Don Pasquale con gli occhi di un cineasta
L'argomento del Don Pasquale e la sua ambientazione hanno favorito un accostamento con il primo cinema sonoro degli anni '30 del 1900, occasione per svecchiare la messinscena. Ottima la prova di Enzo Capuano (Don Pasquale) e del direttore e concertatore Corrado Rovaris. Pallida l'orchestra.
Recensione
classica
E' un'opera divertente il "Don Pasquale", anche se non di quelle la cui originalità colpisce al primo ascolto: sono molti i modelli di Donizetti e, soprattutto, tanto Rossini. Quella del compositore bergamasco è, comunque, una comicità frizzante con i suoi numeri così vivaci, bene interpretati dalla regia di Italo Nunziata, che ha saputo coordinare in maniera elegante e funzionale i movimenti dei personaggi e delle comparse, grazie anche a spazi intercomunicanti in più punti. L'ambientazione è negli anni '30 del 1900, per dare evidenza scenica ad un'analogia, che il regista ha letto tra le sceneggiature del cinema sonoro di quegli anni e l'argomento del "Don Pasquale": in entrambi i casi si ha a che fare con "una trama mélo, con momenti pieni di vitalità, alternati ad altri intrisi di sentimenti delicati...La possibilità di mescolare diversi stili e linguaggi mi ha dato occasione di sfrondare l'opera da una serie di clichés, forse ormai lontani dalla nostra sensibilità" così il regista si racconta nel programma di sala. E il cinema in bianco e nero entra concretamente in scena nell'ultimo atto con delle proiezioni, come un controcanto di quello che si sta consumando dal vivo: la segretaria Norina/Sofronia che corona il sogno di sposare il suo direttore. Il "cineasta" Nunziata ha, poi, potuto realizzare al meglio il suo progetto grazie a cantanti in possesso di grandi doti di attori. Su tutti è emerso Enzo Capuano (Don Pasquale) vocalmente pulito e solido, estremamente incisivo e preciso nella gestione della ritmica, ci ha proposto un'interpretazione piena di energia, bonariamente comica, curata nei minimi gesti. Di rilievo, quindi, la performance di Franco Vassallo (Dottor Malatesta) e di Maria Costanza Nocentini (Norina/Sofronia), la soprano, in particolare, è in possesso di una voce piuttosto interessante, dotata tecnicamente, presenta, tuttavia, delle difficoltà a livello di dizione. Un po' più affaticato è apparso Massimo Giordano, che comunque ha lasciato un buon ricordo del suo Ernesto. Nonostante l'ottima concertazione e direzione di Corrado Rovaris, l'orchestra non è risultata convincente, fornendo una prova incolore, che poco ha restituito della vitalità della partitura.
Note: nuovo all.
Interpreti: Capuano, Vassallo, Giordano, Nocentini, Orecchia
Regia: Italo Nunziata
Scene: Pasquale Grossi
Costumi: Pasquale Grossi
Orchestra: Orchestra del Teatro La Fenice
Direttore: Corrado Rovaris
Coro: Coro del Teatro La Fenice
Maestro Coro: Guillaume Tourniaire
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