Fondazione Musica per Roma
Sting e Edin Karamazov
"Songs from the Labyrinth"
Roma Auditorium Parco della Musica

Bartoletti e Licitra protagonsiti in positivo del dittico di Leoncavallo e Mascagni. Discutibile la regia di Sebastiamno Lo Monaco. Al termine il pubblico ha trovato in vendita un "istant CD" realizzato mercoledì e giovedì scorso durante l'antigenerale e la generale del dittico.

Unica pièce teatrale in francese di Weill, scritta nel 1934 durante la tappa parigina del suo esilio, prima dell'approdo negli Usa, Marie Galante non era stata più rappresentata dopo il fiasco della prima. Alcune canzoni erano sopravvissute autonomamente, ma il resto ha dovuto essere ricostruito con grandi difficoltà: è musica del miglior Weill, sebbene non così graffiante e provocatoria come quella del periodo tedesco.

Il Cyrano de Bergerac (1936) di Alfano sta vivendo un momento oltremodo felice: dopo decenni di oblio dal 2002 è stato ripreso in una mezza dozzina di teatri. Il Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia riprende il collaudato allestimento di New York, con grande successo per cast, direttore e Orchestra.

Ancora una volta Juan Diego Flórez riesce a trasformare "La fille du régiment" in una "one-man opera", confermando le migliori aspettative. Canto praticamente perfetto e tanta voglia di divertirsi nel personaggio del sempliciotto pasticcione. Contorno di pregio, per uno spettacolo che piace e diverte.

In scena al Teatro Comunale di Bologna la prima versione del "Boris Godunov" di Musorgskij, con la direzione rifinitissima di Daniele Gatti. La regìa di Toni Servillo, forte di una felice idea scenografica, è in linea con lo studio musicale. Valida la compagnia di canto, con Vladimir Vaneev protagonista.

Il nuovo Freischütz della Volksoper di Vienna non va a segno, nonostante i buoni propositi che da tempo il team artistico cerca di presentare al pubblico. La regia ammicca al presente, ma non fa mai il passo decisivo e rimane impantanata in immagini stereotipe di un mondo anacronistico non universale. L'orchestra avrebbe necessitato di un numero superiore di prove. Ai cantanti principali, invece, è mancata potenza drammatica e vocale.

"La Vedova scaltra" di Wolf Ferrari analizza con sguardo disincantato il gioco che governa l'eros umano, frutto di cultura e non di goethiana affinità elettiva.Una Venezia fuori dal tempo, in cui si intrecciano Settecento sognante e italianità degli anni Trenta, ospita la dimostrazione di un teorema che utilizza la maschera come strumento rivelatorio.

Una lettura molto drammatica e a tinte forti, quella che Luc Brewaeys fa dell'atto unico di Pirandello. Il suo "uomo dal fiore in bocca" è totalmente disperato, appare su una scena essenziale e scarna con una bottiglia di vino in mano, barcollante, e i suoi toni sono di disperazione e rabbia.

La produzione di David McVicar riduce Agrippina ad una parodia, con infime consequenze dal punto di vista musicale e drammatico.

Il debutto mondiale del Concerto per piano di Esa-Pekka Salonen si è svolto nei migliore dei modi giovedì sera all'Avery Fischer Hall.

La Kammeroper di Vienna porta in scena una rarità del giovane Händel, puntando su una regia dinamica e intelligente, un cast giovane e l'esperienza del direttore Bernhard Klebel. Gli intrighi di Agrippina vengono rappresentati come in una soap opera, a suon di colpi di scena ed esagerazioni. Il concetto registico di Pawlik si rivela più che riuscito: attualizzante ma non provocatorio, divertente e mai superficiale.

Di fronte alla sfrenata marea visionaria che Hugo De Ana ha liberato sul palcoscenico in occasione di questo nuovo allestimento della "Damnation de Faust", il pubblico del Regio parmigiano si è impegnato e alla fine – magari con qualche perplessità – ha applaudito. In linea con le scelte registiche i marcati personaggi, tutti volcalmente ben resi. Più lineare la direzione di Plasson.

La storia di Radek, ambiguo personaggio politico del Novecento, viene raccontata in un continuo, quasi febbrile, alternarsi di allusioni e citazioni letterarie e musicali. Un'opera su soggetto storico – o forse meglio di lettura storica visto che il piano interpretativo è spesso dominante – che vive e pulsa grazie all'eccelente prestazione scenica e musicale del baritono Georg Nigl.

