Butterfly cosmica

Alla Fenice l'opera di Puccini con le scene di Mariko Mori

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Giacomo Puccini
14 Ottobre 2013
Un'altra Madama Butterfly, ma con qualche piccola differenza testuale rispetto alla routine, perché tra la selva di varianti si è scelta l'edizione del 1907, esemplata su quella parigina dell'anno prima, che rispecchia le decisioni definitive di Puccini, o quasi, perché poi ci furono altre piccole modifiche. La questione è ingarbugliatissima e non è possibile né lecito decidere quale sia la versione "autentica" e "migliore", ma si ha quasi la tentazione di affermare che sia proprio questa, forse perché è stata presentata in un'esecuzione esemplare. Le scene sono dell'artista nipponica Mariko Mori, che alle giapponeserie di maniera sostituisce un'autentica spiritualità giapponese: nel primo atto un giardino zen, con appena tre massi levigati, su cui incombe una grande scultura astratta sospesa a mezz'aria; nel secondo atto questa scultura è caduta a terra, presenza inquietante e minacciosa; nella scena finale il palcoscenico totalmente vuoto è delimitato da un grande telo bianco. In questo spazio essenziale la tragedia di Cio-Cio-San emerge con un rilievo assoluto, diventa una vicenda cosmica (a questo sembra alludere il viaggio tra le galassie raffigurato nell'intermezzo, che è però l'unica cosa superflua di quest'allestimento). La regia di Alex Rigola è concentratissima, non c'è un gesto sbagliato o non necessario. Il corrispettivo di quest'impostazione scenica è la direzione di Omar Meir Wellber, calibrata al millimetro tra la trasparenza con cui restituisce la modernissima partitura di Puccini e l'intensità con cui ne rende la continua crescita drammatica. Fiorenza Cedolins torna a un personaggio da lei preferito all'inizio della carriera: l'ingenua bambina delle prime scene le va ora appena un po' stretta, ma rapidamente la sua interpretazione prende quota e inchioda lo spettatore alla tragica vicenda della protagonista. Quest'opera è quasi un monodramma, ma Andeka Gorrotxategui, Elia Fabbian e Manuela Custer sono state ottime "spalle" di questa grande protagonista.

Note: Progetto speciale della 55. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia

Interpreti: Fiorenza Cedolins/Svetlana Kasyan, Manuela Custer, Julie Mellor, Andeka Gorrotxategui, Elia Fabbian, Iorio Zennaro, William Corrò, Riccardo Ferrari

Regia: Alex Rigola

Scene: Mariko Mori

Costumi: Mariko Mori

Orchestra: Orchestra del Teatro la Fenice

Direttore: Omar Meir Wellber

Coro: Coro del Teatro la Fenice

Maestro Coro: Claudio Marino MOretti

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

A Baden-Baden apertura in grande stile del Festival di Pasqua con l’opera di Richard Strauss con i Berliner Philharmoniker diretti da Kirill Petrenko

classica

Eseguita per la prima volta in Italia la Sinfonia dedicata a quei tragici giorni del 1944 dall’americano William Schuman

classica

All’Opéra national du Rhin di Strasburgo un successo per l’opera wagneriana con Michael Spyres al debutto nel ruolo