Rigoletto da concorso

Torino: firmato da un team di giovani al debutto nell'opera

Recensione
classica
Teatro Regio Torino
Giuseppe Verdi
12 Aprile 2011
Ad apertura di sipario, mentre risuonano le note del preludio, il succo drammatico del Rigoletto è già tutto nella corsa disperata di una ragazza con i lunghi capelli sciolti, inseguita da tipacci notturni e mascherati, afferrata, strattonata, e infine gettata ai piedi di una trista figura di potente assiso in trono, che allunga una mano in una carezza metà rassicurante e metà lasciva. Metafora trasparente che ben riassume in termini visivi il motto scelto dagli autori per definire il loro allestimento: Le Roi s’amuse appunto, come nell’originale di Hugo e come nelle intenzioni modernissime e niente affatto pacificatorie di Verdi e Piave. L'équipe formata da Fabio Banfo alla regia, Luca Ghirardosi capo progetto e scenografo, Valentina Caspani costumista, con le assistenti Claudia Brambilla, Elena Rossi e Chiara Marchetti è risultata vincitrice del concorso internazionale indetto dal Regio con un progetto semplice e coerente, che molto si affida alla forza pura della musica. La corte di Mantova appare evocata da una serie di grandi armadi aperti che formano un fondale di quinte argentate – ma è un argento brunito e consumato, di un lusso già vecchio e in decadenza, e anche i costumi che i personaggi indossano sono sfarzosi e insieme sbiaditi, come fotografie passate nel seppia. Una volta chiusi, gli stessi elementi suggeriscono il rifugio di Gilda e nel terzo atto il localaccio di Sparafucile e Maddalena. L’idea è efficace, i cantanti giovani e tutti con il fisico del ruolo (le voci meno, però), eppure lo spettacolo non decolla, almeno per tutto il primo atto. Una certa staticità sulla scena, con pochi e stracchi movimenti sia per i solisti sia per il coro, la concertazione pasticciata del direttore Fournillier, che a più riprese è parso in difficoltà nel coordinare il palco con la buca, e le prestazioni non esaltanti dei protagonisti, andate comunque in crescendo nel corso della serata, suggeriscono la necessità di qualche messa a punto, come del resto non mancherà di avvenire per uno spettacolo che debutta oggi ma con la prospettiva di una lunga vita in repertorio.

Interpreti: Franco Vassallo, Irina Lungu, Gianluca Terranova

Regia: Fabio Banfo

Scene: Luca Ghirardosi

Costumi: Valentina Caspani

Orchestra: Orchestra del Teatro Regio

Direttore: Patrick Fournillier

Coro: Coro del Teatro Regio

Maestro Coro: Claudio Fenoglio

Luci: Fabio Banfo

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Nell’anno del centenario si conclude all’Opera Nazionale Olandese la trilogia di opere pucciniane firmate del tandem Barrie Kosky alla regia e Lorenzo Viotti alla direzione d’orchestra

classica

Omaggio al compositore francese con Orazio Sciortino ed i Solisti del Teatro alla Scala

classica

La direzione di Valcuha, la regia di Guth, i cantanti ottimi e perfettamente affiatati hanno reso indimenticabile quest’edizione del capolavoro di Janacek