Ancona inaugura la stagione con uno spettacolo incentrato su Mariella Devia e sul nuovo allestimento di Pier'Alli. Buona prova di tutti gli interpreti, nonostante la scarsa attenzione a certe esigenze del belcanto

Il compositore tedesco regista di quartetti e di parole (di Elias Canetti) in uno spettacolo di sorprendente vitalità

L'"Orfeo ed Euridice" di Gluck nella visione di Graham Vick si trasforma in una sorta di quadro scenico essenziale e minimalista, immagine sublimata della "mitica" vicenda. Adeguato il dato musicale.

La stagione lirica del Massimo Bellini si è aperta coproducendo col Teatro Nazionale di Riga la Lady Macbeth di Shosakovich: la regia ha fatto slittare il contesto storico nella caotica realtà post-sovietica, e ha potuto contare su prove interpretative assai positive (soprattutto il direttore e la protagonista). Pubblico da prima, freddino: l'acido grottesco di Shostakovich fa ancora scandalo?

Il dato forse più interessante del "Candide" sancarliano viene dai criteri con cui si affronta il nodo dell'ambiguità formale della "comic operetta" di Bernstein. In questa "prima" napoletana i dialoghi originali vengono sostituiti dall'agile racconto di un Voltaire narratore fuori scena, cui dà voce con garbata ironia Adriana Asti

La defezione di una parte degli abbonati non ha tolto intensità e calore al successo del ritorno dell'Olandese Volante al Teatro Verdi di Trieste.

Calorosa accoglienza da parte del pubblico del riuscito spettacolo che l'Oper Frankfurt ha messo in scena al Bockenheimer Depot. Originariamente concepita per Klagenfurt, la produzione vista a Francoforte poteva contare sulla revisione di Andrea Marcon, che ha anche diretto l'opera. Buona la compagnia di canto, in gran parte formata da membri dell'ensemble locale, su cui spiccavano la Medea di Stella Grigorian e l'Isifile di Juanita Lascarro.

L'intelligente ed irriverente produzione di Laurent Pelly esalta le doti comiche di Natalie Dessay e di un cast esemplare in quello che potrebbe facilmente diventare l'evento operistico dell'anno.

Lohengrin alla Scala, grande exploit di Daniele Gatti, contestazioni a regia, scene e costumi

Un tipico spettacolo dell'Opera di Roma, con tutti i segni d'una programmazione artistica affannosa, incerta e incoerente. Perché mai l'opera è preceduta da un prologo in prosa? Il direttore è cambiato quasi all'ultimo istante. Tutto sembra compromesso. Ma alla fine in qualche modo l'impegno degli artisti riesce a salvare la situzaione, per quel che è possibile.

Felice esito del concerto per l'anniversario di Toscanini diretto da Baremboim con la Filarmonica della Scala

L'inaugurazione della stagione veneziana offre nel "Crociato in Egitto" il vertice della produzione italiana di Meyerbeer: un appuntamento molto atteso da studiosi e melomani curiosi, ma che pare lasciare perplesso il pubblico generico, anche per colpa di una scelta vocale ingiustificata nel ruolo protagonistico sia storicamente sia, alla prova dei fatti, artisticamente.

Indovinato allestimento di Hugo de Hana, che sul piano scenografico, incornicia la vicenda del libretto di Romani, in un vortice di immagini proiettate sullo sfondo, tra selve, dirupi, fogliami, luci e colori cangianti. Attenta la conduzione di Fournillier. Strepitosa la performance di Iva Mei nel ruolo della protagonista.

Robert Carsen non va per il sottile. Rilegge il Candide in evidente chiave antiamericana. O meglio è l'amministrazione Bush che è presa di mira e con lui tutti i potenti che lo attorniano e lo assecondano. Una scena che ha suscitato una contagiosa ilarità tra il pubblico è stata proprio quella con i potenti della terra in costume da bagno...

Interessante riscoperta alla Deutsche Oper di Berlino di un'opera praticamente sconosciuta, eseguita tra alti e bassi del cast.

Dopo il debutto a Ravenna è arrivato a Piacenza il "Don Pasquale" che Riccardo Muti ha costruito attorno alla sua orchestra "Cherubini". Pensata dalla regia di Andrea De Rosa come un giuoco semplice e scoperto di teatro nel teatro, l'opera ha goduto di una lettura musicale attenta alle sottigliezze espressive. Sul palcoscenico Desderi navigato attore-maestro e i giovani cantanti attenti allievi. Grande festa alla fine.