A Bologna con l'Orchestra del Comunale

classica

Il Teatro Comunale di Bologna in trasferta nella vicina sala del Duse: la regìa di Lucio Dalla reinventa "L'Opera del Mendicante" di Gay/Pepusch, e strapazzando il testo originale tutela l'intenzione degli autori.

La sala ottocentesca del teatro parigino si è tinta dei colori del Rajastan per la rappresentazione di Padmâvatî, opéra-ballet in due atti del compositore-marinaio, rappresentata per la prima volta all'Opéra di Parigi il 1 giugno 1923. Si narra la leggenda della regina di Tchitor, "femme fatale" suo malgrado che, per sfuggire alla bramosia di Alaouddin, sultano dei mongoli, pugnala e segue l'amato marito Ratan-Sen fino al rogo funebre.

La nuova stagione concepita da Jérôme Deschamps è un vero festival d'intelligenza e di novità. Torna all'Opéra-Comique, l'opera di Hérold "Zampa" rappresentata proprio alla salle Ventadour nel 1831 e in repertorio per tutto l'Ottocento. William Christie e i Talents lyriques affrontano un repertorio che non è il loro. Trionfa Patricia Petibon. Una bella sorpresa pure il tenore Bernard Richter.

Un'orchestra sinfonica e un trio jazz con il pianoforte; due figure eclettiche come il direttore Luciano di Giandomenico e il pianista Carlo Negroni: sono queste le premesse di CONTEMPORANEAmente Jazz.

Alcione di Marin Marais torna dopo un lunghissimo silenzio: 237 anni senza realizzazioni sceniche! La regia di Harnoncourt punta sull'azione continua. Più pacata, invece, la direzione musicale di Duftschmid, di fronte a un ensemble concentrato sulla resa sonora, sempre precisa e contenuta, e non sulla ricerca dell'effetto facile. Peccato per le voci: un ensemble decente, ma anonimo, privo di cantanti carismatici capaci di sedurre.

La Staatsoper di Berlino ripropone il raro "Giocatore" di Sergej Prokof'ev. Convince il moderno ed asciutto allestimento del russo Tcherniakov coprodotto con la Scala di Milano, dove lo spettacolo arriverà in giugno. Splendida la direzione di Daniel Barenboim che ottiene prove superlative dalla sua Staatskapelle Berlin e dai numerosi interpreti. Accoglienza trionfale del pubblico.

Grande successo per la nuova produzione del Theater an der Wien. La scelta del cast non lascia a desiderare. Superiore alla media la prestazione della Tamar. Lo stesso si può dire per la conduzione orchestrale di Luisi. Entrambi conciliano drammaticità e dettaglio in modo perfetto. Anche la regia di Fischer, nonostante un iniziale disappunto, convince nel saper tratteggiare lo sviluppo drammatico della vicenda con poche, ma efficaci, pennellate.

Buon esito alla Scala del "Trittico" diretto da Chailly per la regia piuttosto prudente di Ronconi

E' pressoché inedito l'abbinamento voluto da Jeffrey Tate al San Carlo, con uno spettacolo che accosta due celebri atti unici di Bartòk e Ravel, poco lontani fra loro nel tempo, ma lontanissimi nel linguaggio e negli intenti.

L'Orchestra di Piazza Vittorio traduce Mozart nel suo linguaggio multietnico, dove tante tradizioni musicali si accostano, si sovrappongono, dialogano: il Flauto magico rivive come un'antica fiaba che passa di bocca in bocca da un cantore popolare senegalese a un musicista cubano a un cantante tunisino.

Una "Salome" fenomenale, con la regia di Robert Carsen, che con la direzione brillante di Noseda ci propone nel finale una anticipazione di Berg e Weill

La versione cameristica dell'opera per la prima volta in forma scenica in Austria: è questa la possibilità per un gruppo di giovani cantanti di raccogliere i frutti del loro lavoro, svolto da qualche anno nelle piccole scene della capitale austriaca, e mostrare al pubblico la raggiunta maturità. Peccato che la regia, banale e di poca sostanza, non abbia saputo ricreare la dinamica tra sogno e suspence continuamente presente nella partitura.

Successo rovente per Seiji Ozawa e Robert Carsen che propongono a Firenze una grande Elektra in bianco e nero, misurata ma profondamente perturbante, tutta scavata nell'interiorità della protagonista. Susan Bullock è un'Elektra in crescendo, Christine Goerke una magnifica Crisotemide, la veterana Agnes Baltsa disegna un'originalissima Clitennestra.

Partita da Caen in ottobre, si conclude la fortunata tournée del "Sant'Alessio" di Stefano Landi riproposto da Les Arts Florissants, prima della ripresa ginevrina prevista nel 2011. Anche a Lussemburgo il pubblico ha accolto con entusiasmo l'ottimo cast tutto al maschile guidato con perizia e autorevolezza da William Christie. Il riuscito spettacolo di Benjamin Lazar proponeva un intelligente e moderno esercizio di stile sul teatro barocco.

