Grande opera in miniatura

L'opera di Rossini è stata riletta con gli occhi di un bambino per rinfrescare gli intrighi stantii tipici del repertorio buffo settecentesco. Molto buona la prova dell'orchestra, in particolare evidenza la sezione dei legni.

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Gioachino Rossini
01 Marzo 2002
Si è soliti definire la farsa in un atto come un'opera buffa in miniatura, lo spettacolo andato in scena questa sera non smentisce certo questa derivazione, incentrandosi, infatti, su di un tema che ha animato l'esempio più fortunato del genere buffo: "Il matrimonio segreto" di Bertati/Cimarosa. E proprio perché costruita su di un intreccio strausato, e sempre prevedibile nello svolgimento, il libretto di Foppa, nella messinscena diretta dalla regia di Luca de Fusco, è stato reinterpretato secondo l'immaginazione di un bambino. Svecchiata, dunque, nel vero senso della parola, la scena ci proietta in una società fiabesca i cui componenti sono però gli animali che popolano una soffitta: il pipistrello Blansac, il merlo Germano, i topolini Dormont, Giulia, Dorvil e Lucilla, mostrano una fortissima parentela, poi dichiarata dallo stesso De Fusco, con i personaggi di tanti cartoni animati. Si potrebbe discutere sulla pertinenza di una tale soluzione, certo è che scene e costumi erano proprio belli, così curati fin nei minimi dettagli; e, comunque, come accade negli stessi cartoni animati, alla fine ci si è dimenticati del lato "animale" dei protagonisti, tanto erano spiccati gli aspetti umani. Queste le scelte per rinfrescare gli intrighi stantii, la musica ha quindi completato il successo dello spettacolo, è, infatti, innegabile la grandezza della partitura di Rossini: non solo un'opera buffa in miniatura, ma una anticipazione, in dimensioni ridotte, di quello che sarà il linguaggio della "Italiana in Algeri" o del "Barbiere". Estremamente precisa ed energica la direzione del maestro Roberto Rizzi Brignoli al cui gesto l'orchestra ha risposto sempre molto bene; i legni, in particolare, sono apparsi, sin dalla ouverture, in forma smagliante. Rockwell Blake (Dorvil) e Marco Camastra (Germano) le voci migliori; Valeria Esposito (Giulia) sicura negli acuti, non è sembrata altrettanto convincente nel registro medio, buona l'interpretazione di Cristina Sogmaister (Lucilla).

Note: nuovo all.

Interpreti: Blake, Camastra, Esposito, Sogmaister

Regia: Luca de Fusco

Scene: Antonio Fiorentino

Costumi: Giuseppe Crisolini Malatesta

Coreografo: Assistente regia e coreografa: Alessandra Panzavolta

Orchestra: Orchestra del Teatro La Fenice

Direttore: Roberto Rizzi Brignoli

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