Momento alto del Festival monegasco Le Primtemps des Arts de Monte Carlo (28 marzo-13 aprile) Jenufa di Leos Janácek alla Salle Garnier, nell'ambito di un ritratto che la manifestazione ha dedicato al compositore ceco.

Tre generazioni e due background (quello europeo e quello newyorkese) lontani tra loro, per il quartetto di scena lunedì sera a Torino.

Il lavoro del compositore di Carmen, fortemente criticato al debutto parigino, riproposto con successo nella stagione del Teatro Verdi di Trieste grazie all'eccellente cast vocale, che ha contribuito a mettere in luce il valore musicale di una partitura non altrettanto solida nell'impianto drammaturgico.

Claudio Abbado, per questo suo "primo" Fidelio, ha voluto accanto Chris Kraus, un regista esponente del "giovane cinema tedesco" e digiuno di teatro musicale. Una scelta che ha sorpreso lo stesso Kraus, ma che alla prova dei fatti si è rivelata frutto di una felice intuizione. Magistrale la lettura musicale. Trionfo per tutti gli artisti impegnati.

Al Lugo Opera Festival (in coproduzione col Teatro Comunale di Bologna), debutto italiano della chiacchierata pop opera di Koestenbaum e Daughterty (1997): testo gradevolissimo, realizzazione musicale e scenica esemplari, con interpreti vocali quasi sosia di tanti protagonisti del jet-set anni '60. Bel successo per uno spettacolo che merita di essere conosciuto.

Giunto alla dodicesima edizione, dopo venti recite a Como, "Opera Domani" sbarca ora a Bologna, come parte integrante dei lavori del convegno internazionale "Cantando s'impara".

Punta sul non luogo e sul non colore il bellissimo spettacolo creato dal regista Lorenzo Mariani e dallo scenografo costumista William Orlandi per la Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari. Il loro "Giro di vite" di Britten, ennesimo capitolo di un'esplorazione del teatro musicale del Novecento, preceduto da lavori di Pizzetti e Rota, non tradisce di una virgola lo spirito modernista di Henry James, né quello del compositore inglese.

Travolgente passaggio al Bologna Festival della pianista più comunicativa, più impeccabile, più imprevedibile.

Un Attila dignitoso ma non memorabile, con un Anastassov, nel ruolo del titolo, dal timbro caldo ma dall'espressione un po' monocorde e una Guleghina un po' sopra le righe. Regia straniante, un po' immaginifica, dove i personaggi vestono costumi d'epoche diverse, che non sa però indicare il senso di una lettura e delle sue scelte. Direzione musicale di Kovatchev efficace che punta ad effetti paritcolari, con ampie aperture liriche e stingenti cabalette.

Il Teatro Comunale di Bologna in trasferta nella vicina sala del Duse: la regìa di Lucio Dalla reinventa "L'Opera del Mendicante" di Gay/Pepusch, e strapazzando il testo originale tutela l'intenzione degli autori.

La nuova stagione concepita da Jérôme Deschamps è un vero festival d'intelligenza e di novità. Torna all'Opéra-Comique, l'opera di Hérold "Zampa" rappresentata proprio alla salle Ventadour nel 1831 e in repertorio per tutto l'Ottocento. William Christie e i Talents lyriques affrontano un repertorio che non è il loro. Trionfa Patricia Petibon. Una bella sorpresa pure il tenore Bernard Richter.

Un'orchestra sinfonica e un trio jazz con il pianoforte; due figure eclettiche come il direttore Luciano di Giandomenico e il pianista Carlo Negroni: sono queste le premesse di CONTEMPORANEAmente Jazz.

La sala ottocentesca del teatro parigino si è tinta dei colori del Rajastan per la rappresentazione di Padmâvatî, opéra-ballet in due atti del compositore-marinaio, rappresentata per la prima volta all'Opéra di Parigi il 1 giugno 1923. Si narra la leggenda della regina di Tchitor, "femme fatale" suo malgrado che, per sfuggire alla bramosia di Alaouddin, sultano dei mongoli, pugnala e segue l'amato marito Ratan-Sen fino al rogo funebre.

Alcione di Marin Marais torna dopo un lunghissimo silenzio: 237 anni senza realizzazioni sceniche! La regia di Harnoncourt punta sull'azione continua. Più pacata, invece, la direzione musicale di Duftschmid, di fronte a un ensemble concentrato sulla resa sonora, sempre precisa e contenuta, e non sulla ricerca dell'effetto facile. Peccato per le voci: un ensemble decente, ma anonimo, privo di cantanti carismatici capaci di sedurre.

