Titania la "verde"

Albertazzi propone contenuti che ci riportano all'oggi: zingari cacciati, rapimenti di minore, riferimenti espliciti ai disastri ecologici. La musica di Liberovoci si confronta con la tradizione operistica attraverso una miscela di generi e stili, muovendosi in un panorama saldamente tonale, inserendo oasi strumentali cariche di tensione comunicativa, e tessiture vocali giocate tra il canto lirico e melodie più libere. Applausi alla fine.

Recensione
classica
Teatro Municipale Piacenza
22 Marzo 2007
Albertazzi, attraverso il libretto di "Titania la Rossa", ha scelto di raccontare le vicende di un gruppo di zingari cacciati dal loro campo e accusati di rapimento di minore. Contenuti che ci riportano all'oggi, specie se il tutto viene corroborato – nelle parole della protagonista – da riferimenti espliciti ai disastri ecologici nel nostro tempo: "Il pianeta brucia e anche il mare [...] Una catastrofe di cui tu ti imbelletti / con i tuoi embrioni e le tue staminali...". Parole rivolte al sindaco della città, simbolo del potere socio-politico-economico, in una vicenda che pone al centro le sorti di un bambino che diviene vittima innocente di una contrapposizione tra legalità – sindaco e forze dell'ordine – e extra-legalità, rappresentata dalla comunità degli zingari. Una metafora anche semplice, ma che qui si trova a fare da sfondo a numerosi messaggi, messi a fuoco solo in parte. La musica di Liberovoci si confronta con la tradizione operistica attraverso un impianto formale che prevede duetti, terzetti, e così via. Un contenitore nel quale il compositore riesce a mischiare generi e stili, muovendosi in un panorama saldamente tonale, inserendo oasi strumentali – ouverture e passaggi di raccordo tra una scena e l'altra – cariche di tensione comunicativa, e tessiture vocali giocate tra il canto lirico e melodie più libere affidate alla protagonista, incarnata con passione da Ottavia Fusco. Tra gli altri protagonisti sono da citare Zoe di Giovanna Beretta, Oberoni (il sindaco) di Roberto De Biasio, Andrea di Claudio Sgura e la voce bianca di Alice Sinigaglia nei panni del bambino Fortunio. Orchestra della Toscanini e Coro del Municipale attenti alle indicazioni del direttore Gloria Clemente. Applausi misurati hanno premiato questa proposta di teatro contemporaneo.

Note: Prima esecuzione assoluta.

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