In quanto tradizionalissima commedia degli equivoci e perfetto esemplare dell'intreccio buffo settecentesco, il "Matrimonio" di Cimarosa richiederebbe forse, nel suo ennesimo allestimento, un approccio innovativo, tale da riproporre sotto una luce diversa gli ormai collaudati meccanismi musico-letterari. Questa sera, tuttavia, regia, scene e costumi hanno assecondato la struttura ideata da Bertati

Un garbato e composto rigore settecentesco ha caratterizzato questo spettacolo. Certo, la forte connotazione storica della comicità di Paisiello, sia nella musica che nelle parole, propone un impianto melodrammatico a volte eccessivamente ingessato e una scrittura fin troppo calibrata e contenuta negli schemi formali. Ma la bella disinvoltura del cast, insieme all'allestimento, fresco e dinamico, hanno saputo rivitalizzare questa partitura.

La messinscena proposta questa sera, ha completamente ignorato la sostanza della "romantiche oper" di von Weber/Kind. La musica nel frattempo fluiva proponendo la sua "scenografia sonora" (indubbiamente dissonante con quella realizzata sul palco, da ascoltare ad occhi chiusi) efficacissima grazie anche agli interpreti.

"Les Pescheurs" di questa sera è uno spettacolo che nell'allestimento rispecchia l'essenzialità della concezione musico-drammaturgica che guida il prodotto di Bizet/Cormon-Carré. Del triangolo amoroso il vertice vocale è indubbiamente stato toccato da Annick Massis (Leila). Ciò che è venuto a mancare è il calore ed il trasporto della passione che avrebbe dovuto animare Yasu Nakajima (Nadir) che è apparso, invece, piuttosto freddo e poco brillante. Musica ben eseguita e ben diretta dal sempre sensibile ed efficacissimo gesto di Marcello Viotti.

Le ceneri di Aquileia, come le ceneri della Fenice. Ma il richiamo all'incendio ormai dimenticato con la ricostruzione non è forse funzionale al gioco teatrale, se non fosse per quel verso "qual risorta fenice novella" che prefigura una rinascita. Gestito da una regia fin troppo scarna, il cast ha avuto in Dimitra Theodossiu (Odabella)la protagonista indiscussa.

La musica di Britten ha trovato indubbiamente una esecuzione di rilievo. La messinscena curata da Pountney non ha, forse, colto a pieno la sostanza profonda di quest'opera. La foresta e stata trasformata in una scuola degli anni '50, con banchi e libri, e i personaggi, compresi fate ed elfi, in scolari con divise all'inglese: Titania e Oberon i maestri. Grande comunque è stata l'accoglienza del pubblico.

"Nabucco" è un'opera intrisa di solennità, austerità e biblica grandezza: è la storia di un'epica liberazione, di una conversione miracolosa. E tutto ciò è stato rappresentato questa sera, scivolando, a volte, in una poco espressiva e redditizia, ai fini dei contenuti musico-teatrali, stasi statuaria, sia dal punto di vista delle voci, che della messinscena.

"Signor Presidente il Gran Teatro La Fenice è restituito al mondo..." sono queste le parole con cui il Sindaco di Venezia ha presentato al Presidente Ciampi e all'Italia intera la Fenice ricostruita dopo l'incendio del gennaio 1996. Apparentemente eclettico, il programma concertistico, che ha salutato questa rinascita, è in realtà legato da due temi: la celebrazione e la spiritualità. Riccardo Muti ha saputo ottenere il massimo dai musicisti il cui coinvolgimento emotivo era palpabile. La risposta acustica della nuova Fenice è stata buona.

L'inaugurazione della nuova stagione ha visto la ripresa di un titolo caduto nell'oblio, secondo una versione in cui le parti dialogate sono state trasformate da Minkowski e dal suo assistente Rhorer in recitativi secondo una traccia lasciata da Cajkovskij.

Non ci sono segni particolarmente distintivi che permettano di riconoscere in questo "Principe Porcaro" l'opera di un Rota adolescente...

Un tuffo nello humor inglese con un allestimento efficace della comic opera "The Mikado", con un affiatatissimo cast. Ovazioni da parte del numerosissimo pubblico.

"Ariadne auf Naxos" di Richard Strauss è un'opera densa, anzi, densissima di contenuti, non solo per quel che riguarda la riflessione metateatrale, ma anche, e soprattutto, dal punto di vista strettamente musicale. Il cast comprendeva interpreti di primissimo livello, ottimamente distribuiti nei ruoli. Sobrie e funzionali le scene hanno opportunamente commentato la trama.