La Staatsoper di Berlino ripropone il raro "Giocatore" di Sergej Prokof'ev. Convince il moderno ed asciutto allestimento del russo Tcherniakov coprodotto con la Scala di Milano, dove lo spettacolo arriverà in giugno. Splendida la direzione di Daniel Barenboim che ottiene prove superlative dalla sua Staatskapelle Berlin e dai numerosi interpreti. Accoglienza trionfale del pubblico.

Grande successo per la nuova produzione del Theater an der Wien. La scelta del cast non lascia a desiderare. Superiore alla media la prestazione della Tamar. Lo stesso si può dire per la conduzione orchestrale di Luisi. Entrambi conciliano drammaticità e dettaglio in modo perfetto. Anche la regia di Fischer, nonostante un iniziale disappunto, convince nel saper tratteggiare lo sviluppo drammatico della vicenda con poche, ma efficaci, pennellate.

Buon esito alla Scala del "Trittico" diretto da Chailly per la regia piuttosto prudente di Ronconi

E' pressoché inedito l'abbinamento voluto da Jeffrey Tate al San Carlo, con uno spettacolo che accosta due celebri atti unici di Bartòk e Ravel, poco lontani fra loro nel tempo, ma lontanissimi nel linguaggio e negli intenti.

L'Orchestra di Piazza Vittorio traduce Mozart nel suo linguaggio multietnico, dove tante tradizioni musicali si accostano, si sovrappongono, dialogano: il Flauto magico rivive come un'antica fiaba che passa di bocca in bocca da un cantore popolare senegalese a un musicista cubano a un cantante tunisino.

Una "Salome" fenomenale, con la regia di Robert Carsen, che con la direzione brillante di Noseda ci propone nel finale una anticipazione di Berg e Weill

La versione cameristica dell'opera per la prima volta in forma scenica in Austria: è questa la possibilità per un gruppo di giovani cantanti di raccogliere i frutti del loro lavoro, svolto da qualche anno nelle piccole scene della capitale austriaca, e mostrare al pubblico la raggiunta maturità. Peccato che la regia, banale e di poca sostanza, non abbia saputo ricreare la dinamica tra sogno e suspence continuamente presente nella partitura.

Successo rovente per Seiji Ozawa e Robert Carsen che propongono a Firenze una grande Elektra in bianco e nero, misurata ma profondamente perturbante, tutta scavata nell'interiorità della protagonista. Susan Bullock è un'Elektra in crescendo, Christine Goerke una magnifica Crisotemide, la veterana Agnes Baltsa disegna un'originalissima Clitennestra.

Partita da Caen in ottobre, si conclude la fortunata tournée del "Sant'Alessio" di Stefano Landi riproposto da Les Arts Florissants, prima della ripresa ginevrina prevista nel 2011. Anche a Lussemburgo il pubblico ha accolto con entusiasmo l'ottimo cast tutto al maschile guidato con perizia e autorevolezza da William Christie. Il riuscito spettacolo di Benjamin Lazar proponeva un intelligente e moderno esercizio di stile sul teatro barocco.

Per il concerto del centenario l'Orchestra di Santa Cecilia e il suo direttore musicale Antonio Pappano si esibiscono in una prova scintillante e ricevono le ovazioni del pubblico e i complimenti del Presidente della Repubblica.

Opera riesumata di Gennarantonio Federico e di Leonardo Leo, "L'Alidoro" (1740) è andata in scena a Reggio con la misurata ed efficace regia di Cirillo e la direzione adeguata di Florio. Discontinua la musica di Leo. Omogenea la compagnia di canto. Pubblico alla fine soddisfatto.

Il direttore genovese Fabio Luisi è stato il grande protagonista al Carlo Felice dell'opera di Strauss, "Der Rosenkavalier". Eccellente il cast e spigliata la regia di Pier Luigi Pizzi ripresa da Massimo Gasparon.

Paride ed Elena, la meno nota e fortunata collaborazione tra Gluck e Calzabigi (non a caso, vista la compresenza di vette di scavo psicologico-musicale e debolezze drammaturgico-compositive), è andata in scena in un allestimento assai elegante e calibrato, ambientato nella belle-époque, e realizzato da giovani interpreti di un laboratorio dei teatri di Pisa Lucca e Livorno. Pubblico inizialmente poco reattivo, ma infine calorosamente plaudente.

Carlo Boccadoro dirige a Torino al Piccolo Regio Laboratorio la sua opera "per ragazzi" tratta dala romanzo di Stevenson

La nuova sfida di Katia Labèque è un tuffo nel mondo sconfinato dei Beatles, un mondo fatto di ribellione e di pacifismo, di esotismo e psichedelia, fatto anche di musica, ma soprattutto di mito.

La Fenice inaugura la stagione 2008 con "La Rondine", in un nuovo allestimento trasportato nel 900 e nel quale la bellezza formale delle scene accentua l'inquieta attualità dell'annoiata vicenda.