Una lettura densa e interessante quella proposta da Nekrosius per questa Valchiria "made in Lituania" e offerta in esclusiva dal Ravenna Festival. Scene oscure e complesse, a far da sfondo a cantanti efficacemente recitanti e solidi protagonisti di una maratona musicale ben diretta nel complesso da Kaspszyk. Il pubblico non esauriva il teatro, ma ha salutato con calore tutti gli artisti impegnati.

Per celebrare i quattrocento anni dell'"Orfeo" di Monteverdi la rassegna "Le Feste di Apollo" ha offerto una serie di appuntamenti – concerti e convegno – dedicati alla figura del mitico cantore, chiusa dall'esecuzione dell'"Orfeo ed Euridice" di Gluck, che ha visto impegnati I Barocchisti e il Coro della Radio Svizzera Italiana, guidati da Diego Fasolis al Teatro Farnese di Parma. Una esecuzione intensa, che ha raccolto gli applausi del pubblico

Ryuichi Sakamoto ha inaugurato l'edizione 2007 del festival delle arti contemporanee "Futuro Presente", ospitato al MART di Rovereto e quest'anno dedicato a Bernardo Bertolucci. E proprio attorno alle colonne sonore di alcuni suoi film è stato costruito un concerto per trio che ha subito alcune imprecisioni violinistiche. Tra i numerosi brani fuori programma, le celebri melodie di "Sheltering sky" e "1900" hanno appagato un pubblico numeroso.

Albertazzi propone contenuti che ci riportano all'oggi: zingari cacciati, rapimenti di minore, riferimenti espliciti ai disastri ecologici. La musica di Liberovoci si confronta con la tradizione operistica attraverso una miscela di generi e stili, muovendosi in un panorama saldamente tonale, inserendo oasi strumentali cariche di tensione comunicativa, e tessiture vocali giocate tra il canto lirico e melodie più libere. Applausi alla fine.

Di fronte alla sfrenata marea visionaria che Hugo De Ana ha liberato sul palcoscenico in occasione di questo nuovo allestimento della "Damnation de Faust", il pubblico del Regio parmigiano si è impegnato e alla fine – magari con qualche perplessità – ha applaudito. In linea con le scelte registiche i marcati personaggi, tutti volcalmente ben resi. Più lineare la direzione di Plasson.

L'"Orfeo ed Euridice" di Gluck nella visione di Graham Vick si trasforma in una sorta di quadro scenico essenziale e minimalista, immagine sublimata della "mitica" vicenda. Adeguato il dato musicale.

Dopo il debutto a Ravenna è arrivato a Piacenza il "Don Pasquale" che Riccardo Muti ha costruito attorno alla sua orchestra "Cherubini". Pensata dalla regia di Andrea De Rosa come un giuoco semplice e scoperto di teatro nel teatro, l'opera ha goduto di una lettura musicale attenta alle sottigliezze espressive. Sul palcoscenico Desderi navigato attore-maestro e i giovani cantanti attenti allievi. Grande festa alla fine.

Un inizio di stagione davvero inusuale quello del Teatro Regio di Parma, con un titolo rossiniano mai rappresentato in questo teatro e soprattutto con una regia non tradizionale. Una sorta di "Hollywood Party" rossiniano realizzato attraverso tecniche cinematografiche applicate dal vivo. Bravi i cantanti, che hanno retto la prova della telecamera. Dato musicale adeguato. Successo di pubblico alla fine.

Ribadendo la sua attenzione verso la produzione contemporanea, il Comunale di Modena ha aperto la presente stagione con la prima nazionale di "Love Counts", ultima fatica teatrale di Michael Nyman. Nel complesso l'opera appare un discreto lavoro, senza particolare pregnanza drammaturgica, ma piacevole all'ascolto. Bravi i cantanti, imprecisa la Michael Nyman Band. Non numeroso il pubblico in sala, ma generoso di applausi.

Sedici giovani artisti provenienti da Italia, Russia, Serbia e Germania, chiamati a confrontarsi con il tema "Il manifesto del partito comunista secondo Marx ed Engels". Il progetto curato da Heiner Goebbels e Walter Le Moli ha proposto una specie di luna park articolato in una decina di installazioni e performance a libero accesso nel corso della serata, disseminati in ogni spazio utile dello stabile in cui ha sede il Teatro Due.

Il "Diario di uno scomparso" di Leos Janácek, proposto in forma scenica a Rimini da Denis Krief ha svelato una lettura equilibrata e affascinante. Bravi gli interpreti e pubblico alla fine soddisfatto

Tra i tanti omaggi a Mozart che abitano i cartelloni estivi offerti da questo 2006, quello proposto da Eugenio Barba e dal suo Odin Teatret nell'ambito del Ravenna Festival rappresenta un saluto indiretto e obliquo al salisburghese. La musica di Mozart, come il mito di Don Giovanni, si rivela così materia feconda, anche per uno sguardo gonfio di "disordine" come quello di Barba.