Per il concerto del centenario l'Orchestra di Santa Cecilia e il suo direttore musicale Antonio Pappano si esibiscono in una prova scintillante e ricevono le ovazioni del pubblico e i complimenti del Presidente della Repubblica.

Opera riesumata di Gennarantonio Federico e di Leonardo Leo, "L'Alidoro" (1740) è andata in scena a Reggio con la misurata ed efficace regia di Cirillo e la direzione adeguata di Florio. Discontinua la musica di Leo. Omogenea la compagnia di canto. Pubblico alla fine soddisfatto.

Il direttore genovese Fabio Luisi è stato il grande protagonista al Carlo Felice dell'opera di Strauss, "Der Rosenkavalier". Eccellente il cast e spigliata la regia di Pier Luigi Pizzi ripresa da Massimo Gasparon.

Paride ed Elena, la meno nota e fortunata collaborazione tra Gluck e Calzabigi (non a caso, vista la compresenza di vette di scavo psicologico-musicale e debolezze drammaturgico-compositive), è andata in scena in un allestimento assai elegante e calibrato, ambientato nella belle-époque, e realizzato da giovani interpreti di un laboratorio dei teatri di Pisa Lucca e Livorno. Pubblico inizialmente poco reattivo, ma infine calorosamente plaudente.

Carlo Boccadoro dirige a Torino al Piccolo Regio Laboratorio la sua opera "per ragazzi" tratta dala romanzo di Stevenson

La nuova sfida di Katia Labèque è un tuffo nel mondo sconfinato dei Beatles, un mondo fatto di ribellione e di pacifismo, di esotismo e psichedelia, fatto anche di musica, ma soprattutto di mito.

Placido Domingo è il protagonista del "Cyrano di Bergerac" di Alfano che ha debuttato con successo alla Scala

La Fenice inaugura la stagione 2008 con "La Rondine", in un nuovo allestimento trasportato nel 900 e nel quale la bellezza formale delle scene accentua l'inquieta attualità dell'annoiata vicenda.

Per il "Nixon in China", con cui si apre a Verona la stagione invernale, si ripropone una lettura in chiave fortemente simbolica di un allestimento di 10 anni fa dell'Opertheater di Vienna del regista Pawlik. Buona prova della compagnia di canto con un'incisiva direzione di Andreas Mitisek

Buon successo della nuova opera "modaiola" di Giorgio Battistelli, che compone una partitura sontuosa per un libretto esile e non privo di luoghi comuni sul mondo della moda. Lo spettacolo di Michel Simon si fa apprezzare per la mano leggera e la scorrevolezza quasi da musical e conta su un buon cast, convincente fin nei ruoli minori.

Pizzi e Bartoletti sono riusciti a portato ad un entusiastico successo Neues von Tage, opera asciutta, acida, la cui fredda satira non sembrava molto accattivante. Era stata rappresentata in Italia solo una volta, nel 1955 a Napoli, ma in una versione profondamente modificata rispetto all'originale.

Andato in scena a Venezia nel 1733, "Montezuma" è stato restituito al pubblico contemporaneo lo scorso aprile a Lisbona, e ora in Italia, a partire da Ferrara. La regia di Vizioli ha immerso la vicenda in un quadro fedele all'impianto originario, appesantendolo a tratti di simbologie storico-politiche. La musica di Vivaldi si è rivelata decisamente affascinante e Curtis ha valorizzato i tanti preziosi momenti strumentali. Bravi i cantanti.

I cinque concerti del ciclo articolati intorno all'idea di avanguardia tra Otto e Novecento hanno registrato una notevole partecipazione e successo di pubblico

Una lettura moderna di un diavolo accattivante e grottesco quella del Mefistofele di Arrigo Boito che ha inaugurato ieri la stagione 2008 del Teatro Massimo di Palermo, firmata dal regista Giancarlo Del Monaco.
Protagonista un impeccabile Ferruccio Furlanetto che si muove tra una discoteca anni Ottanta e una Las Vegas tutta edifici e insegne greche.

Al suo primo Parsifal - diretto a Roma in preparazione del suo debutto al festival di Bayreuth - Gatti ne ha dato già un'interpretazione impressionante per padronanza della partitura, profondità ed emozione. Impressionante anche l'autorevolezza con cui è riuscito a coinvolgere orchestra, cori e solisti, portandoli sulla sua stessa lunghezza d'onda.

L'esoterismo della scena delle fate guida la mano di Roberto De Simone nel secondo Falstaff della sua carriera, andato in scena al teatro Piccinni per la Fondazione Petruzzelli. Sebbene lontana da una concezione filologica del testo, l'idea registica tiene. Non altrettanto la parte musicale, con una prova deludente del basso Ruggero Raimondi nel ruolo di Falstaff.