A fine 1798, Spontini presenta a Palermo, la commedia per musica in due atti "Li finti filosofi", che deriva dalla farsa "L'erosimo ridicolo", con l'aggiunta di sette nuovi numeri, il rifacimento totale di un altro, la sostituzione del dialetto patenopeo con la lingua italiana: ma l'opera comica non è fatta per lui.

Nel concerto-spettacolo "Lontano dagli occhi" i Canti polacchi di Chopin, accostati a brani delle lettere, rivelano di non essere affatto trascurabili e di rappresentare un angolo piccolo ma non tracurabile del mondo del compositore.

Una realizzazione scenicamente sbagliata e musicalmente non travolgente di una delle opere serie di Rossini più rare e meno fortunate presso pubblico e critica

Scene mobili e bravissimi cantanti-attori per un Barbiere di Siviglia fancamente comico ma anche acido e cattivo.

Placido Domingo dirige "Aida" in modo solidamente tradizionale, ma con scarso approfondimento, accompagnamenti di routine e qualche difetto tecnico.

L'opera più lunga di Verdi, nonché una delle più complesse, messa in scena con scarsi mezzi, per aggirare i limiti di budget che quest'anno affliggono lo Sferisterio come e più delle altre istituzioni musicali italiane. L'esperimento è fallito, ma resta la voglia di riporovarci un'altra volta, magari con maggiore avvedutezza.

Due celebri scrittori francesi all'origine dei due atti unici di Poulenc e Tutino, diversissimi ma collegati da varie affinità sotterranee.

Nell'allestimento presentato lo scorso maggio al Teatro Sao Carlos di Lisbona, è giunto a Spoleto il Fernando Re di Castglia, prima versione del Sosarme di Haendel, riscoperta da Alan Curtis

Nonostante i grandi spazi e l'acustica dispersiva, il delicato intimismo di "Madama Butterfly" non è stato tradito né dalla realizzaione visiva né - soprattutto - da quella musicale.

Così fan tutte all'epoca dell'impero romano: un'operetta alla Offenbach spregiudicata, divertente, ma superficiale. E c'è poca precisione nell'esecuzione musicale.

La storica edizione che dell'opera stravinskijana fece quasi mezzo secolo fa l'Opera di Roma, con la regia dell'allora giovane Luigi Squarzina e le scene e i costumi di Giacomo Manzù, appare ancora oggi ideale e ripropone l'idea platonica della tragedia greca con immagini per nulla invecchiate. Bene John Hulenhopp (Edipo) e la Pinter, non più che discreti gli altri cantanti. Accurata ma un po' spenta al direzione di Zoltan Pesko.

Prima assoluta della Nave a tre piani, operina in un atto di Ravasini e Boccadoro, destinata ad ascoltatori tra i 10e i 14 anni: ma scrivere un'opera per ragazzi è più difficile di quanto gli autori sembrano credere!