I 20 migliori dischi POP del 2018

La classifica dei 20 migliori album pop del 2018: la stagione del tradizionalismo avveniristico, dai Low a Tirzah

I migliori album pop del 2018
Low
Articolo
pop

Il Best of Pop 2018 celebra la stagione del "tradizionalismo avveniristico", tra l'Americana dei Low, il flamenco di Rosalía, il gagaku di Tim Hecker e molto altro. Il meglio del pop (rigorosamente d'avanguardia) del 2018 scelto dal gdm: i 20 migliori dischi dell'anno che sta finendo, da riascoltare o scoprire in ritardo.

I 20 MIGLIORI DISCHI POP DEL 2017

I 20 MIGLIORI DISCHI JAZZ 2018

I 20 MIGLIORI DISCHI FOLK E WORLD 2018

LE 10 MIGLIORI OPERE LIRICHE 2018

I 10 MIGLIORI CONCERTI 2018

 

1. Low, Double Negative, Sub Pop

I veterani Alan Sparhawk e Mimi Parker proiettano la tradizione americana del Novecento su schermi a cristalli liquidi e realizzano in questo modo il migliore album in una carriera lunga ormai un quarto di secolo.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DEI LOW

i migliori album pop 2018 _ Low

2. Tirzah, Devotion, Domino

La trentenne londinese, una delle rivelazioni dell’anno, crea magia partendo da schizzi minimalisti. Storie d’intimità e amore domestico che conquistano fin dal primo ascolto, in collaborazione con l’amica nonché produttrice Mica Levi.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI TIRZAH

i migliori album pop 2018 _ Tirzah

3. Rosalía, El Mal Querer, Sony

Ricollocare i codici del flamenco nell’orbita dell’elettronica: esperimento audace e dissacrante, quello compiuto dalla venticinquenne artista catalana. Già stella in patria, si appresta a diventare tale su scala planetaria.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI ROSALÍA

i migliori album pop 2018 _ Rosalia

4. Tim Hecker, Konoyo, Kranky

Il produttore canadese prosegue la propria esplorazione sonora attingendo alla millenaria tradizione nipponica del gagaku, trasfigurandola attraverso le procedure digitali. Una vertigine emotiva fra musique concrète ed elegie ambient.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI TIM HECKER

I migliori dischi pop del 2018 - Tim Hecker

5. Nils Frahm, All Melody, Erased Tapes

Primo lavoro registrato dal musicista berlinese nel suo nuovo studio all’interno del Funkhaus, in passato sede della radio di stato nella DDR. Un album giocato sulle sfumature, in cui gli echi e le atmosfere del luogo giocano un ruolo non secondario.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI NILS FRAHM

i migliori dischi pop del 2018 - Nils Frahm

6. Deena Abdelwahed, Khonnar, InFiné

Tunisina residente in Francia, associa con audacia echi del folklore maghrebino a un habitat elettronico di stretta contemporaneità in un disco che dà forma musicale alle aspirazione giovanili espresse nella “rivoluzione dei gelsomini”.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI DEENA ABDELWAHED

I migliori album pop del 2018 - Deena Abdelwahed

7. Amnesia Scanner, Another Life, Pan

La dialettica Uomo/Macchina portata alle conseguenze estreme, approdando in una dimensione  transumana. Azzarda questa impresa il duo finlandese di stanza a Berlino, esponente su scala musicale del pensiero accelerazionista.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI AMNESIA SCANNER

I migliori dischi pop del 2018 -Amnesia scanner

8. Iceage, Beyondless, Matador

L’album più convincente nella carriera dei giovani danesi, in attività già da un decennio: ambizioso negli arrangiamenti, ma corrosivo e ferocemente anarchico. Un valido motivo per tornare ad ascoltare le chitarre.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DEGLI ICEAGE

I migliori album pop del 2018 - IceAge

9. Dj Koze, Knock Knock, Pampa

DJ e produttore allergico agli stereotipi del genere, il tedesco Stefan Kozalla agisce nel sottobosco dance architettando costruzioni ritmiche con elegante understatement e conferendo al suono un sottile umore agrodolce.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI DJ KOZE

I migliori dischi pop del 2018 - DJ Koze

10. serpentwithfeet, Soil, Secretly Canadian

Una raccolta di canzoni avant-pop che raccontano in maniera complessa il rapporto tra persone innamorate e di come questa relazione ne migliori l’interazione col mondo circostante. Valore aggiunto: la voce straordinaria di Josiah Wise.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI SERPENTWITHFEET

