Il Domino in versione operistica

L'inaugurazione della nuova stagione ha visto la ripresa di un titolo caduto nell'oblio, secondo una versione in cui le parti dialogate sono state trasformate da Minkowski e dal suo assistente Rhorer in recitativi secondo una traccia lasciata da Cajkovskij.

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Daniel Auber
20 Novembre 2003
Ritornando con la memoria allo scorso anno emergono non poche similitudini che legano l'inaugurazione di stagione del 2002 con questa serata: come "Thais" nel precedente, così anche nell'attuale cartellone il primo titolo è costituito da un'opera francese ottocentesca, il cui allestimento è nuovamente curato per la regia, le scene ed i costumi da Pier Luigi Pizzi. Quella di Auber è un'opera che, dopo lo strepitoso successo riscosso nel secolo scorso, è praticamente caduta nell'oblio nei giorni nostri. Si tratta infatti di 'un'opéra comique' il cui impianto di commedia-opera (una commedia con inserti musicali operistici) richiede dei veri e propri cantanti-attori di madrelingua francese, vincoli questi troppo rigidi per realizzare un valido allestimento moderno. Per questa sera si è quindi fatto riferimento ad una versione in cui le parti dialogate sono state trasformate da Minkowski e dal suo assistente Rhorer in recitativi, secondo una traccia lasciata da Cajkovskij. C'è da dire, tuttavia, che questa scelta ha probabilmente appesantito l'originale di Auber, forse più snello e veloce, punteggiato com'era dalle isole musicali dei singoli numeri che risultavano così meglio godibili. L'impressione è stata dunque di un'opera musicalmente un po' incolore, la cui messinscena è comunque apparsa di grande gusto. Pizzi ha ricreato un'ambientazione anni Venti con decori Art Nouveau e costumi un po' charleston, un po' spagnoleggianti; tutto in un prevalente bianco e nero, 'optical' nel terzo atto, con gli sporadici rossi di alcuni accessori e i viola dell'abbigliamento monacale; forse poco funzionali le coreografie stile commedia musicale. La direzione di Minkowski ha dato risalto alla trasparenza della scrittura orchestrale, precisa è stata la concertazione, molto buona è stata la risposta dell'orchestra. La voce di Veronica Cangemi (Angèle) è apparsa piuttosto debole, poco differenziata nelle dinamiche, così come Simon Edwards, che nei panni di Horace è riusltato poco brillante. Comunque buon successo.

Interpreti: Angèle, Veronica Cangemi; Brigitte, Rosita Ramini; Jacinthe, Giovanna Donadini; Ursule, Filippo Morace/Bruno Praticò; Horace, Simon Edwards; Juliano, Nicolas Rivenq; Lord Elfort, Federico Sacchi; Gil Perez, Filippo Morace/Bruno Praticò

Regia: Pier Luigi Pizzi

Scene: Pier Luigi Pizzi

Costumi: Pier Luigi Pizzi

Coreografo: Gheorhe Iancu

Orchestra: Orchestra del Teatro la Fenice

Direttore: Marc Minkowski

Coro: Coro del Teatro la Fenice

Maestro Coro: Piero Monti

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