Tell svizzerissimo

A Zurigo produzione rossiniana

Recensione
classica
opernhaus zurich
Gioachino Rossini
19 Novembre 2010
Se qualcuno ritenesse che il “Guglielmo Tell” sia opera esprima dei valori universali, davanti alla nuova produzione dell’Opernhaus di Zurigo si troverebbe inevitabilmente spaesato. Nelle mani del regista zurighese (di formazione) Adrian Marthaler il sublime capolavoro rossiniano è ridotto a misero pamphlet sulle paure localistiche minacciate da tensioni globalistiche. Tradotto: la Svizzera dei tobleroni, dei campanacci, dei orologi e dei lingotti, è minacciata dagli imperiali dal vessillo blu delle dodici stelle. Più che l’idea di spettacolo “a tesi” (comunissima nei paesi di lingua tedesca), quel che nuoce all’esito dello spettacolo, complessivamente molto modesto, è il deficit di idee e di direzione scenica in grado di dare una cornice coerente all’azione. Una coerenza che non si trova nemmeno nella realizzazione musicale a causa dei sostanziosi tagli e di una direzione musicale assai poco ispirata di Gianluigi Gelmetti, subentrato in extremis al previsto Thomas Hengelbrock. Un vero peccato mortale considerata la compattezza della materia musicale e drammatica di quest’opera rossiniana. E se l’orchestra non brilla e il coro è spesso impreciso, almeno il trio dei protagonisti ha vari meriti. Michele Pertusi ha la severità e il peso vocale adatti al Tell ma soffre forse più degli altri della sciatteria registica. Eva Mei non è la Mathilde ideale ma supera la prova con onore. Antonino Siragusa ha slancio e mezzi per affrontare senza pensieri l’aspro ruolo di Arnold ma difetta di espressività. Discreto anche il resto del cast, con una più che promettente Martina Janková nel ruolo di Jemmy. Nel finale, i cantanti scendono in sala e una Svizzera-iceberg va alla deriva nella scena vuota: efficace e plastica sintesi dell’infelice esito di questo “Tell”.

Note: Altre rappresentazioni: 21, 23, 26 novembre; 2, 7, dicembre 2010.

Interpreti: Michele Pertusi (Guillaume Tell), Eva Mei (Mathilde), Antonino Siragusa (Arnold), Alfred Muff (Gesler), Wiebke Lehmkuhl (Hedwige), Martina Janková (Jemmy), Pavel Daniluk (Melcthal), Andreas Winkler (Rodolphe), Reinhard Mayr (Walter Furst), Domenico Menini (Ruodi), George Humphreys (Leuthold), Flavio Mathias (Un chasseur)

Regia: Adrian Marthaler

Scene: Jörg Zielinski

Costumi: Marcel Keller

Orchestra: Orchester der Oper Zürich

Direttore: Gianluigi Gelmetti

Coro: Chor der Oper Zürich

Maestro Coro: Ernst Raffelsberger

Luci: Elfried Roller

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo