Kara-Lis Coverdale, fantasie minimaliste
Changes in Air completa il trittico discografico della compositrice canadese
04 dicembre 2025 • 2 minuti di lettura
Kara-Lis Coverdale
Changes in Air
A dispetto di un curriculum fitto e prestigioso, fra lavori su commissione, installazioni (la più recente nel cortile esterno del Montréal Science Centre), musiche per il cinema ed esperimenti nella dimensione quantistica (quest’anno durante “Sound Lab” al Kraftwerk di Berlino), ultimamente Kara-Lis Coverdale aveva lasciato a desiderare sul fronte discografico, dopo l’acclamato album del 2017 Grafts.
In appena sei mesi ha recuperato però il tempo perduto, pubblicando con l’etichetta norvegese Smalltown Supersound addirittura un trittico: aperto a maggio da From Where You Came (impiegando voce, archi, fiati e apparecchiature elettroniche), proseguito a settembre con A Series of Actions in a Sphere of Forever (raccolta di notturni per piano solo, talora preparato) e completato adesso da Changes in Air, sviluppo della sonorizzazione Music for Skarven realizzata nel 2019 a Oslo per una sauna galleggiante.
Compositrice di scuola minimalista, spesso coinvolta in partnership con musicisti affini, fra i quali Floating Points, Caterina Barbieri e Tim Hecker, la 38enne canadese – apprezzata da eminenze come Arvo Pärt e Brian Eno – utilizza nella circostanza gli strumenti che hanno segnato via via il suo percorso artistico, riannodando in un certo senso i fili delle esperienze affrontate strada facendo.
Nella seconda parte del disco è in evidenza ad esempio il pianoforte (studiato nell’infanzia al conservatorio di Toronto): in “Boundlessness” ne pigia i tasti e sfrega le corde, traendone sonorità spettrali in “Oriri” e ponendolo infine al centro dell’habitat impressionista creato in “Curve Traces of Held Space”.
Concorrono all’orchestrazione dell’episodio conclusivo l’organo (che suonava da adolescente in contesti di musica sacra) e i sintetizzatori modulari (adottati al varco della maggiore età), viceversa protagonisti incontrastati nella sezione iniziale, costituita da due brani di vasta portata: “Labyrinth I”, digressione ambient addolcita da una melodia solennemente lirica, e “Strait of Phase”, sequenza di movimenti armonici su sommesso bordone organistico.
La consistenza evanescente della messinscena conferma implicitamente il proposito da lei espresso nella pagina biografica del proprio sito web, ossia produrre “opere che trascendono la realtà”.
Changes in Air avvera quell’aspirazione e invita l’ascoltatore a costruire castelli in aria. Chi volesse replicare la medesima sensazione dal vivo, sappia che Kara-Lis Coverdale sarà in concerto il 31 gennaio a Pordenone, ospite della rassegna Scenasonica.