A lezione da Shakespeare

La musica di Britten ha trovato indubbiamente una esecuzione di rilievo. La messinscena curata da Pountney non ha, forse, colto a pieno la sostanza profonda di quest'opera. La foresta e stata trasformata in una scuola degli anni '50, con banchi e libri, e i personaggi, compresi fate ed elfi, in scolari con divise all'inglese: Titania e Oberon i maestri. Grande comunque è stata l'accoglienza del pubblico.

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Benjamin Britten
20 Febbraio 2004
Volendo formulare qualche breve impressione, di fronte a questo allestimento si è tentati di isolare le componenti strettamente musicali, da quelle visive. La musica di Britten ha trovato indubbiamente una esecuzione di rilievo: l'orchestra, o meglio i solisti del Teatro La Fenice (tanto è ridotto l'organico), si sono ben orientati nell'arduo ed estremo eclettismo della partitura, grazie soprattutto alla precisione del gesto di Gardiner. Nonostante l'elevato numero di cantanti, il cast ha offerto una prova estremamente equilibrata: ottima la qualità dell'interpretazione da Susan Gritton (Titania) fino ai "rustici"; e non solo le voci hanno spiccato, ma anche le grandi capacità attoriali di questi artisti: "voglio cantanti che sappiano recitare" così diceva Britten a proposito del suo "Sogno". Puck, inoltre, si è dimostrato oltre che attore perfetto, acrobata allenatissimo. Soffermandosi esclusivamente sulla messinscena, tuttavia, si nota come la lettura di Pountney non abbia, forse, colto a pieno la sostanza profonda di quest'opera. La riflessione di partenza secondo cui nelle commedie shakespeariane, come nel "Sogno", i personaggi siano condotti in situazioni fuori dal comune per innescare un processo di apprendimento che li conduca alla scoperta del proprio lato oscuro, ha fatto sì che la foresta si trasformasse in una scuola degli anni '50, con banchi e libri, e i personaggi, compresi fate ed elfi, in scolari con divise all'inglese: Titania e Oberon i maestri. Ma cambiando letteralmente il luogo-motore, sia del dramma che della musica, si stravolge l'identità dell'opera; diventa difficile associare le tinte sonore del bosco fatato e della notte (nonostante la proiezione di rami) allo spazio chiuso di un'aula scolastica, in cui sia il mondo incantato che quello reale sono relegati. Grande comunque è stata l'accoglienza del pubblico.

Note: Nuovo allestimento

Interpreti: Oberon, William Towers; Tytania, Susan Gritton; Hippolyta, Julie Mellor; Lysander, Matthew Beale; Demetrius, William Dazeley

Regia: David Pountney

Scene: Stefanos Lazaridis

Costumi: Sue Blane

Orchestra: Orchestra del Teatro La Fenice

Direttore: Sir John Eliot Gardiner

Coro: Coro del Teatro La Fenice. Coro «Pueri Cantores» di Vicenza

Maestro Coro: Roberto Fioretti

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

A Bologna l’opera di Verdi in un nuovo allestimento di Jacopo Gassman, al debutto nella regia lirica, con la direzione di Daniel Oren

classica

Napoli: il tenore da Cavalli a Provenzale

classica

Al Teatro La Fenice grande successo per l’opera di Arrigo Boito nel brillante allestimento di Moshe Leiser e Patrice Caurier con la solida direzione musicale di Nicola Luisotti