Il leggiadro Porcaro

Non ci sono segni particolarmente distintivi che permettano di riconoscere in questo "Principe Porcaro" l'opera di un Rota adolescente...

Recensione
classica
Teatro Goldoni Venezia
Nino Rota
27 Settembre 2003
A volte è necessario riportare alla mente il fatto che si tratti del prodotto di Rota quindicenne. Non ci sono infatti segni particolarmente distintivi che permettano di riconoscere in questo "Principe Porcaro" l'opera di un adolescente. Sebbene l'invenzione possa in alcuni casi sembrare un po' ingenua, questo stesso carattere molto bene si addice alla materia del libretto: una fiaba appunto. Inoltre, i molteplici e variegati episodi musicali che sostanziano una forma che procede senza soluzione di continuità tra cori, recitativi, declamati e ariette, costituiscono un mosaico molto ben organizzato di tessere incastonate con estrema intelligenza, così da sostenere coerentemente lo svolgersi della trama e l'umore differente delle situazioni. Dall'ascolto emerge poi perentoriamente quella fresca immaginazione melodica ed armonica, tratto distintivo del Rota più maturo: un esempio per tutti la canzoncina dell'organetto. Una deliziosa favola musicale, dunque, che Il gran Teatrino "La Fede delle Femmine" ha saputo commentare con una messinscena elegante, discreta, ma anche pungente: la storia è stata infatti ambientata nella corte sabauda degli anni '20, in cui troneggia un re nanerottolo che fa fatica a farsi rispettare; i costumi d'epoca molto curati nei particolari; giardini dipinti per un fondale "all'italiana". Forse poco funzionale allo svolgimento dello spettacolo è stato l'inserimento tra il II ed il III atto de "La scuola di guida" di Rota-Soldati, proposto in forma di cortometraggio. Molto bravi sono stati i due attori Gian Campi e Daniela Foà; interessante è stata la modalità di realizzazione del filmato (in bianco e nero con fermi immagine sulle espressioni più pittoresche), ma la sua durata un po' eccessiva ha costituito una pausa troppo lunga, che ha interrotto il fluire di un'opera che proprio per la sua struttura consequenziale poco si presta ad essere frammentata. Utile comunque è stato poter raffrontare due periodi creativi del compositore così distanti tra loro. La partitura ben orchestrata da Nicola Scardicchio è stata diretta con precisione da Manlio Benzi, buona la prova degli strumentisti del Teatro La Fenice. Poco coeso, al contrario, il coro; soddisfacente l'esecuzione della compagnia di canto. Caloroso successo di pubblico.

Note: rappresentato con l'intermezzo "La scuola di guida"

Interpreti: Salvatore Cordella, il principe, Cristina Baggio, la principessa

Regia: Gran Teatrino "La Fede delle femmine"

Scene: Gran Teatrino "La Fede delle femmine"

Costumi: Gran Teatrino "La Fede delle femmine"

Orchestra: Teatro La Fenice

Direttore: Manlio Benzi

Coro: Teatro La Fenice

Maestro Coro: Piero Monti

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