Con quasi dieci minuti di applausi, il pubblico festeggia il debutto del nuovo "Simon Boccanegra" all'Oper Frankfurt. Il direttore Paolo Carignani porta al successo una compagnia di canto, su cui domina il Simnone di Željko Lucic. Molto efficaci la lettura asciutta del regista Christof Loy e la bella scena di Johannes Leiacker, che evoca ambienti marittimi.

La seconda produzione operistica del Festival di Schwetzingen 2007 è dedicata al mito di Hassan el Sabath, il Vecchio delle montagne. Bernhard Lang compone una partitura ed un libretto che nella complessa frammentarietà ipertestuale restituisce le mille facce del mito. Convincono sia la realizzazione scenica di Delnon che quella musicale grazie alle ottime prestazioni dei solisti vocali e del complesso della Radio-Sinfonieorchester Stuttgart.

Boulez e Chéreau tornano a lavorare assieme a 30 anni di distanza dal leggendario Ring di Bayreuth. Lo fanno con un'opera ostica e di rara esecuzione, ma mostrando come precisione e varietà siano le chiavi per avvincere. Immenso successo di critica e pubblico.

Ha convinto tutti il nuovo Orfeo ed Euridice del Met, messo in scena e coreografato da Mark Morris.

C'è modo e modo di "reinventare" un balletto perduto, operazione in sé discutibile ma molto praticata, anche in Russia. La Compagnia del Bol'šoj ospite di Milano lo dimostra: tre atti di noia pedante, ancorchè con danzatori meravigliosi, per La fille du Pharaon di Lacotte; due atti di brio , invenzione coreografica, dotte citazioni per Il Limpido ruscello, il balletto che fece imbestialire Stalin nel 1935 e che Alexej Ratmanskij ha resuscitato.

A Gelsenkirchen debutta la raffinata opera da camera di Lucia Ronchetti su testo di Steffi Hensel. L'ottimo gruppo di 14 solisti vocali e la competente realizzazione musicale di musikFabrik convincono pienamente e decretano il successo dello spettacolo, accolto con favore dal pubblico.

Il Festival di Cremona Claudio Monteverdi ha inaugurato il cartellone 2007 con l'Orfeo. Molte le attese per il nuovo allestimento del Ponchielli. L'unico, in Italia, in questo anno di celebrazioni.

Dissonanze, festival che sperimenta i rapporti tra creatività e tecnologia in campo musicale, ha offerto un'anteprima con due pezzi elettronici di Karlheinz Stochausen, tra cui una novità assoluta appositamente commissionata.

Ryuichi Sakamoto ha inaugurato l'edizione 2007 del festival delle arti contemporanee "Futuro Presente", ospitato al MART di Rovereto e quest'anno dedicato a Bernardo Bertolucci. E proprio attorno alle colonne sonore di alcuni suoi film è stato costruito un concerto per trio che ha subito alcune imprecisioni violinistiche. Tra i numerosi brani fuori programma, le celebri melodie di "Sheltering sky" e "1900" hanno appagato un pubblico numeroso.

Un allestimento di efficace spettacolarità e ricco di spunti critici riesce a dilettare il pubblico anche se l'opera in questione è una rarità del repertorio. Il segreto di questo successo sembrerebbe celato dietro al divertito entusiasmo del cast, che ha saputo lasciarsi coinvolgere fino in fondo dal complesso e più che attuale mondo musicale e morale di Weill.

Il Festival di Schwetzingen apre con "Il Giustino" di Giovanni Legrenzi nella revisione critica di Thomas Hengelbrock, anche direttore. Assecondato da un ottimo gruppo di interpreti, il regista Nicolas Brieger racconta con misurata ironia la complessa trama del libretto di Nicolò Berengan. Pienamente convincente la prova del Balthasar-Neumann-Ensemble che ridà vita ad una delle partiture più di successo della seconda metà del Seicento veneziano.

A trent'anni dalla celebre edizione con Ronconi, il pubblico delle grandi occasioni affolla il Comunale di Firenze per il ritorno di Riccardo Muti nell'Orfeo ed Euridice di Gluck, stavolta in forma di concerto e in una visione ariosamente lirica e neoclassica. Daniela Barcellona è Orfeo

Jenufa torna alla Scala con la grande Anja Silja nelle vesti della Sagrestana

GENOVA. Daniel Oren e Micaela Carosi grandi protagonisti ieri della "Forza del destino". L'opera di Verdi mancava dalle scene genovesi dal 1970 e ha chiuso con un buon successo la stagione lirica di quest'anno. Lo spettacolo è stato dedicato alla memoria del grande violoncellista Rostropovich.

Inaugurata con "Gli uccelli" ("Die Vögel") di Walter Braunfesl la stagione 2007 del Teatro Lirico di Cagliari. Bandita come "degenerata", l'opera è volta al recupero della grande tradizione romantica tedesca. Più che Wagner e Strauss, il punto di riferimento di Braunfels è Hans Pfitzner, massimo rappresentante della musica "ariana".

Poulenc e Puccini, curioso abbinamento di due atti unici estremamente diversi tra di loro, con un eccellente cast vocale, un'orchestra attenta a fasi alterne e una regia poco attenta a differenziare le situazioni in cui sono ambientati i due lavori.

Variazioni da Sofocle: Ivan Fedele firma la sua prima opera, Antigone, su libretto di Giuliano Corti, che apre con netto successo, con la direzione di Michel Tabachnik e la regìa di Mario Martone, la settantesima edizione del Maggio Musicale Fiorentino, dedicata a "Mito e Contemporaneità". L'ingegneria sonora come risorsa poetica per evocare il mito. Monica Bacelli grande protagonista.

Presentata come gramde "evento", la Traviata di Zeffirelli non ha offerto, come prevedibile, nulla di memorabile, se non una cornice inutilmente sfarzosa a una esibizione della diva Gheorghiu che alternava l'ottimo e il mediocre.

Prende il via da Bologna la tournée bachiana di un'Orchestra Mozart, alla ricerca del proprio futuro. Più che un'orchestra compatta, l'esigenza contingente allinea questa volta un caleidoscopio di grandi solisti convenuti per sorridere insieme al suono di sei enigmatici capolavori

Per la stagione dei Pomeriggi musicali è stato presentato in prima assoluta il nuovo concerto per pianoforte e orchestra Not in My Name del giovane compositore milanese Filippo Del Corno, noto ai più per essere tra i fondatori del gruppo Sentieri Selvaggi. Il programma, intitolato 'Scozia e dintorni', prevedeva inoltre Tryst del compositore scozzese James MacMillan (per l'occasione anche direttore) e la Sinfonia scozzese di Felix Mendelssohn.

Questo allestimento si sostiene sul principio della compensazione: da una parte, una regia ridotta all'osso; dall'altra, una partitura mostrata nella sua essenza caleidoscopica. Il risultato è efficace, come se il teatro degli affetti traslocasse da tipiche ambientazioni eccessive verso il tavolo di un sezionatore alla ricerca delle dinamiche dell'immobilità.

Tra il 1923 di Walton e il 1932 di Poulenc, da una parte, e il 1981 di Renosto, dall'altra, i punti di contatto scarseggiano: invano il regista Tito Schipa jr cerca di crearli. Ma il bilancio dello spettacolo è comunque positivo, perché le partiture di Walton e Poulenc sono dei piccoli capolavori del primo Novecento e l'omaggio a Renosto era giusto e doveroso.

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Novità al Festival di Pasqua a Salisburgo: si apre con uno spettacolo già presentato a Aix e si chiude con una monumentale esecuzione della Missa Solemnis di Beethoven

Felice accoppiata di due atti unici inglesi alla Kammeroper di Vienna. "When She Died" di Jonathan Dove in prima mondiale a teatro (il debutto in tv era stato nel 2002), col boccascena incorniciato da un gigantesco televisore sgembo, dentro il quale due coppie piangono la morte della principessa Diana e un single fuori di testa assolda una sosia sul cui corpo compie un esoterico rituale purificatorio con acqua, sale e pane.

Una "Elena Egiziaca" fantascientifica al Met, con la Voigt protagonista

Ai Teatri di Reggio Emilia l'Orchestra Sinfonica de Juventud Venezolana Simon Bolivar diretta da Gustavo Dudamel in una serata esaltante

Claudio Abbado, Kolja Blacher, Martha Argerich, Mahler Chamber Orchestra: il senso di Weill, Prokof'ev e Beethoven a Ferrara Musica.

Alla Scala un esempio perfetto di "balletto moderno" e della capacità della danza di rinnovarsi nella tradizione: entra nel repertorio della Compagnia La Dame aux camélias di John Neumeier, da Alexandre Dumas figlio e con le musiche di Chopin. La storia di Marguerite e Armand con Alessandra Ferri e Roberto Bolle protagonisti alla prima : lei prossima ad appendere le scarpette al chiodo, lui al culmine della carriera e della maturità artistica.

Albertazzi propone contenuti che ci riportano all'oggi: zingari cacciati, rapimenti di minore, riferimenti espliciti ai disastri ecologici. La musica di Liberovoci si confronta con la tradizione operistica attraverso una miscela di generi e stili, muovendosi in un panorama saldamente tonale, inserendo oasi strumentali cariche di tensione comunicativa, e tessiture vocali giocate tra il canto lirico e melodie più libere. Applausi alla fine.