Brittany Howard, e ora?

What Now è il nuovo album di Brittany Howard, l’ex-cantante degli Alabama Shakes

Brittany Howard
Disco
pop
Brittany Howard
What Now
Island
2024

A quattro anni e mezzo di distanza dal precedente Jaime, ecco che Brittany Howard, l’ex-cantante degli Alabama Shakes, fa il suo ritorno con le dodici canzoni che compongono What Now, un disco che parla dei suoi prossimi sogni da realizzare.

– Leggi anche: Brittany Howard dagli Alabama Shakes a Jaime

Nel mondo del consumo musicale attuale, sempre più veloce, gli artisti (o pseudo tali) hanno bisogno di mantenere un flusso costante di contenuti adatti allo streaming o creati espressamente per divenire meme; bene, Brittany non appartiene a questo mondo: dopo il tour per promuovere il suo album del 2019, è ricomparsa una manciata di volte per annunciare l’uscita, più o meno imminente, di questo nuovo lavoro.

Malgrado la mancanza nel titolo di un esplicito punto interrogativo, ce n’è uno implicito, e non di poco conto: e adesso? Che cosa devo fare? Cosa devo iniziare a sognare? 

«Credo in un mondo in cui possiamo andare fuori ed essere chi vogliamo e vedere quelli che ci piacciono e amarci l’un* l’altr* durante questa corsa selvaggia / siamo nati in questo tempo per cambiare il paradigma, la pace è il premio finale della nostra cronologia degli eventi, so che possiamo farlo perché dobbiamo farlo, so che possiamo farlo (e allora diamoci da fare)» - "Another Day"

Tra il primo e il secondo disco sono successe un po’ di cose: innanzi tutto, poco prima dello scoppio della pandemia, un trasloco dal New Mexico a una casa in affitto a Nashville, in cui si rinchiude con due cani e altrettanti gatti, meditando sul da farsi – come del resto abbiamo fatto tutti.

Passato il primo momento di smarrimento, ecco la risposta: «Sono una persona creativa, probabilmente dovrei, come dire, ricominciare a fare musica». A complicare ulteriormente la situazione, in quel periodo sta cominciando una nuova relazione sentimentale che, al netto delle terribili difficoltà logistiche imposte dal periodo d’emergenza, sembra svilupparsi in maniera soddisfacente, fornendo anche contenuti per le nuove canzoni, incentrate sull’innamoramento e sull’eccitazione derivante, ma, col passare del tempo, i testi si occupano della fine dell’amore e della conseguente tristezza.

Insomma, una vera altalena di emozioni che ha allungato i tempi di realizzazione di What Now.

Vediamola ospite di NPR Music per uno dei loro celebri Tiny Desk Concert: è il 15 ottobre 2019, quindi il periodo di cui ho scritto nel paragrafo precedente.

 La potenza musicale di Brittany Howard risiede nella sua capacità di esprimersi con incrollabile coraggio attraverso il dinamismo delle sue abilità vocali e il lirismo genuino. In questo nuovo album ci consegna un medley imprevedibile di soul, profonda sincerità e un’urgenza che richiede la nostra attenzione.

In questo affascinante album investiga le complessità dell’amore e dell’introspezione, giustapponendo questi temi su uno sfondo di testi affilati e suoni psichedelici, con spruzzate di soul e blues.

Come già successo col precedente Jaime, questo nuovo lavoro illustra il viaggio della musicista originaria di Athens, Alabama – già vincitrice di un Grammy – con le sue relazioni amorose, i suoi pensieri sul mondo e la liberazione, con parole di incoraggiamento e rassicurazione.

Nella title track la cantante chiede insistentemente un cambio in una relazione e si spinge a confrontarsi con la realtà dell’amore. L’esplosione avviene sul bridge sopra riff caotici e un drumming pesante: «Mi arrendo, lasciami andare / non amo darti di più / tu stai mandando a puttane la mia energia / ti ho detto la verità, quindi lasciami libera».

Brittany non è affatto dispiaciuta, è consapevole di quanto sta affermando, e questa energia rabbiosa e oscura si riflette nelle immagini del video che accompagna questa canzone che ha avuto il compito di aprire la strada all’album.

Anche il secondo singolo “Red Flags” trasmette la stessa energia caotica: è un ottovolante elettrico con beat dall’andatura veloce e parti vocali piuttosto eclettiche che affrontano la consapevolezza di un amore tossico.

 “Prove it to You” è un pop banger, divertente e coinvolgente. «Non sono mai stata brava a dire ciò che realmente voglio dire / tutte le volte che cerco di farlo viene fuori incompleto / credimi, piccola, ti mostrerò cosa provo per te proprio adesso / tutto ciò che voglio fare è provartelo / Non sono mai stata brava a innamorarmi / lo faccio così profondamente che poi non ce la faccio a riprendermi / non ferirmi, ragazza, perché non riesco più a sopportarlo», canta Brittany in questa canzone, ammettendo il proprio strazio e cercando di amare ancora una volta, non vergognandosi di mettere a nudo il suo cuore.

 «Con “Prove it to You” volevo scrivere un pezzo dance divertente che ti metta voglia di ballare ma allo stesso tempo con un testo che osservi le complessità dell’essere in una relazione. Amo quelle canzoni che non sono esattamente ciò che sembrano in superficie» - Brittany Howard

Gli amanti del soul e del jazz si delizieranno con “I Don’t,” “Samson” e “Patience.” Come “Stay High”, la hit dell’album precedente, “I Don’t” è costruita intorno a un’energia blues allo stesso tempo rilassante e spensierata, mentre pone domande importanti: «Qualcuno si ricorda come ci si sente a ridere tutta la notte? Ad andare a dormire tardi? Senza la mancanza di qualcosa?».

La semplicità e l’astrattezza di “Samson” sono le caratteristiche che rendono questa love ballad dall’arrangiamento sobrio una delle vette dell’album, in cui Howard continua la conversazione che è prevalente lungo tutto l’album: «Sono divisa a metà / non so cosa voglio fare / devo appiccicarmi a te? / non so come fare a scegliere». Amore sì, ma in perenne tumulto.

Cresciuta in Alabama come una ragazza queer all’interno di una famiglia multirazziale, Brittany è una convinta sostenitrice dell’uguaglianza e della liberazione e per esplicitarlo ulteriormente piazza a metà del disco un interludio, un estratto di Maya Angelou mentre legge la sua celebre poesia “A Brave and Startling Truth” davanti all’assemblea delle Nazioni Unite nel 1995.

Brittany Howard conclude l’album con “Every Color in Blue”, un pandemonio con trombe e voci echeggianti: è un turbine di suoni che incarna uno spirito selvaggio, la degna conclusione di un disco eccentrico, sognante e romantico.

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