Venezia si salva con la cultura

Olivier Lexa lancia la Fondazione delle Arti – Venezia per difendere la città dall’aggressione del turismo di massa

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Olivier Lexa, direttore del neonato Club delle Arti © Laure Jacquemin

In una Venezia sempre più soffocata da grandi navi e orde di turisti “low cost”, non solo i suoi abitanti scompaiono lentamente ma anche l’eccellenza della propria produzione culturale rischia di soccombere soffocata da eventi acchiappaturisti. Per reagire a questa situazione complessa, Olivier Lexa, veneziano di adozione, ha deciso di reagire fondando la Fondazione delle Arti – Venezia e un Club che ne sostenga l’attività. Musicista di formazione e storico, esperto di management della cultura, Lexa è stato direttore del Palazzetto Bru-Zane e quindi fondatore e direttore artistico del Venetian Centre for Baroque Music. Ora ha deciso di scendere in trincea per combattere una battaglia in nome della bellezza e della sopravvivenza non solo di una città ma della civiltà che ha rappresentato nel passato.

Come nasce questa sua nuova iniziativa?

«Nasce da due urgenze. Da un lato, la Fondazione delle Arti – Venezia vuole colmare la mancanza di comunicazione su iniziative culturali di qualità e alto livello che sono scarsamente visibili a causa della mancanza di una vera presa di coscienza a livello pubblico, e soprattutto la proliferazione di iniziative puramente commerciali e di basso profilo, risultato della presenza incontrollata di un turismo di massa sempre più aggressivo. Dall’altro lato, il Club risponde all’esigenza di creare un luogo di aggregazione per élite locale e internazionale con un forte interesse per Venezia attorno a eventi artistici esclusivi e di alto profilo e legati alla salvaguardia della città e del suo grande patrimonio storico-culturale.»

È solo un problema di comunicazione?

«Paradossalmente a Venezia viaggiatori e turisti difficilmente hanno accesso all’informazione culturale: gli spazi di affissione sono ridotti e la forma della città non aiuta a distribuire materiali cartacei informativi in maniera efficace. Non esiste un canale di comunicazione di riferimento che evidenzi l’eccellenza culturale veneziana. La Fondazione delle Arti vuole colmare questa mancanza di comunicazione e marketing a sostegno di progetti culturali di valore.»

Concretamente a quali iniziative sta pensando per il Club delle Arti?

«Dopo il lancio dell’iniziativa lo scorso 24 giugno, stiamo lavorando a una serie di iniziative rivolte ai nostri soci. Oltre alle arti visive, pensiamo a eventi legati al cinema e alla musica.»

Parlando di musica, può anticipare qualcosa dei vostri programmi?

«Prevediamo di collaborare con la Biennale soprattutto per la musica, la danza e il teatro. Altri contatti li abbiamo avviati con il Teatro La Fenice per organizzare attività di promozione presso i nostri soci delle iniziative del teatro (conferenze, convegni a team) senza con questo volerci sostituire agli Amici della Fenice, che già svolgono questo tipo di attività. Abbiamo un dialogo aperto con il Comune di Venezia legato soprattutto alle attività dei Musei civici.»

Il Comitato Consultivo della Fondazione delle Arti riunisce scrittori, intellettuali, imprenditori e manager culturali, fra cui anche Jeremy Geffen, responsabile della programmazione artistica della Carnegie Hall di New York. Ha in mente collaborazioni internazionali?

«L’apertura al dialogo con culture e tradizioni di tutto il mondo è uno dei caratteri che in passato ha fatto la fortuna della Serenissima, insieme con l’aspirazione all’eccellenza e lo spirito di iniziativa e invenzione. Principi guida che abbiamo voluto seguire nella definizione dell’identità dei sostenitori del Club. Quanto a Jeremy Geffen, lo scorso febbraio, come direttore artistico del Venetian Centre for Baroque Music, ho avuto il piacere di collaborare con lui nella programmazione artistica del festival “La Serenissima” al Carnegie Hall e nelle principali istituzioni culturali di New York. Jeremy avrà soprattutto un ruolo di consulente nella Fondazione delle Arti.»

Ha citato il Venetian Centre for Baroque Music: esperienza conclusa?

«Credo che in questo momento ci siano altre urgenze nella vita culturale veneziana. La prima è dare una risposta all’aggressività del turismo di massa che mette in serio pericolo la cultura della città. L’esperienza del Venitian Centre for Baroque Music non è conclusa ma continuerà sotto un'altra forma nella Fondazione delle Arti. E certamente la musica barocca occuperà un posto di rilievo nelle nostre attività.»

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Articolo in collaborazione con Fondazione Ferruccio Busoni Gustav Mahler