Tra tutte le tinte di cui l'opera di Donizetti è portatrice, si è calcato soprattutto, se non esclusivamente, sull'aspetto comico, buffonesco, tralasciando in secondo piano quelle finestre sul sentimentale, il lirico, il passionale, che sono rimaste episodi, quasi occasionali, poco integrati.

La cornice scenografica ha mostrato soluzioni ingegnose per l'interpretazione dello spazio, raffinato è stato l'uso delle luci. La compagnia di canto, sebbene costituita da intepreti specializzati in questo repertorio, non ha sempre soddisfatto le esigenze interpretative proprie della partitura di Janácek.

Allestimento improntato alla grande essenzialità quello di Sepe, un'essenzialità che. tuttavia, può entrare in contraddzione con quello che trasmette la musica di Verdi,soprattutto nel primo atto. Compagnia di canto di pregio, in particolare, grandi doti ha dimostrato Elena Mosuc. Ottima la direzione di Viotti

Sacro e profano sono i due poli su cui si gioca l'opera di Massenet/Gallet, la direzione di Viotti ha saputo restituire la grande varietà di toni della partitura. L'allestimento scenico poteva evitare l'eccessiva insistenza su un simbolismo alla fine pesante.

È andata in scena la tragedia contemporanea dell'identità divisa, rappresentata dalla Medea "dai tre volti" di Euripide. Il teatro di Guarnieri è estremamente scarno, fatto esclusivamente di simboli evocatori. L'impervia parituta è stata ben eseguita da orchestra, coro e voci soliste.

"Capriccio" si costruisce su di un intreccio privo di azione difficilmente interpretabile dal punto di vista registico. Ottimo il cast, discreta la prova dell'orchestra. Meritato il successo

L'argomento del Don Pasquale e la sua ambientazione hanno favorito un accostamento con il primo cinema sonoro degli anni '30 del 1900, occasione per svecchiare la messinscena. Ottima la prova di Enzo Capuano (Don Pasquale) e del direttore e concertatore Corrado Rovaris. Pallida l'orchestra.

Spettacolo tutto sommato riuscito. L'orchestra inizialmente disorientata ha poi restituito una prova più che buona. Eccellente l'interpretazione della Thedossiou, buona quella di Bruson, mediocre Otello. Troppi intervalli.

L'opera di Rossini è stata riletta con gli occhi di un bambino per rinfrescare gli intrighi stantii tipici del repertorio buffo settecentesco. Molto buona la prova dell'orchestra, in particolare evidenza la sezione dei legni.

La regia e la scenografia estremamente sobrie fanno risaltare la vera faccia del "Così fan tutte": non un dramma giocoso ma un sottile studio psicologico. Il cast ha offerto prove disuguali, buona l'orchestra.

Grande successo per "L'Olimpiade" di Cimarosa, allestimento scenico e regia eleganti, con un cast assolutamente all'altezza delle difficoltà poste dalla partitura. Il pubblico ha accolto lo spettacolo con ovazioni.