Sedici giovani artisti provenienti da Italia, Russia, Serbia e Germania, chiamati a confrontarsi con il tema "Il manifesto del partito comunista secondo Marx ed Engels". Il progetto curato da Heiner Goebbels e Walter Le Moli ha proposto una specie di luna park articolato in una decina di installazioni e performance a libero accesso nel corso della serata, disseminati in ogni spazio utile dello stabile in cui ha sede il Teatro Due.

Nel panorama operistico italiano e anche europeo del 1898, l'Iris era nuova sotto molti aspetti, talmente nuova che spesso non è stata e non è ancora capita e viene considerata una Cavalleria annacquata, finita - chissà perché? - in Giappone. Recenti interpretazioni l'avevano riportata nella giusta luce, invece quest'edizione livornese sembra poco convinta e un po' incerta sulla strada da prendere.

Il grande direttore inglese neo-direttore artistico di Anima Mundi dirige nella Cattedrale di Pisa i suoi complessi vocali e strumentali in un fantastico concerto dedicato a Monteverdi e dintorni.

Una motonave ha ospitato "Il maestro di musica" "pasticcio òall'uso settecentesco" su musiche di Pergolesi e altri autori. E' accaduto a Vado Ligure. Buona la prova dei tre interpreti vocali che hanno agito in uno spazio decisamente inconsueto, attualizzando la vicenda, e vestendo abiti odierni.

Un raro e interessante programma, che faceva scoprire pagine pianistiche spesso minori ma comunque stimolanti o almeno curiose, col pretesto di andare alla scoperta della rete fittissima dei rapporti dell'onnivoro Liszt con gli altri musicisti, e viceversa.

La frizzante produzione di un lavoro giovanile, nella competente ed ispirata lettura musicale di John Elliot Gardiner, si rivela un riuscito omaggio all'anno mozartiano.

L' Opera per musica e film di Roberto Andò e Marco Betta ha per soggetto l'assenza: i casi di cronoca di persone scomparse improvvisamente e il quotidiano passare dalla veglia al sonno sono due aspetti di questo misterioso assentarsi dal mondo. Le immagini filmate affiorano e scompaiono senza apparente ordine logico, mentre nella musica continuamente affiorano e spariscono ricordi e citazioni: tutto come in un sogno.

La prima esecuzione in epoca moderna della Didone abbandonata è un importante contributo al tricentenario di Galuppi, sommerso dalle celebrazioni mozartiane. Infatti è il primo convincente recuoppero - dopo alcuni tentativi infelici - di una sua opera seria, che sfata la convinzione che il talento del Buranello fosse limitato al genere comico.

Al festival torinese "Settembre Musica", in un concerto notturno, "The End of the Moon", la nuova narrazione musicale della cantautrice-compositrice-artista multimediale americana Laurie Anderson

Un progetto esecutivo di inestimabile valore storico e di divulgazione culturale che perde gran parte della sua potenza a causa di scelte interpretative non sempre convincenti e principi di regia rigidi e ripetitivi.

"Amor non conosciuto", ultimo testo per musica di Enzo Siciliano tratto dal memoriale di una mistica duecentesca, musica della romana Silvia Colasanti, ha mostrato una personalità compositiva duttile e ben orientata a un segno teatrale, nonostante l'uso di una sola voce recitante abbia appiattito gli esiti espressivi della pièce realizzata in forma di lettura/mise-en-espace.

L'ennesima produzione alternativa dell'anno mozartiano; l'ennesimo fiasco! Questa volta si tratta del Ratto dal Serraglio in una lettura "a la turca". Ovvero: cosa sarebbe successo se Mozart fosse vissuto a Istambul? Cosa avrebbe composto? La storia, lo sappiamo, non si fa sui se, ma sicuramente una "cosa" come questa ascoltata, non l'avrebbe né composta, né immaginata.

Con dolcezza e semplicità, i coniugi Kurtág incantano fra le asprezze delle sonorità moderne e le delicatezze di quelle bachiane.

All'interno della rassegna "Musica e cinema" promossa dall'orchestra Verdi, e giunta alla sua seconda edizione, sono state eseguite all'Auditorium di Milano con successo le bellissime musiche composte da Shostakovich per il film muto "La nuova Babilonia" di Kozincev e Trauberg (1929).

Torna a Venezia per la prima volta dal 1641 l'opera di Cavalli e Busenello con esito trionfale, grazie ad una creazione collettiva di regia scene e costumi, col coordinamento didattico di Carlo Majer, e all'ottima resa degli strumentisti di Europa Galante diretti da Fabio Biondi e da un ottimo cast: ricordiamo in particolare McFadden (Didone) Staveland (Enea) Domènech (Iarba) Custer (Giunone) Schiavo (Venere) e bravi tutti gli altri interpreti.

