistofele di Boito è andato in scena al Teatro Marrucino di Chieti in un nuovo allestimento che si è rivelato più un training per il giovane organismo abruzzese, che una produzione compiuta: molti i difetti e le lacune, distribuiti in tutte le componenti di uno spettacolo volenteroso, ma al di sotto di uno standard soddisfacente.

La storica edizione che dell'opera stravinskijana fece quasi mezzo secolo fa l'Opera di Roma, con la regia dell'allora giovane Luigi Squarzina e le scene e i costumi di Giacomo Manzù, appare ancora oggi ideale e ripropone l'idea platonica della tragedia greca con immagini per nulla invecchiate. Bene John Hulenhopp (Edipo) e la Pinter, non più che discreti gli altri cantanti. Accurata ma un po' spenta al direzione di Zoltan Pesko.

Vi sono tutti gli ingredienti per confezionare un ottimo "Trovatore", ma le scelte stilistiche inficiano il risultato complessivo, procurando un'esecuzione senza storia

Nuova produzione per il Grand Théatre di Ginevra, che ha saputo interpretare il romanticismo, questa volta italiano, della tragedia lirica in due atti di Donizetti, Maria Stuarda, attraverso un cast internazionale dove solo direttore, basso e baritono erano italiani.

Esecuzione vocale e strumentale di prestigio, nonostante una serie di scelte musicali non sempre condivisibili

Cantanti di primissimo ordine per un "Oedipus Rex" di struggente umanità

La "Walchiria" torna al San Carlo dopo giusto un quarto di secolo con uno spettacolo asciutto, essenziale, privo di facili lusinghe sceniche, con un impatto lento ma profondo; uno spettacolo in cui si incontrano e si fondono armoniosamente le prospettive degli artefici principali

Come in un lungo, ininterrotto festeggiamento, si susseguono le apparizioni italiane coincidenti con l'ottantesimo compleanno del grande direttore francese, giunto ora a inaugurare una nuova edizione del Festival bolognese

Prima assoluta della Nave a tre piani, operina in un atto di Ravasini e Boccadoro, destinata ad ascoltatori tra i 10e i 14 anni: ma scrivere un'opera per ragazzi è più difficile di quanto gli autori sembrano credere!

Il Wotan di Bryn Terfel, imponente e vulnerabile, trionfa nella nuova produzione di Walküre al Covent Garden

Con grazia e leggerezza la Kammeroper propone il Venus e Adonis di John Blow in prima esecuzione austriaca. Il team della regia è lo stesso che ha assistito Schlingensief nel Parsifal dello scorso Bayreuth e il suo concetto cerca di trasportare in un discorso attuale con l'uso di immagini e multimedia il teatro illusionista barocco. Un ottimo esperimento che catapulta la Kammeroper ai primi posti della scena teatrale e operistica viennese.

Prima assoluta al Malibran di Venezia per il lavoro che De Pirro ha realizzato insieme a docenti e studenti, sorta di favola per avvicinare giovani e meno giovani al linguaggio della musica e del mondo delle immagini che nel teatro d'opera magicamente si rinnovano a ogni occasione, liberi da qualsiasi condizionamento di un mondo sempre più tendente alla mercificazione.

La partitura cinematografica di Mascagni è stata per la prima volta eseguita in un'edizione il più possibile corretta (l'originale è infatti perduto): l'ascolto è indubbiamente interessante, nonostante la modesta qualità musicale.

Opera narrativamente intensa questa creazione dell'autore di casa della Monnaie, alla ricerca della complessità dell'essere. Una scrittura musicale raffinata e di stampo quasi solistico, un uso della voce volto a favorire la comprensione del testo all'ascolto per meglio mettere in scenza emozioni e conflitti

Vivo successo a Praga per la prima assoluta di "Montezuma (La Conquista)" di Lorenzo Ferrero

su il sipario per una ancestrale meditazione parsifalica, essenziale, epigrammatica, che inclina a est dell'Oriente, all'India, al buddhismo, e che innesta quanto di più totale, dopo Wagner, aveva progettato Skrjabin con il suo incompiuto "Mysterium": quei corpi ignudi, femminili e maschili, cosparsi di terra secca griagiastra, colti in atti velatamente orgiastici nel castello di Klingsor, che fanno corolla al gruppo di fanciulle in un lussureggiante, quanto immaginario giardino del pensiero indiano, rammentano la totalità sensoriale skrjabiniana.

Agli Arcimboldi una serata di ottima danza, complice una compagnia della Scala in gran forma, motivata, ben scelta nei ruoli solistici: le cure energiche del direttore Frédéric Olivieri danno dei frutti. Angelin Preljocaj, di origine albanese, oggi cinquantenne, è il migliore coreografo attivo oggi in Francia e tra i maggiori a livello internazionale, l'inglese Christopher Wheeldon e l'italiano di La Spezia Jacopo Godani, molto più giovani, sono due belle realtà.

A inizio spettacolo per conto della rappresentanza sindacale dell'Opera di Roma il direttore artistico Mauro Trombetta ha letto un comunicato di protesta contro i tagli del Fus e il decreto Asciutti sulle Fondazioni lirico-sinfoniche, riscuotendo l'approvazione del pubblico.

Straordinario Temirkanov in una Dama di Picche più da ascoltare che da vedere. Seconda compagnia di ottimo liello complessivo; sempre grande il coro istruito da Bruno Casoni.