Frammenti di casalinga

Al Romaeuropa Festival la prima italiana dello spettacolo di Sellars da Kurtag

Recensione
classica
Romaeuropa Festival Roma
Kurtag
19 Novembre 2010
Nel 1985-86 Kurtag ritagliò con chirurgica precisione quaranta frammenti da diari e taccuini di Kafka - già di per sé incompiuti, dunque un'incompiutezza al quadrato - e scrisse quaranta pezzi della durata media di uno o due minuti. Qualcosa tra l'aforisma mitteleuropeo - Kraus e Webern - e l'haiku giapponese. In questa brevità fulminante si concentrano elaborazione delle strutture linguistiche e profondità simbolico-psicanalitica dei significati: non è un caso che siano dedicati alla psicoanalista Marianne Stein. Questi sono i Kafka Fragmente di Kurtag. Quelli di Peter Sellars sono diversi. Il regista americanizza il titolo in Fragments e americanizza un po' anche la musica. Il soprano non è più un mezzo musicale astratto per dar voce a immagini e pensieri che affiorano dal profondo, ma è una casalinga in carne e ossa, schiava di ramazze, ferri da stiro e detersivi, a metà strada tra la Winnie di Beckett prigioniera del suo buco e la protagonista d'una situation comedy televisiva, che, mentre compie le sue azioni ripetitive e deprimenti, canta quel che le gira ossessivamente nella testa. Il significato misterioso e sospeso - metafisico - di Kafka-Kurtag è ridotto a una dimensione quotidiana, che qua e là induce al sorriso: la vita della casalinga come simbolo dell'insensatezza della vita moderna. Sellars è troppo sofisticato per non essere consapevole di fare altro da Kurtag e realizza questo slittamento di significato - in ogni modo inevitabile se si teatralizza una musica assolutamente antiteatrale - in modo intelligente e abile: ma era necessario? Dawn Upshaw è tecnologicamente bravissima, ma ascoltate il cd della prima interprete, la Csengery, che vi toglie la pelle. Idem per il violinista Geoff Nuttall. Consumismo di qualità, come tale applaudito, senza entusiasmo.

Interpreti: Dawn Upshaw, Geoff Nuttall

Regia: Peter Sellars

Scene: David Michalek, proiezioni

Costumi: Anna Kiraly

Luci: James F. Ingalls

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