Un progetto esecutivo di inestimabile valore storico e di divulgazione culturale che perde gran parte della sua potenza a causa di scelte interpretative non sempre convincenti e principi di regia rigidi e ripetitivi.

"Amor non conosciuto", ultimo testo per musica di Enzo Siciliano tratto dal memoriale di una mistica duecentesca, musica della romana Silvia Colasanti, ha mostrato una personalità compositiva duttile e ben orientata a un segno teatrale, nonostante l'uso di una sola voce recitante abbia appiattito gli esiti espressivi della pièce realizzata in forma di lettura/mise-en-espace.

Con dolcezza e semplicità, i coniugi Kurtág incantano fra le asprezze delle sonorità moderne e le delicatezze di quelle bachiane.

L'ennesima produzione alternativa dell'anno mozartiano; l'ennesimo fiasco! Questa volta si tratta del Ratto dal Serraglio in una lettura "a la turca". Ovvero: cosa sarebbe successo se Mozart fosse vissuto a Istambul? Cosa avrebbe composto? La storia, lo sappiamo, non si fa sui se, ma sicuramente una "cosa" come questa ascoltata, non l'avrebbe né composta, né immaginata.

All'interno della rassegna "Musica e cinema" promossa dall'orchestra Verdi, e giunta alla sua seconda edizione, sono state eseguite all'Auditorium di Milano con successo le bellissime musiche composte da Shostakovich per il film muto "La nuova Babilonia" di Kozincev e Trauberg (1929).

Torna a Venezia per la prima volta dal 1641 l'opera di Cavalli e Busenello con esito trionfale, grazie ad una creazione collettiva di regia scene e costumi, col coordinamento didattico di Carlo Majer, e all'ottima resa degli strumentisti di Europa Galante diretti da Fabio Biondi e da un ottimo cast: ricordiamo in particolare McFadden (Didone) Staveland (Enea) Domènech (Iarba) Custer (Giunone) Schiavo (Venere) e bravi tutti gli altri interpreti.

L'Orchestra Sinfonica Giovanile del Venezuela "Simon Bolivar" dopo Palermo suona a Roma in due concerti: il primo è stato diretto da Dudamel, come da programmma, mentre il secondo doveva essere diretto da Abbado, che però ha ceduto la bacchetta a Dudamel per la Quinta di Mahler ed è salito sul podio solo per il Triplo di Beethoven.

La mitica Salle Pleyel torna a vivere, dopo quattro anni di chiusura e 24 mesi di lavori che non hanno risparmiato niente. L'acustica ne esce profondamente migliorata. Per l'apertura, il programma prevedeva la sinfonia "La Risurrezione" di Mahler eseguita dall'Orchestre de Paris. Sul podio il direttore stabile Eschenbach. Una serata emozionante, a dispetto di qualche delusione specie per le voci e il coro.

A Torino Settembre Musica il debutto italiano del più famoso coro omosessuale d'Europa: un programma vario e leggero, accolto da applausi calorosi.

William Christie ha diretto con successo al Lingotto di Torino un'esecuzione in forma di concerto dell'"Idomeneo" di Mozart per il festival Torino Settembre Musica

VSPRS, un groviglio di consonanti per evocare i Vespri della Beata Vergine di Monteverdi, colonna sonora dell'ultimo spettacolo del coreografo e regista belga Alain Platel e dei Ballets C.de la B.Uno sguardo amoroso e senza veli sul mondo del disagio mentale, con i suoi abissi e la sua umanità.La prima nazionale al Festival Torinodanza, poi una tournée italiana

Il "Diario di uno scomparso" di Leos Janácek, proposto in forma scenica a Rimini da Denis Krief ha svelato una lettura equilibrata e affascinante. Bravi gli interpreti e pubblico alla fine soddisfatto

La prima rappresentazione moderna per il Festival Pergolesi Spontini della seconda versione delle "Theatralische Abentheuer" ha riportato sulle scene un "pasticcio" nato per iniziativa di Goethe, che lo presentò nel 1797 al Teatro di Corte di Weimar del quale era direttore: si tratta di un rimaneggiamento in tedesco de "L'impresario in angustie" di Cimarosa con l'aggiunta di brani dello "Schauspieldirektor" di Mozart.

A Lucerna la nuova opera commissionata dal Festival e da Carnegie Hall allo svizzero Hanspeter Kyburz.

Il Furioso all'isola di San Domingo, grande successo donizettiano per tutto l'800, dopo alcune riprese moderne abbondantemente tagliate, viene riproposto al MiR, finalmente in un'edizione attendibile. La messa in scena, che nonostante il caloroso successo suscita qualche perplessità nel pubblico, punta sull'immagine permanente della casa di cura per malati mentali e sull'inaspettato finale, che relativizza al massimo grado il concetto di follia.

Successo e standing ovation per l'orchetsra Divan diretta da Barenboim nel concerto a Parigi

Successo trionfale a Stresa per "Il Flauto Magico" di Mozart a Stresa diretto da Gianandrea Noseda

Una delle ultime occasioni di presentare al ROF un Rossini sconosciuto basandosi sulla nuova edizione critica è stata sfruttata nel modo migliore: il pubblico dei fedelissimi rossiniani sembra averlo capito prima e meglio di parte della critica, che non ha colto la singolarità di quest'opera, ricca disorprendenti preannunci preannunci di Donizetti e Bellini, anche più delle successive e statuarie opere serie napoletane.

È stato un allestimento lineare, elegante e nella media buono, quello di Die Zauberflöte firmato da Pizzi per l'apertura dello Sferisterio 2006: punti forti proprio la regia e alcune componenti musicali (soprattutto il Tamino di Dmitry Corchak).

Nel programma lussureggiante del festival di Beaune, ha trionfato Marck Minkowski con "Iphigénie en Tauride" di Gluck e Ottavio Dantone con "Orlando" di Haendel. Ma la stella assoluta è stato il mezzosoprano svedese Ann Hallenberg, interprete del ruolo principale di Haendel.

Scelta intrigante, e premiata con grande plauso dal pubblico, quella dello Sferisterio di accoppiare le Turandot di Busoni e Puccini: la prima delle quali - eseguita in forma di concerto - si è dimostrata opera ragguardevole, e qui ben eseguita dagli interpreti vocali e sinfonico-corali guidati da un energetico e positivo Daniele Callegari.

Henning Brockhaus - con la collaborazione di Ezio Toffolutti per le scene e i costumi e di Maria Cristina Madau per i movimenti coreografici, ha trasformato la Turandot in un ulteriore caso di teatro nel teatro: un'idea tutt'altro che gratuita, che evidenzia la (sia pur contraddittoria) presa di distanza novecentista di Puccini dalla vicenda rappresentata.

Il titolo di Arnaldo de Felice commissionato dalla Staatsoper di Monaco è stato riproposto nel corso del festival estivo che saluta Sir Peter Jonas dopo tredici anni di sovrintendenza. Ambientata fra la macerie di una guerra odierna, 'Medusa' prende le mosse dal mito per una riflessione senza tempo sugli archetipi femminili e sulla conoscenza attraverso il dolore.

Glyndebourne rispolvera un altro gioiellino del repertorio russo, e offre uno spettacolo spumeggiante e divertente, intrattenimento ideale in una lunga serata estiva.

Nell'atteso concerto in solitaria alla Fenice, dopo una prima parte molto ispirata, Keith Jarrett si infortuna leggermente alla mano, ma riprende subito il concerto, tra lirismo e colori blues. Pubblico in visibilio, tre bis, solo un flash malandrino strappa il pianista dalle onde di applausi. Ormai un "classico", in ogni senso.

Prima italiana dell'opera di esordio di Henze, composta nel 1948 ma ampimente rimaneggiata nel 1964: è il doveroso omaggio del cantiere di Montepulciano al suo fondatore ma è soprattutto la scoperta di un lavoro già riuscitissimo, che rivela subito il grande talento teatrale dell'autore, in più con una concisione e una leggerezza che talvolta non si riscontrano nelle sue ultime opere.

Con I Cenci Battistelli si confronta con una delle esperienze più forti, dense e problematiche del teatro novecentesco (Artaud), ricavandone una drammaturgia efficace soprattutto nella coinvolgente seconda parte, quando gli elementi del suo linguaggio compositivo si stringono in un percorso direzionato. Allestimento basato su informazioni nude e dirette, esecuzione qualitativamente molto buona, successo caldo ma pubblico non numeroso.

Alan Curtis ha ricostruito l'Ercole sul Termodonte di Vivaldi, ritrovandone in varie biblioteche tutte le arie, tranne una. E' stato invece necessario musicare ex novo i recitativi e Alessandro Ciccolini se ne è assunto il compito come meglio non si potrebbe. Questa prima esecuzione in tempi moderni non ha permesso però di rendersi pienamente conto delle reali qualità musicali e teatrali dell'opera.

Mark Morris fa sue le musiche di Purcell, rivisitandole in uno spettacolo di scherzosa ironia e grande poesia dinamica.

Corea presenta in prima mondiale il suo secondo Concerto per pianoforte e orchestra, una commissione dell'Anno mozartiano viennese che esegue nella suggestiva cornice dell'Opera di Vienna. Strutturata in sei movimenti intitolati ai rispettivi continenti della terra, la composizione si rivela come un monotono ripetersi di suggestioni tratte dagli stili compositivi del passato insaporite dal tipico stilema jazzistico del pianista americano.