I migliori dischi pop del 2018 - serpentwithfeet

11. Yo La Tengo, There’s a Riot Going On, Matador

Intitolato come il capolavoro di Sly & The Family Stone datato 1971, il quindicesimo album degli Yo La Tengo ne consolida il ruolo di pietra angolare dell’indie rock statunitense. La musica come rifugio dal caos imperante.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DEGLI YO LA TENGO

I migliori album pop del 2018 - Yo La tengo

12. Oneohtrix Point Never, Age Of, Warp

Umanista nel secolo digitale, il trentacinquenne statunitense Daniel Lopatin tratteggia qui i contorni di un Barocco prossimo venturo, dove le Intelligenze Artificiali cercano tracce della perduta Umanità, trovandole in forma di frammenti musicali.

I migliori album pop del 2018 - OPN

13. Kali Uchis, Isolation, Rinse

Altra rivelazione dell’anno: R&B, funk, bossa nova e reggaeton, mescolati ad arte per dare vita a un manufatto pop di nuova generazione. Senz’altro il disco più divertente e vario della nostra classifica.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI KALI UCHIS

I migliori album pop del 2018 - Kali Uchis

14. Yves Tumor, Safe in the Hands of Love, Warp

Siamo dalle parti di Arca, ossia in territori dove il pop si mescola con la sperimentazione. Le barriere dei generi cadono e si sprigiona il desiderio di liberare la mente (il culo si accoderà, come dicevano i Funkadelic).

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI YVES TUMOR

I migliori album pop del 2018 - Tumor

15. U.S. Girls, In a Poem Unlimited, 4AD

Il progetto di Meghan Remy, statunitense emigrata in Canada, consiste nel dissimulare in un contesto pop messaggi impegnati, tipo quelli su violenza domestica e sopraffazione maschile, in perfetta sintonia con la campagna #MeToo.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI U.S. GIRLS

I migliori dischi del 2018 US Girls

16. Neneh Cherry, Broken Politics, Smalltown Supersound

Con Four Tet e Robert Del Naja al suo servizio, la beneamata Neneh torna con album a tratti dal sapore vintage, ma che ci restituisce una cinquantaquattrenne in piena forma. Scemata l’esuberanza giovanile, lo sguardo sul mondo si è fatto ancora più acuto.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI NENEH CHERRY

I migliori dischi pop del 2018 - Neneh Cherry

17. Marc Ribot’s Ceramic Dog, YRU Still Here?, Northern Spy

“Ho il diritto di dire vaffanculo”. Marc Ribot non si tira indietro e manifesta la sua opinione sull’attuale clima politico statunitense. Un disco dall’attitudine punk, che mischia rock inacidito, funk, flamenco e surf music.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI MARC RIBOT'S CERAMIC DOG

I migliori dischi pop del 2018 - Marc Ribot

18. Elysia Crampton, Elysia Crampton, Break World 

Elusiva in termini di genere e geograficamente apolide, la trentaduenne nativa latinoamericana sperimenta una temeraria simbiosi fra antico e contemporaneo, dove la tradizione della remota etnia andina Aymara rivive nell’attualità digitale. 

I migliori dischi pop del 2018 - Elysia Crampton

19. Julia Holter, Aviary, Domino

L’opera più ambiziosa realizzata finora dalla trentatreenne artista californiana, in cerca di bellezza nella Babele in cui viviamo. Zeppa di riferimenti letterari, offre musiche create mescolando con ingegno e disinvoltura linguaggi ed epoche differenti.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI JULIA HOLTER

I migliori dischi pop del 2018 - Julia holter

20. Leon Vynehall, Nothing Is Still, Ninja Tune

Una storia familiare di emigrazione diventa spunto per un viaggio musicale fra sonorità ambient e rimandi alla classica contemporanea, con cui il produttore inglese ci ricorda che lo spostamento è insito nella natura umana.

VAI ALLA RECENSIONE DEL DISCO DI LEON VYNEHALL

I migliori dischi pop del 2018 -Leon Vynehall

 

Se hai letto questo articolo, ti potrebbero interessare anche

pop

Sufferah. Memoir of a Brixton Reggae Head è l'emozionante autobiografia dello scrittore londinese di origini giamaicane Alex Wheatle

pop

Mutiny in Heaven, diretto da Ian White, è il racconto sincero e senza sconti del primo gruppo di Nick Cave

pop

Il film Bob Marley: One Love del regista Reinaldo Marcus Green non riesce ad andare oltre gli stereotipi