Importante prestazione nella lunga carriera di Daniela Dessì, inserita in uno spettacolo molto apprezzato dal pubblico in sala. Le belle conferme di Armiliato, Pidò e Tiezzi; l'exploit di Kate Aldrich. Pubblico ampiamente soddisfatto.

A 30 anni dalla scomparsa di Aldo Moro, l'ensemble milanese Sentieri Selvaggi ha portato in scena una nuova opera-oratorio di Filippo Del Corno, intitolata Non guardate al domani: si tratta di un lavoro i cui testi sono tratti da documenti di repertorio, del quale Del Corno ha dato una lettura da tragedia classica, sottolineandone l'aspetto oratoriale. Operazione riuscita a metà, tra buon coinvolgimento emotivo ed eccessiva uniformità sonora.

"Mai più – Il Maggio contro tutte le guerre": al Comunale di Firenze l'inaugurazione del 71.mo Maggio Musicale, con Zubin Mehta sul podio, si accende dell'emozionante veejaying di Peter Greenaway per A Survivor from Warsaw con Charlotte Rampling voce recitante

Un successo convinto e caloroso corona la lunga serata al Festival di Schwetzingen (quasi cinque ore) dedicata alla mitica regina di Tebe che rivive, orgogliosa, nelle opere di Adriana Hölszky e di Agostino Steffani. Molto festeggiati i due cast, entrambi di alto livello, determinanti per una riscoperta auspicabilmente duratura.

Da Sodoma a Hollywood
XXIII Gay Lesbian Bisexual Transgender Film Festival
Torino 17-25 aprile 2008
Ambrosio Cinecafé
Corso Vittorio Emanuele II, 52 – Torino

Peter Christopherson, elettronica
David Tibet, voce
Ernesto Tomasini, voce
Ivan Pavlov, elettronica
Othon Mataragas, pianoforte

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Alaska

Inaugurata con La leggenda dell'invisibile città di Kitež e della fanciulla Fevronija di Nikolaj Rimskij-Korsakov la stagione lirica e di balletto 2008 del Teatro Lirico di Cagliari. In quest'opera, spesso definita il "Parsifal russo", non è difficile individuare l'eredità di Borodin e i debiti nei confronti dell'espressività drammatica e del profondo lirismo di Musorgskij, ma anche un antecedente diretto del Petruska di Stravinskij.

Chiude il festival Dedica l'unica data in Italia della cantante sudafricana: non è la voce di una volta, ma la classe rimane invariata.

A Strasburgo seconda tappa del viaggio di David McVicar nell'epica wagneriana del "Ring". Riuscita la sua regia dal forte segno personale, cui non corrisponde un'esecuzione musicale piuttosto diseguale, con qualche luce ma anche parecchie ombre nel cast vocale. Appuntamento al 2009 per il "Siegfried".

Il regista Giulio Ciabatti getta un ponte tra difficile rapporto tra le due sorelle del lavoro di Brecht-Weill e l'altrettanto conflittuale ménage familiare inserito da Bernstein nella sorridente America anni'50, due situazioni legate all'eterna ricerca umana di una felicità terrena e al prezzo che si paga, fatto di rinunce, compromessi e ipocrisie. Ottimo il cast vocale, con un personale successo per Danela Mazzucato.

Due progetti in tour per l'Italia, con band di ottoni balcaniche in progetti di contaminazione con le trombe pop di Roy Paci o jazz di Paolo Fresu

Momento alto del Festival monegasco Le Primtemps des Arts de Monte Carlo (28 marzo-13 aprile) Jenufa di Leos Janácek alla Salle Garnier, nell'ambito di un ritratto che la manifestazione ha dedicato al compositore ceco.

Tre generazioni e due background (quello europeo e quello newyorkese) lontani tra loro, per il quartetto di scena lunedì sera a Torino.

Claudio Abbado, per questo suo "primo" Fidelio, ha voluto accanto Chris Kraus, un regista esponente del "giovane cinema tedesco" e digiuno di teatro musicale. Una scelta che ha sorpreso lo stesso Kraus, ma che alla prova dei fatti si è rivelata frutto di una felice intuizione. Magistrale la lettura musicale. Trionfo per tutti gli artisti impegnati.

Il lavoro del compositore di Carmen, fortemente criticato al debutto parigino, riproposto con successo nella stagione del Teatro Verdi di Trieste grazie all'eccellente cast vocale, che ha contribuito a mettere in luce il valore musicale di una partitura non altrettanto solida nell'impianto drammaturgico.

Al Lugo Opera Festival (in coproduzione col Teatro Comunale di Bologna), debutto italiano della chiacchierata pop opera di Koestenbaum e Daughterty (1997): testo gradevolissimo, realizzazione musicale e scenica esemplari, con interpreti vocali quasi sosia di tanti protagonisti del jet-set anni '60. Bel successo per uno spettacolo che merita di essere conosciuto.