La mitica Salle Pleyel torna a vivere, dopo quattro anni di chiusura e 24 mesi di lavori che non hanno risparmiato niente. L'acustica ne esce profondamente migliorata. Per l'apertura, il programma prevedeva la sinfonia "La Risurrezione" di Mahler eseguita dall'Orchestre de Paris. Sul podio il direttore stabile Eschenbach. Una serata emozionante, a dispetto di qualche delusione specie per le voci e il coro.

L'Orchestra Sinfonica Giovanile del Venezuela "Simon Bolivar" dopo Palermo suona a Roma in due concerti: il primo è stato diretto da Dudamel, come da programmma, mentre il secondo doveva essere diretto da Abbado, che però ha ceduto la bacchetta a Dudamel per la Quinta di Mahler ed è salito sul podio solo per il Triplo di Beethoven.

A Torino Settembre Musica il debutto italiano del più famoso coro omosessuale d'Europa: un programma vario e leggero, accolto da applausi calorosi.

William Christie ha diretto con successo al Lingotto di Torino un'esecuzione in forma di concerto dell'"Idomeneo" di Mozart per il festival Torino Settembre Musica

VSPRS, un groviglio di consonanti per evocare i Vespri della Beata Vergine di Monteverdi, colonna sonora dell'ultimo spettacolo del coreografo e regista belga Alain Platel e dei Ballets C.de la B.Uno sguardo amoroso e senza veli sul mondo del disagio mentale, con i suoi abissi e la sua umanità.La prima nazionale al Festival Torinodanza, poi una tournée italiana

Il "Diario di uno scomparso" di Leos Janácek, proposto in forma scenica a Rimini da Denis Krief ha svelato una lettura equilibrata e affascinante. Bravi gli interpreti e pubblico alla fine soddisfatto

La prima rappresentazione moderna per il Festival Pergolesi Spontini della seconda versione delle "Theatralische Abentheuer" ha riportato sulle scene un "pasticcio" nato per iniziativa di Goethe, che lo presentò nel 1797 al Teatro di Corte di Weimar del quale era direttore: si tratta di un rimaneggiamento in tedesco de "L'impresario in angustie" di Cimarosa con l'aggiunta di brani dello "Schauspieldirektor" di Mozart.

A Lucerna la nuova opera commissionata dal Festival e da Carnegie Hall allo svizzero Hanspeter Kyburz.

Il Furioso all'isola di San Domingo, grande successo donizettiano per tutto l'800, dopo alcune riprese moderne abbondantemente tagliate, viene riproposto al MiR, finalmente in un'edizione attendibile. La messa in scena, che nonostante il caloroso successo suscita qualche perplessità nel pubblico, punta sull'immagine permanente della casa di cura per malati mentali e sull'inaspettato finale, che relativizza al massimo grado il concetto di follia.

Successo e standing ovation per l'orchetsra Divan diretta da Barenboim nel concerto a Parigi

Successo trionfale a Stresa per "Il Flauto Magico" di Mozart a Stresa diretto da Gianandrea Noseda

Una delle ultime occasioni di presentare al ROF un Rossini sconosciuto basandosi sulla nuova edizione critica è stata sfruttata nel modo migliore: il pubblico dei fedelissimi rossiniani sembra averlo capito prima e meglio di parte della critica, che non ha colto la singolarità di quest'opera, ricca disorprendenti preannunci preannunci di Donizetti e Bellini, anche più delle successive e statuarie opere serie napoletane.

È stato un allestimento lineare, elegante e nella media buono, quello di Die Zauberflöte firmato da Pizzi per l'apertura dello Sferisterio 2006: punti forti proprio la regia e alcune componenti musicali (soprattutto il Tamino di Dmitry Corchak).

Nel programma lussureggiante del festival di Beaune, ha trionfato Marck Minkowski con "Iphigénie en Tauride" di Gluck e Ottavio Dantone con "Orlando" di Haendel. Ma la stella assoluta è stato il mezzosoprano svedese Ann Hallenberg, interprete del ruolo principale di Haendel.

Scelta intrigante, e premiata con grande plauso dal pubblico, quella dello Sferisterio di accoppiare le Turandot di Busoni e Puccini: la prima delle quali - eseguita in forma di concerto - si è dimostrata opera ragguardevole, e qui ben eseguita dagli interpreti vocali e sinfonico-corali guidati da un energetico e positivo Daniele Callegari.