Dall’11 marzo all’11 aprile 2021 la nuova edizione del festival Printemps des arts

A Montecarlo attenzione speciale alla seconda Scuola di Vienna e a Franz Liszt, ma anche creazioni contemporanee e concerti barocchi

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Festival Printemps des Arts
Marc Monnet

Dopo la sofferta decisione di annullare l’edizione 2020 del Festival Printemps des Arts, la prossima edizione della manifestazione monegasca è stata annunciata con grande anticipo dal direttore Marc Monnet, che ha anche comunicato che la prossima sarà la sua ultima edizione alla guida del festival, poiché vuole tornare a dedicarsi totalmente alla composizione. A partire dal 2022, dopo 19 anni alla direzione del festival, lascerà dunque l’incarico a Bruno Mantovani, compositore e direttore d’orchestra.

L’inaugurazione, l’11 marzo, è affidata a Daniele Gatti e all’Orchestre National de France, con musiche di Anton Webern e Alban Berg. Sono dedicati alla seconda scuola di Vienna anche i concerti del 12, con i solisti dell’Ensemble intercontemporain che proporranno la musica da camera di Schönberg, Berg e Webern, e del 13 ancora con l’Ensemble intercontemporain diretto da Matthias Pintscher e con il pianista Hidéki Nagano, quando le musiche di Schönberg e Berg saranno accostate a quelle di Liszt. Il focus sulla scuola di Vienna prosegue il 27 marzo con l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo diretta da Kazuki Yamada, che esegue Pelléas et Mélisande di Schönberg e il Concerto per violino “alla memoria di un angelo” di Berg, solista Tedi Papavrami, e si conclude il 3 aprile con l’Ensemble Les Siècles e i solisti Kit Armstrong (pianoforte), Renaud Capuçon (violino) e Vincent Lhermet (accordéon).

L’altro protagonista del festival è Franz Liszt. Le sue musiche corali sacre sono affidate ad uno dei migliori cori da camera del mondo, quello della Radio lettone, mentre Bertrand Chamayou riunisce in un’unica maratona pianistica l’integrale dei tre volumi degli Anni di pellegrinaggio. A Liszt è dedicato anche il concerto di chiusura del festival, l’11 aprile, con pezzi per pianoforte ed orchestra di rara esecuzione interpretati dal pianista Ivo Kahánek e dall’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo diretta dal giovane e talentuoso direttore ungherese Gergely Madaras. 

Oltre alla Scuola di Vienna e a Liszt, il festival offre ancora altre interessanti proposte. Un posto d’onore è dato alla creazione contemporanea, con quattro novità assolute commissionate a quattro compositori, ognuno con una propria singolarità e un proprio mondo sonoro. Sebastian Rivas ha immaginato Snow on her lips… per una performer, tre pupazzi e quattro musicisti, a cui si aggiungono oggetti elettronici e proiezioni; Frédéric Durieux presenta il suo secondo quartetto d’archi Diario Ellittico; Gérard Pesson – quest’anno compositore en résidence - si lascia sedurre dalle sonorità dell’accordéon in Chante en morse durable; Marco Stroppa propone 6 études paradoxales per pianoforte.

La musica francese a cavallo tra Ottocento e Novecento è la protagonista del concerto di Aline Piboule, con rare pagine pianistiche ispirate alla natura. È un omaggio alla dimensione ludica lo spettacolo intitolato Bibilolo, di cui Marc Monnet firma le musiche e Arno Fabre la messa in scena, giocando con gli oggetti del mondo dell’infanzia. Tre recital sono infine dedicati alla musica barocca per clavicembalo, con grandi interpreti quali Andreas Staier, Pierre Hantaï e Olivier Baumont. 

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