Il "Faust" messo in scena da De Ana è arrivato a Parma, confermando la bontà dell'impianto drammaturgico. Molto bene anche il cast vocale, con Pertusi, Aronica e Mula in piena forma. Direzione musicale di Renzetti nel compelsso efficace. Grande successo di pubblico.

Sempre fuori dall'ortodossia, Maderna nel 1973 scrisse con Satyricon uno dei pochi esempi di teatro musicale del periodo "puro e duro" dell'avanguardia postweberniana: un'opera strana, irriducibile a nessuan delle categorie note, stimolante e affascinante ma datata.

Il regista Carsen ha attualizzato in maniera efficacissima un dramma mitologico in cui si tratta di potere, di ricerca di potere, con Wotan che ha dei progetti costruiti su basi false e vuote, perché parte da un crimine rubando l'anello, ed è quindi condannato sin dall'inizio. Tate è un raffinato cesellatore e dirige analiticamente, ottenendo dall'orchestra suoni puliti, esatti (a parte qualche cedimento degli ottoni). I cantanti, bravissimi, erano tutti sensibilmente consonanti con la linea direttoriale.

Calorose accoglienze per la collaudata edizione scaligera di Rigoletto con Chailly sul podio dopo sette anni di assenza

Un "Faust" concettuale e allegorico, non sempre risolto sul piano teatrale e musicale, parzialmente salvato dalla regia di Peter Mussbach.

Un Don Giovanni di alto livello, ma a cui sfuggono alcuni aspetti fondamentali dell'opera.

L'opera inusuale e coraggiosa di Zandonai tratta dalla Saga di Gosta Berling di Selma Lagerlof, in un allestimento poco inventivo ma musicalmente ben riuscito.

Una Manon tradizionalissima, ma vivace e teatralmente ben congegnata, firmata dall'attore francese Jean Reno, con un cast di buon livello e la direzione energica di Evelino Pidò.

La storia di Kurt Schwitters, fondatore del dadaismo insieme a Duchamp ed Ernst, scampato a Londra per fuggire il nazismo, re-immaginata da Hastings e Nyman con una drammaturgia originale e vivo senso del teatro. Ottima prova di tutti gli interpreti, per un nuovo allestimento imaginifico ed efficace. Prima italiana.

Al centro di una band rock-blues calda e intensa, il poeta nativo americano parla i suoi messaggi per noi esseri umani, perduti in un tempo di caos e di dolore

Vivo successo al Teatro Lirico di Cagliari per "Chérubin" di Massenet che ha inaugurato la stagione ed è stato rappresentato per la prima volta in Italia

Dopo anni di incertezze il Theater an der Wien ha definitivamente voltato le spalle al musical ed è stato (ri)inaugurato nella sua funzione originaria di teatro operistico. Prima di allestire la prima opera, però, si è preferito aprire la stagione con una forma più semplice e efficace, quella del gala.

I 'Berlin Comedian Harmonists' (per la prima volta in Italia, con un tour che tocca Roma, Perugia e Firenze), hanno raccontato la storia 'in versione concertante' dei 'Comedian Harmonists' utilizzando alcuni brani del diario personale di Harry Fromermann, il fondatore dello storico gruppo, relativi al reclutamento dei componenti, all'armonizzazione del gruppo, all'individuazione del repertorio, all'enorme successo fino allo scioglimento definitivo nel febbraio del 1935.

Nella rilettura di Znaniecki, l'incrocio di storia e mitologia svela le metafore del testo di Parini, mentre Dantone e i cantanti ci restituiscono un Mozart tardobarocco

Torna, dopo quindici anni, "Manon Lescaut" a Parma. Nuovo allestimento sobrio e funzionale stragliato "su misura" sulla Dessì, protagonista vocalmente consapevole ed efficace, apprezzata dal pubblico parmigiano. Meno adeguato il Des Grieux di Armiliato. Equilibrato Morandi alla guida dell'orchestra del Regio. Pubblico numeroso ma tiepido. Alla fine qualche dissenso per tenore e regia.

Grazie a un cast eccezionale e a una lettura musicale precisa e drammatica, il pubblico ha accolto positivamente il nuovo allestimento del Lohengrin della Staatsoper di Vienna. Grande assente sulla scena: il cigno!

