I fantasmi di Demetrio e Polibio

La prima opera di Rossini eseguita secondo la nuova edizione curata da Daniele Carnini.

(foto Studio Amati Bacciardi)
(foto Studio Amati Bacciardi)
Recensione
classica
Rossini Opera Festival Pesaro
Gioachino Rossini
13 Agosto 2010
Dopo Sigismondo, il Rof ha portato in scena un'altra opera praticamente sconosciuta di Rossini, composta nel 1810, quindi prima ancora delle farse veneziane, sebbene sia stata rappresentata solo nel 1812 a Roma. Prevedibilmente Demetrio e Polibio è un po' fragile in confronta alle successive opere serie, ma ha un suo fascino, che nasce dal mix tra la freschezza sorgiva dell'invenzione melodica e la baldanza giovanile di soluzioni formali in parte nuove. Ma i personaggi sono esili ed evanescenti - e la colpa non è solo del debolissimo libretto ma anche della musica - e questo ha suggerito a Davide Livermore di farne dei fantasmi, che di notte si aggirano sul palcoscenico deserto di un vecchio teatro, sbucando fuori dai bauli chiusi, apparendo dietro gli specchi, moltiplicandosi in più immagini (ogni cantante è raddoppiato da uno o più mimi). Spesso questi personaggi portano in mano una tremula fiammella, simbolo delle loro flebili passioni. Non pretendere di dare a tutti i costi concretezza drammatica ai personaggi non è in questo caso una forma di sfiducia nell'opera ma una maniera di accettarne i limiti e di trasformarli in un punto di forza: questa vicenda di incredibili equivoci diventa un'illusione o un sogno e ci ricorda l'assurdità e la precarietà della vita. Ben diretta da Corrado Rovaris, che ha tratto il meglio dalla non eccelsa ma volenterosa Orchestra Sinfonica G. Rossini, l'opera ha avuto quattro ottimi interpreti. Maria José Moreno era una delicata e tenera Lisinga; Mirko Palazzi ha realizzato validamente il lato regale e quello paterno di Polibio; Yijie Shi, che conoscevamo come tenore leggerissimo, si è trasformato in un imperioso e bellicoso Eumene; positiva anche la prova di Victoria Zaytseva nella parte di Demetrio-Siveno.

Interpreti: Maria José Moreno, Victoria Zaytseva, Yijie Shi, Mirco Palazzi

Regia: Davide Livermore

Scene: Accademia di Belle Arti di Urbino

Costumi: Accademia di Belle Arti di Urbino

Orchestra: Orchestra Sinfonica G. Rossini

Direttore: Corrado Rovaris

Coro: Coro da Camera di Praga

Maestro Coro: Lobomir Matl

Luci: Nicolas Bovey

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