Punta sul non luogo e sul non colore il bellissimo spettacolo creato dal regista Lorenzo Mariani e dallo scenografo costumista William Orlandi per la Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari. Il loro "Giro di vite" di Britten, ennesimo capitolo di un'esplorazione del teatro musicale del Novecento, preceduto da lavori di Pizzetti e Rota, non tradisce di una virgola lo spirito modernista di Henry James, né quello del compositore inglese.

Giunto alla dodicesima edizione, dopo venti recite a Como, "Opera Domani" sbarca ora a Bologna, come parte integrante dei lavori del convegno internazionale "Cantando s'impara".

Il Teatro Comunale di Bologna in trasferta nella vicina sala del Duse: la regìa di Lucio Dalla reinventa "L'Opera del Mendicante" di Gay/Pepusch, e strapazzando il testo originale tutela l'intenzione degli autori.

Travolgente passaggio al Bologna Festival della pianista più comunicativa, più impeccabile, più imprevedibile.

Un Attila dignitoso ma non memorabile, con un Anastassov, nel ruolo del titolo, dal timbro caldo ma dall'espressione un po' monocorde e una Guleghina un po' sopra le righe. Regia straniante, un po' immaginifica, dove i personaggi vestono costumi d'epoche diverse, che non sa però indicare il senso di una lettura e delle sue scelte. Direzione musicale di Kovatchev efficace che punta ad effetti paritcolari, con ampie aperture liriche e stingenti cabalette.

La sala ottocentesca del teatro parigino si è tinta dei colori del Rajastan per la rappresentazione di Padmâvatî, opéra-ballet in due atti del compositore-marinaio, rappresentata per la prima volta all'Opéra di Parigi il 1 giugno 1923. Si narra la leggenda della regina di Tchitor, "femme fatale" suo malgrado che, per sfuggire alla bramosia di Alaouddin, sultano dei mongoli, pugnala e segue l'amato marito Ratan-Sen fino al rogo funebre.

La nuova stagione concepita da Jérôme Deschamps è un vero festival d'intelligenza e di novità. Torna all'Opéra-Comique, l'opera di Hérold "Zampa" rappresentata proprio alla salle Ventadour nel 1831 e in repertorio per tutto l'Ottocento. William Christie e i Talents lyriques affrontano un repertorio che non è il loro. Trionfa Patricia Petibon. Una bella sorpresa pure il tenore Bernard Richter.

Un'orchestra sinfonica e un trio jazz con il pianoforte; due figure eclettiche come il direttore Luciano di Giandomenico e il pianista Carlo Negroni: sono queste le premesse di CONTEMPORANEAmente Jazz.

Alcione di Marin Marais torna dopo un lunghissimo silenzio: 237 anni senza realizzazioni sceniche! La regia di Harnoncourt punta sull'azione continua. Più pacata, invece, la direzione musicale di Duftschmid, di fronte a un ensemble concentrato sulla resa sonora, sempre precisa e contenuta, e non sulla ricerca dell'effetto facile. Peccato per le voci: un ensemble decente, ma anonimo, privo di cantanti carismatici capaci di sedurre.

La Staatsoper di Berlino ripropone il raro "Giocatore" di Sergej Prokof'ev. Convince il moderno ed asciutto allestimento del russo Tcherniakov coprodotto con la Scala di Milano, dove lo spettacolo arriverà in giugno. Splendida la direzione di Daniel Barenboim che ottiene prove superlative dalla sua Staatskapelle Berlin e dai numerosi interpreti. Accoglienza trionfale del pubblico.

Grande successo per la nuova produzione del Theater an der Wien. La scelta del cast non lascia a desiderare. Superiore alla media la prestazione della Tamar. Lo stesso si può dire per la conduzione orchestrale di Luisi. Entrambi conciliano drammaticità e dettaglio in modo perfetto. Anche la regia di Fischer, nonostante un iniziale disappunto, convince nel saper tratteggiare lo sviluppo drammatico della vicenda con poche, ma efficaci, pennellate.

Buon esito alla Scala del "Trittico" diretto da Chailly per la regia piuttosto prudente di Ronconi

E' pressoché inedito l'abbinamento voluto da Jeffrey Tate al San Carlo, con uno spettacolo che accosta due celebri atti unici di Bartòk e Ravel, poco lontani fra loro nel tempo, ma lontanissimi nel linguaggio e negli intenti.

L'Orchestra di Piazza Vittorio traduce Mozart nel suo linguaggio multietnico, dove tante tradizioni musicali si accostano, si sovrappongono, dialogano: il Flauto magico rivive come un'antica fiaba che passa di bocca in bocca da un cantore popolare senegalese a un musicista cubano a un cantante tunisino.

Una "Salome" fenomenale, con la regia di Robert Carsen, che con la direzione brillante di Noseda ci propone nel finale una anticipazione di Berg e Weill