Vivaldi a colori

Il Tito Manlio di Vivaldi in prima tedesca alla terza edizione di Winter in Schwetzingen

da sinistra: Angela Kerrison (Servilia), Mariana Flores (Manlio), Jana Kurucová (Lucio), Gabriel Urrutia Benet (Lindo). Foto: Markus Kaesler
da sinistra: Angela Kerrison (Servilia), Mariana Flores (Manlio), Jana Kurucová (Lucio), Gabriel Urrutia Benet (Lindo). Foto: Markus Kaesler
Recensione
classica
Schwetzinger Festspiele Schwetzingen
Antonio Vivaldi
18 Dicembre 2008
Sono molti i meriti del festival Winter in Schwetzingen nato soltanto tre anni fa sotto l’egida del Teatro di Heidelberg. Certamente uno è quello di far vivere un luogo teatrale affascinante oltre alle sei settimane del più illustre festival di maggio. Un altro, che va interamente ascritto al direttore artistico Bernd Feuchtner, è quello di aver intrapreso un progetto ambizioso che ha come fulcro l’esplorazione del melodramma vivaldiano e proprio in uno spazio ideale per questo repertorio. Dunque dopo il "Montezuma" e un’"Olimpiade" che si faceva apprezzare più per le buone intenzioni, arriva per la prima volta su una scena tedesca il "Tito Manlio". Opera scritta per la corte mantovana di Filippo d’Assia, cultore di cose musicali e di buone orchestre, come si intuisce dalla ricchezza coloristica di numerose arie grazie ad una strumentazione che vede spesso i fiati (corni, oboi e flauti) concorrere con le complessità vocali esibite dai cantanti. Una ricchezza che si apprezza nella rigorosa concertazione dello specialista Michael Form, solista al flauto diritto e guida dei Filarmonici di Heidelberg. Alle prese con un’orchestra tradizionale (con l’eccezione di corni naturali e trombe barocche), Form trova un ottimo compromesso con le esperienze più avanzate della moderna prassi esecutiva barocca. Convincente anche la prova di una compagnia di canto nella quale convincono pienamente le voci femminili, in particolare quelle di Jana Kurucová (Lucio furioso), Mariana Flores e Angela Kerrison. Meno omogeneo il comparto maschile dove si fa notare la solida ma un po’ diseguale prova di Sebastian Geyger nel ruolo eponimo. Astratta come la scena di Claudia Dörder, la regia di Hendrik Müller si apprezza soprattutto per l’eleganza e la cura del dettaglio gestuale. Buon successo.

Note: Produzione del Theater Heidelberg per Festival „Winter in Schwetzingen“. Altre rappresentazioni: 23, 25 dicembre 2008, 12, 14, 25, 28 gennaio, 6, 8 e 12 febbraio 2009.

Interpreti: Sebastian Geyer (Tito Manlio), Rosa Dominguez (Vitellia), Angela Kerrison (Servilia), Mariana Flores (Manlio), Jana Kurucová (Lucio), Yosemeh Adjej (Decio), Lucas Vanzelli (Geminio), Gabriel Urrutia Benet (Lindo)

Regia: Hendrik Müller

Scene: Claudia Doderer

Costumi: Claudia Doderer

Orchestra: Philharmonische Orchester Heidelberg

Direttore: Michael Form

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