"Il triangolo" di Ceylon

"Les Pescheurs" di questa sera è uno spettacolo che nell'allestimento rispecchia l'essenzialità della concezione musico-drammaturgica che guida il prodotto di Bizet/Cormon-Carré. Del triangolo amoroso il vertice vocale è indubbiamente stato toccato da Annick Massis (Leila). Ciò che è venuto a mancare è il calore ed il trasporto della passione che avrebbe dovuto animare Yasu Nakajima (Nadir) che è apparso, invece, piuttosto freddo e poco brillante. Musica ben eseguita e ben diretta dal sempre sensibile ed efficacissimo gesto di Marcello Viotti.

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Georges Bizet
16 Aprile 2004
"Les Pescheurs" in scena al Teatro Malibran è uno spettacolo che nell'allestimento rispecchia l'essenzialità della concezione musico-drammaturgica che guida il prodotto di Bizet/Cormon-Carré. I tradizionali pilastri tematici dell'opera occidentale (il triangolo amoroso e il dissidio tra amore terreno e voto religioso), trasferiti musicalmente per mezzo di un cast costituito esclusivamente da tre voci principali (soprano, tenore, baritono), hanno preso vita su di un impianto scenografico immutato dall'inizio alla fine, (fatta eccezione per qualche arredo): riprodotta fedelmente, l'ambientazione indiana è stata descritta da un tempio dorato posto in cima ad una scalinata piramidale, colorata del vuoto del nero; sul proscenio, una pedana rossa lievemente concava, su cui si definiscono i momenti salienti; le coreografie, raffinatissime, suggeriscono i passi delle danze locali. Vestito dalle tipiche sete sgargianti, il coro è stato organizzato, nei movimenti, secondo semplici traiettorie. Del triangolo amoroso il vertice vocale è indubbiamente stato toccato da Annick Massis (Leila). Interprete dotata di qualità eccellenti, capace di intensa espressività, con una vocalità fluida e duttile nei vari passaggi di registro, la cantante ha forse fatto sbiadire il lato maschile della vicenda: nonostante, infatti, Luca Grassi (Zurga) abbia comunque dimostrato una voce robusta, sebbene un po' chiusa negli acuti, ciò che è venuto a mancare è il calore ed il trasporto della passione che avrebbe dovuto animare Yasu Nakajima (Nadir) che è apparso, invece, piuttosto freddo e poco brillante. Musica ben eseguita e ben diretta dal sempre sensibile ed efficacissimo gesto di Marcello Viotti.

Interpreti: Leila, Annick Massis; Nadir, Yasu Nakajima; Zurga, Luca Grassi; Zurga, Vincenzo Taormina; Nourabad, Luigi De Donato

Regia: Pier Luigi Pizzi

Scene: Pier Luigi Pizzi

Costumi: Pier Luigi Pizzi

Corpo di Ballo: Letizia Giuliani, Gheorghe Iancu

Coreografo: Gheorghe Iancu

Orchestra: Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia

Direttore: Marcello Viotti

Coro: Coro del Teatro La Fenice di Venezia

Maestro Coro: Piero Monti

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Torino: Frizza sul podio e regia di Maestrini

classica

Arte concert propone l’opera Melancholia di Mikael Karlsson tratta dal film omonimo di Lars von Trier presentata con successo a Stoccolma nello scorso autunno

classica

I poco noti mottetti e i semisconosciuti versetti diretti da Flavio Colusso a Sant’Apollinare, dove Carissimi fu maestro di cappella per quasi mezzo secolo