La moglie adultera del prete Stiffelio

Il Regio di Parma ripropone una delle più affascinanti (e misconosciute) opere verdiane.

(Roberto Ricci, Teatro Regio di Parma)
(Roberto Ricci, Teatro Regio di Parma)
Recensione
classica
Fondazione Teatro Regio di Parma Parma
Giuseppe Verdi
15 Aprile 2012
Un prete (luterano) tradito dalla sposa cui impone il divorzio, una confessione sacramentale raccolta in scena, un duello nel cimitero, la proclamazione del Vangelo in chiesa, il tutto ambientato in epoca contemporanea: nessuna meraviglia che l'opera "Stiffelio" venisse inesorabilmente bloccata dalla censura; sorprende semmai che abbia potuto andare in scena almeno una volta (1850) nella pur periferica Trieste. Solo in anni recenti, complice la disponibilità di un'edizione critica, l'opera ha ripreso lentamente vitalità, scoprendosi titolo affascinante per drammaturgia e forza musicale, prediletta da tenori di rango che trovano in Stiffelio un personaggio operistico inedito e ben delineato da Verdi e Piave. Anche Aronica vi si cala anima e corpo, offrendo una prestazione convincente: la voce chiara e squillante ben si presta alle arcate quasi belliniane di certe frasi, peccando soltanto per spessore nelle frequenti discese al grave e per fermezza in alcune incertezze evidenziatesi soprattutto nel primo atto. Il soprano cinese Guanqun si conferma voce interessante e interprete appassionata degli incessanti rimorsi dell'adultera. Frontali, il più verdiano della compagnia, riscuote l'unica ovazione in corso d'opera. Nelle parti di contorno, buona prova del tenore Mangione ma insufficienza per il basso Andguladze. Sul podio Battistoni, col gesto netto e veemente che lo contraddistingue, conferma una volta di più il suo talento innato, trascinando l'orchestra ma non sempre il palcoscenico. Purtroppo amputa le cabalette verdiane come un direttore di due generazioni prima, producendo moncherini che spiazzano l'applauso del pubblico (vedi l'aria di Lina). L'allestimento lineare di Montavon restituisce con chiarezza i termini della vicenda: coi tempi che corrono è già un lusso.

Note: Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma, in coproduzione con l'Opéra di Monte Carlo.

Interpreti: Roberto Aronica (Stiffelio), Yu Guanqun (Lina), Roberto Frontali (Stankar), Gabriele Mangione (Raffaele), George Andguladze (Jorg), Cosimo Vassallo (Federico), Lorelay Solis (Dorotea)

Regia: Guy Montavon

Scene: Francesco Calcagnini

Costumi: Francesco Calcagnini

Orchestra: Orchestra del Teatro Regio di Parma

Direttore: Andrea Battistoni

Coro: Coro del Teatro Regio di Parma

Maestro Coro: Martino Faggiani

Luci: Guy Montavon

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