Il mistero di Babe, Terror

Teghnojoyg è il nuovo album del musicista brasiliano, una struggente riflessione in musica su malattia e violenza

babe, terror
Disco
pop
Babe, Terror
Teghnojoyg
autoproduzione
2023

A distanza di tre anni da Horizogon, ecco Teghnojoyg, il nuovo lavoro di Claudio Katz Szynkier, meglio conosciuto come Babe, Terror (ma questo non è l’unico nome d’arte da lui impiegato), musicista brasiliano che si occupa – secondo le sue parole riportate su Bandcamp – di «composition, arrangements, production, variety of instruments, mpc, moogs, cosmosampler, leaking synths, moonmelter station, exotic body and its meat».

– Leggi anche: Il lockdown paulista di Babe, Terror

La mia frequentazione della musica di Szynkier è cominciata l’11 settembre 2020 quando ricevetti una mail da Joana Santos Alencar, nome a me sconosciuto e magari inventato (la prudenza non è mai troppa, più avanti capirete perché): si presentava come addetta stampa di un musicista di São Paulo, Babe, Terror per l’appunto, e mi mandava il disco Horizogon e i video girati dal videomaker Cauê Dias Baptista.

2 agosto 2021: nuova mail di Joana (da un account diverso dal precedente) e nuovo disco di Szynkier, questa volta col nome Zpell Hologos: Birmania, «un racconto transnazionale, una sinfonia sperimentale di tenerezza e densità, con uno spirito rivoluzionario in dialogo con il Brasile distopico delle milizie fasciste – il presidente era ancora Bolsonaro –, la morte della foresta amazzonica e l’emergenza Covid19 che sembra non finire – in quel momento il Brasile era l’epicentro mondiale della pandemia, grazie anche al “capitalismo patologico” predicato e praticato dal suo presidente» –, disco uscito poi il 4 ottobre.

Vi propongo il video che aveva il compito di accompagnare “Sumprabum”, uno dei 6 brani che compongono Birmania:

15 giugno 2023: Claudio, sempre tramite la solerte Joana, manda un nuovo segnale dalla città paulista; Teghnojoyg è pronto, dopo due anni di lavoro e ripensamenti. Sono nuovamente 6 brani, accompagnati però da un bonus EP (solo per gli acquirenti su Bandcamp), Ugandom Maligma, che ne contiene altri cinque (per un totale di ulteriori 35 minuti), e la data di pubblicazione è il 23 agosto.

Bene, direte voi, ma adesso siamo quasi a fine settembre, cos’è successo? È successo che… vabbè, lo confesso, me ne sono completamente dimenticato e da metà giugno a oggi il disco è rimasto in letargo anticipato nella mia mailbox. Per fortuna ieri ho visto la recensione su Pitchfork (un eccellente 8.0) e sono corso a recuperare il disco, come al solito accompagnato da video finanziati in totale autonomia da Babe, Terror.

babe terror

«Un architetto della musica del nostro "crollo globale" secondo Pitchfork, autore di uno degli album del 2020 secondo The Guardian, Babe, Terror ritorna con un party utopico clandestino sul confine tra i tempi» - dal comunicato stampa

Teghnojoyg vede l’artista brasiliano evocare le atmosfere delle vecchie feste casalinghe, celebrazioni semi-clandestine in città e tempi differenti, e mescolare il viaggio con caldi, teneri e radioattivi suoni in via di liquefazione. Questo nuovo album, una celebrazione dei misteri brasiliani, assorbe gli elementi orchestrali di Horizogon prima di andare nei nuovi “club fantasma”, «celebrazioni segrete nelle strutture astratte delle città», secondo il compositore, che in passato ha modellato altri lavori evoluti di strana disco/ambient sampledelical come Knights (2012) e Ancient M’ocean (2017).

Ne è un eccellente esempio “Nepturnal Amazoic”, con le sue sonorità che possono ricordare quelle degli Animal Collective ai loro inizi.

Come già successo con l’album precedente a nome Terror, Babe, Szynkier mette in piedi una pila di suoni del passato, spesso estrapolati da oscuri 78 giri di jazz orchestrale, fino a quando questi ultimi non raggiungono una temperatura seducente ma pericolosa, creando un disorientamento sensoriale.

Un procedimento che, come ho già avuto modo di scrivere su queste colonne, può essere avvicinato, con i dovuti distinguo, a quello messo in atto da The Caretaker. Prendiamo “Mesopothance”, brano che ci fa sospettare di avere due tab aperti che stanno suonando musiche incongruenti quando, in realtà, dopo un po’ capiamo che s’incastrano insieme in maniera sì strana ma piacevole.

E che dire di “Congosymphag”, con quelle voci eteree e senza corpo che arrivano da chissà dove per poi sciogliersi in un vuoto pneumatico?

“Casa das Canoagens” è forse il mio brano preferito, in cui un’orchestra suona una melodia tardo-Romantica oscura e lamentosa, ma la scomposizione di tonalità è presente nell’aria e infatti puntualmente arriva, utilizzando sonorità che ricordano il Vangelis di Blade Runner, ed ecco allora un mash-up tra il tecno-futurismo di inzio anni Ottanta e la Vienna di fine Ottocento, accomunati da melanconia pervasa di nostalgia. Ma sentiamo Claudio a proposito di questo brano: «”Casa das Canoagens”, che è qualcosa che ci ricorda l’album Horizogon, è, in modo davvero specifico, una specie di portale. Uno che io cerco di aprire per attraversare quel mondo traumatico del Covid brasiliano e, chi può dirlo, accedere a un altro mondo, sperimentando, senza paura, il senso funereo che è rimasto come lava ribollente in molti di noi, insepolto in molti di noi. Vorrei invitare molte persone a seguire questo stesso percorso».

«Sono stato sul punto di morire e sono stato sul punto di vivere, quasi sempre, e poi sono tornato alla terapia, in forme diverse. Tutti questi strani tempi e connessioni musicali che ho cercato di attivare qui sono parte di un grande mistero. Passando da mistero a mistero ho dimenticato le mie some. Per me il mistero è la forza creativa, la matrice abissale di tutte le bellezze che prima o poi succederanno. La musica per me è qualcosa che sta sempre per succedere. La terra dei misteri vissuti e rivelati. Mi sono smarrito lì, nelle strade e nei campi» - Claudio Katz Szynkier

Teghnojoyg è un lavoro di una bellezza straziante, che riesce a farci sentire nella carne le ferite di una pandemia durissima e della violenza delle milizie fasciste dell’era Bolsonaro, le stesse che Szynkier ha purtroppo sperimentato sulla propria pelle. Volete fare qualcosa di militante, tracciare un segno per terra che nessuno, in alcun modo, deve oltrepassare? Comprate il disco di Babe, Terror sulla sua pagina Bandcamp e, credetemi, non ve ne pentirete.

P.S. Conoscete qualcun altro che scriva un biglietto a mano per ringraziarvi di aver condiviso con lui l’esperienza d’ascolto del disco? Io no.

P.S. 2 (non la console dei videogiochi): come ha fatto Joana Santos Alencar a entrare in possesso del mio indirizzo di posta elettronica? Meglio non farsi troppe domande…

babe terror

 

 

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