Per la prima volta a Catania il capolavoro di Janácek in un allestimento firmato da Jirí Nekvasil, con una scenografia disadorna ed essenziale, e un cast dominato da Tomás Cerny, Rosalind Plowright, Jitka Svobodová.

Ritorna uno dei primi capolavori di Henze, uno dei pochi autori che engli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso non dava per morta l'opera.

Una splendida versione dei Racconti di Hoffmann chiude il festival Offenbach a Lione. Protagonista di questa ricca serie di appuntamenti (5 opere in contemporanea) la giovane stella del teatro francese Laurent Pelly che ha siglato la messa in scena di tutti gli allestimenti.

L'Idomeneo apre la stagione scaligera con un cast di giovani, ottima prova di Harding per la prima volta sul podio milanese, qualche dissenso sull'allestimento

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Dopo 140 anni di silenzio le Fées du Rhin ritorna a risuonare nei teatri europei. Il 2005 è stato l'anno della rivelazione di questo grand-opéra dimenticato. L'Opera di Lione lo ha proposto in forma di concerto nell'ambito del suo Festival Offenbach.

Ormai da anni il teatro Comunale di Modena commissiona meritoriamente una nuova opera di teatro musicale a stagione, dedicato ai giovani. Questa volta è la coppia Tutino-Di Leva a confrontarsi con la lettura tatrale della favola "La Bella e la Bestia": loro la definiscono "reality-kabarett", ma sulla scena c'è soprattutto molto mestiere nel confezionare il miscuglio musicale che contrappunta una comicità spicciola. Gli artisti si sono impegnati e il pubblico ha applaudito.

Per l'apertura di stagione del San Carlo, Lanza Tomasi ha portato avanti quella che è la "sua" linea privilegiata ormai da tempo: valorizzare il teatro musicale coivolgendo artisti e/o di registi di grande fama. Stavolta si è puntato sulla coppia "napoletana" formata da Toni Servillo e Mimmo Paladino, che già in passato avevano lavorato insieme, e lo spettacolo ancora una volta ha assunto i connotati maggiormente memorabili proprio nella parte visiva.

Prima esecuzione moderna per il "Mitridate", un'opera di uno dei più grandi rappresentanti dell'opera seria, degno rivale di Haendel.

Con l'intuito di un artista che interpreta lo sprito del proprio tempo, Tobias Picker ha scelto e fortemente voluto per la nuova opera commissionata dal Met nel 1997 un soggetto che tocca un punto critico della società americana. Il libretto di Gene Scheer e'
tratto dal romanzo di Theodore Dreiser, il classico letterario dal quale nacque nel 1951 il film "Un posto al sole". Ambientata fra Chicago e la provincia newyorkese, agli inizi del secolo, l'opera si svolge in una dimensione epica alla quale contribuiscono con unità
d'intenti il testo, l'allestimento di Francesca Zambello e la musica.

La nuova produzione di A Midsummer Night's Dream al Linbury Theatre offre una importante piattaforma ai giovani artisti del Jette Parker Programme, ma la lettura di Olivia Fuchs non riesce ad evocare la magia del sogno shakespeariano.

Ovazioni del pubblico per i solisti, il coro, l'orchestra, ma soprattutto per il direttore Riccardo Chailly. Il tutto esaurito della prima e delle repliche è un chiaro segno di apprezzamento. La prossima opera diretta dal Maestro Chailly sarà "Manon Lescaut" con la regia di Nikolaus Lehnhoff nella Stagione 2006/2007.

L'interpretazione del magnifico Ozawa della Sinfonia n. 9 di Bruckner, secondo la volontà del compositore collegata senza soluzione di continuità al "Te Deum", è sfilata come un'immagine vista attraverso un vetro appannato. Viene il dubbio che forse solo le prime 4 o 5 file, dove spesseggiavano i porporati, avranno magari potuto apprezzare l'esecuzione...

Bologna inaugura la stagione con una "Traviata" in cui direttore, cantanti e regista percorrono strade insolite, magari non convincenti per tutti, e tuttavia degne d'attenzione e interesse